Il governo britannico si appresta a investire 163 milioni di euro nella società francese Eutelsat, uno dei principali operatori di comunicazioni satellitari in Europa. La notizia, anticipata da Reuters, si inserisce in un piano di ricapitalizzazione da circa 1,5 miliardi di euro, guidato dallo Stato francese con un contributo diretto di 717 milioni. L’obiettivo dell’iniziativa è sia evitare il collasso finanziario di Eutelsat, sia offrire all’Europa un’alternativa concreta e indipendente al dominio esercitato da Starlink nel settore delle connessioni satellitari.

Il presidente francese Emmanuel Macron ha pubblicamente ringraziato i “fratelli britannici” per il sostegno, con l’operazione di investimento britannica che dimostra una rara convergenza tra Londra e Parigi su una questione chiave per il futuro tecnologico e geopolitico del continente.

Eutelsat gestisce attualmente la terza più grande costellazione di satelliti per telecomunicazioni al mondo, con ben 653 unità in orbita a circa 1.200 chilometri dalla superficie terrestre. Secondo quanto dichiarato dalla stessa azienda, la copertura e la latenza offerte dai suoi servizi in Europa sono paragonabili a quelle garantite da Starlink, che tuttavia gode di un netto vantaggio in termini di penetrazione commerciale e flessibilità operativa, soprattutto in contesti bellici come quello ucraino.

La guerra in Ucraina ha infatti messo in evidenza l’estrema dipendenza dell’Europa da Starlink per garantire comunicazioni resilienti in scenari critici. È anche alla luce di questa vulnerabilità che le istituzioni europee hanno deciso di accelerare gli investimenti in un’infrastruttura autonoma, fondata su tecnologie e aziende del Vecchio Continente.

Eutelsat Starlink

Il ministro delle Finanze francese Eric Lombard ha descritto l’operazione come parte di una visione più ampia per costruire un’industria spaziale europea competitiva, resiliente e sovrana. “Questa operazione riflette il nostro forte impegno verso un attore strategico nella connettività satellitare, un settore chiave per la sovranità digitale dell’Europa”, ha dichiarato Lombard.

Il salvataggio di Eutelsat si configura dunque non solo come una manovra economico-finanziaria, ma come una dichiarazione d’intenti in materia di autonomia tecnologica. Al 31 dicembre 2024, la società presentava un debito netto di circa 2,6 miliardi di euro e, senza un intervento massiccio da parte degli Stati, avrebbe rischiato un rapido declino operativo e industriale.

Una parte significativa dei nuovi fondi sarà probabilmente destinata allo sviluppo e alla messa in orbita della costellazione IRIS2, un progetto europeo di infrastruttura satellitare pubblico-privata pensato per garantire comunicazioni sicure e indipendenti entro il 2030. IRIS2 si baserà sulla rete già esistente di Eutelsat e su quella dell’azienda lussemburghese SES, creando così un sistema capillare e completamente europeo.

Secondo Lombard, IRIS2 rappresenterà un “pilastro fondamentale” per l’autonomia spaziale dell’Unione Europea. Tuttavia, il progetto dovrà affrontare la concorrenza agguerrita di altri operatori globali, in un mercato delle comunicazioni satellitari sempre più affollato e competitivo.

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