Anche al Computex 2016 svoltosi nei giorni scorsi a Taipei la realtà virtuale è stato uno dei temi più discussi e chiacchierati. Ormai ogni grande produttore di device mobile (e non solo) ha proposto o si prepara a proporre un proprio visore VR e Nvidia, seppur al momento ancora priva di un prodotto hardware dedicato alla realtà virtuale, ha insistito molto su questo settore, spingendolo soprattutto sulle capacità delle proprie schede grafiche proprio in ambito VR.

Il CEO di Nvidia Jen-Hsun Huang è intervenuto all’evento di Taipei parlando anche di realtà virtuale e sostenendo che solo tra vent’anni potremo avere a disposizione hardware e contenuti in VR davvero maturi, rivoluzionari e all’altezza delle aspettative. Huang ha dichiarato che i visori odierni, anche nel caso dei modelli più evoluti come Oculus Rift e HTC Vive, soffrono tutti di un limite molto significativo come la risoluzione video.

Già con i prossimi smartphone con display 4K le cose miglioreranno sensibilmente, ma Huang non ha nascosto che il vero obiettivo per questi visori siano gli 8K, una risoluzione tale da rendere finalmente invisibili i pixel quando si fruisce di un contenuto in VR. Oggi infatti, anche con i visori più evoluti già citati prima, il “reticolo” di pixel è facilmente visibile e limita non poco l’immersività nel mondo virtuale.

La risoluzione video va poi accompagnata dalla forte riduzione (ma sarebbe meglio dire dalla completa scomparsa) dei fastidi fisici legati alla motion sickness, ovvero a quella sensazione di nausea e malessere che colpisce molti utenti alle prese con un’esperienza odierna in realtà virtuale. Se però quest’ultimo ostacolo potrebbe essere scavalcato con diverse tecnologie e in tempi piuttosto brevi, quello della risoluzione video rimane il principale limite da superare.

già oggi per reggere un flusso VR da 2160×1200 pixel come quello del HTC Vive c’è bisogno di un hardware decisamente potente

Non solo infatti display 8K a livello consumer sono oggi impensabili, sia che si tratti di visori stand-alone in stile Oculus Rift, sia che si parli di smartphone con schermi così risoluti che andranno poi inseriti nei visori (sul modello del Gear VR di Samsung ad esempio). Il fatto è che già oggi per reggere un flusso VR da 2160×1200 pixel come quello del HTC Vive c’è bisogno di un hardware decisamente potente, soprattutto a livello di processore grafico.

Immaginarsi oggi un visore VR in 4K significa dotarsi di un PC di fascia altissima o di uno smartphone di prossima generazione anch’esso top di gamma. Pensare poi agli 8K sposta tutto il discorso avanti di anni, soprattutto se si vuole considerare la VR come un fenomeno di massa e quindi con prezzi adatti alla maggior parte dei consumatori. Ecco perché Huang prevede un orizzonte temporale così lontano per una VR davvero matura e rivoluzionaria, che tra l’altro deve ancora superare un ostacolo non da poco come il gran numero di cavi oggi necessari per utilizzare Oculus Rift o HTC Vive, che rendono l’esperienza molto limitante e scomoda.

Dal canto suo Huang non ha fornito alcuna soluzione a questi problemi, limitandosi a dire che Nvidia ha già rifiutato decine di progetti hardware legati alla VR proprio perché ritenuti ancora troppo antiquati e non al passo con la visione futura che Nvidia ha della realtà virtuale. È anche vero però che vent’anni in ambito tecnologico sono davvero tantissimi e forse la previsione di Huang appare un po’ troppo pessimistica, contando anche i progressi fatti negli ultimi due anni da Oculus e dal sistema messo in piedi da HTC per il suo Vive.