La startup europea UMA, acronimo di Universal Mechanical Assistant, segna l’ingresso di una nuova generazione di robot intelligenti. Fondata da figure di primo piano provenienti da Tesla, Google DeepMind, Nvidia e Hugging Face, la società nasce con l’ambizione di portare l’intelligenza artificiale avanzata oltre il dominio del software e inserirla nel tessuto fisico della società, attraverso robot umanoidi e macchine autonome capaci di operare su larga scala in contesti reali.

È un cambio di paradigma che segna l’inizio di una fase completamente nuova nell’evoluzione dell’IA, in cui la sfida non è più generare testi impeccabili o interpretare immagini, ma confrontarsi con peso, gravità, ostacoli e imprevedibilità.

I fondatori di UMA condividono l’idea che l’IA, per compiere il salto definitivo, debba lasciare il desktop e “sporcarsi le mani” nelle attività quotidiane di aziende, ospedali, laboratori e abitazioni. L’intelligenza artificiale entra così in una dimensione nuova, fatta di attriti, decisioni da prendere in tempo reale, manipolazione di oggetti e collaborazione con gli esseri umani. Un passaggio che ricorda quello dall’informatica dei mainframe ai personal computer, con un ampliamento della sfera d’azione che trasforma non solo la tecnologia, ma soprattutto le sue conseguenze sociali ed economiche.

Il settore, del resto, si trova di fronte a un’espansione senza precedenti. Le stime di mercato indicano infatti che i robot umanoidi e mobili sono destinati a diventare colonne portanti dell’economia globale, con un valore di oltre 243 miliardi di dollari previsto per il 2035 e una crescita che potrebbe superare i 5 trilioni entro il 2050. Una traiettoria alimentata da fattori strutturali come la carenza di manodopera, l’aumento dei costi operativi e la necessità di una produzione più resiliente. In questo scenario, UMA è convinta che la chiave non sia costruire robot spettacolari, ma robot realmente utili.

UMA startup

Il team di UMA

Il team fondatore incarna l’esperienza accumulata nell’ultimo decennio della robotica moderna. Rémi Cadene, coinvolto nei progetti Tesla Autopilot e Optimus, ha contribuito in modo rilevante all’evoluzione della robotica open source con LeRobot presso Hugging Face. Pierre Sermanet ha trascorso oltre vent’anni nel cuore della ricerca su deep learning e robotica tra NYU e Google DeepMind, mentre Simon Alibert porta competenze critiche sulle infrastrutture di apprendimento scalabili, indispensabili quando i robot devono migliorare in autonomia.

A completare il quadro, Robert Knight, progettista con un’esperienza più che venticinquennale nel settore degli umanoidi e artefice del robot open source SO-100. Una squadra che lavora con la convinzione che l’intelligenza fisica necessita di sistemi affidabili, riparabili, adattabili e realmente pronti per l’uso industriale.

Il contesto in cui UMA si inserisce è segnato da pressioni globali. I magazzini soffrono un turnover del personale che supera il 40% negli Stati Uniti, mentre la componente umana rappresenta fino alla metà dei costi operativi. Gli ospedali si preparano a un deficit di dieci milioni di operatori sanitari entro il 2030, con un impatto diretto sulla qualità dell’assistenza. Le società con popolazione in rapido invecchiamento dovranno affrontare una domanda crescente di supporto e autonomia, con gli over 65 destinati a raggiungere il 16% della popolazione globale entro il 2050. Ecco perché di fronte a una simile prospettiva la robotica non è solo una scelta strategica, ma una risposta obbligata.

Per affrontare queste sfide, UMA sta sviluppando due sistemi complementari, concepiti per coprire l’intero spettro delle esigenze operative. Da un lato c’è un robot industriale mobile dotato di due braccia, pensato per magazzini, logistica e linee di assemblaggio, ambienti in cui precisione e velocità devono convivere con la ripetibilità. Dall’altro un robot umanoide compatto, progettato per muoversi negli stessi spazi degli esseri umani e svolgere attività di supporto fisico e cognitivo in stretta collaborazione con il personale.

L’azienda sta ampliando rapidamente il proprio team internazionale e può contare sul supporto di investitori globali e figure di peso nel panorama dell’IA come Yann LeCun, Soumith Chintala, Thomas Wolf e Olivier Pomel. Un ecosistema che mostra quanto la robotica intelligente sia considerata oggi la frontiera più promettente dell’intelligenza artificiale e quanto UMA sia posizionata per diventarne uno degli attori principali.