È noto che per ora i settori della realtà virtuale e (soprattutto) della realtà aumentata siano confinati in posizioni di nicchia, sebbene qualcosa si stia muovendo rispetto agli ultimi due anni. IDC, in un suo report pubblicato poche ore fa, ha infatti stimato in 10 milioni i dispositivi VR e AR spediti nel corso del 2016, cifra che però è destinata ad aumentare fino a 100 milioni entro il 2021, con un tasso di crescita annuo pari al 57,7%.

Se i visori più venduti sono anche quelli meno costosi che permettono un’esperienza virtuale anche con pochi euro (si pensi ai Google Cardboard e ai loro tantissimi cloni), IDC sottolinea come nella seconda metà del 2016 si sia assistito a un aumento di vendite dei tre principali visori VR premium, ovvero PlayStation VR e soprattutto Oculus Rift e HTC Vive.

Nei prossimi 18 mesi, con i visori a prezzo budget (si partirà da 200 dollari) di Dell, Acer, ASUS basati sulla piattaforma Windows Mixed Reality di Microsoft, si assisterà a una vera e propria impennata di vendite, soprattutto per quanto riguarda la VR.

realtà virtuale

Quest’ultima, con 9,2 milioni di pezzi spediti nello scorso anno di cui 1,8 milioni per uso professionale, rappresenta la tecnologia che avrà più diffusione da qui al 2021, quando i visori VR consumer venduti toccheranno quota 49 milioni e quelli per uso professionale 18,1 milioni.

Parlando invece di realtà aumentata, il discorso è completamente opposto. Già nel 2016 infatti i visori AR in ambito professionale hanno superato quelli consumer (110000 contro 51000), ma nel 2021 questo divario sarà ancora più ampio, con 20,4 milioni di visori AR professionali contro i 4,1 milioni di visori per utenza consumer.

Nel 2021 insomma in ambito lavorativo i visori AR supereranno di oltre due milioni di unità quelli VR, a dimostrazione di come la realtà aumentata, con la sua capacità di unire mondo reale e informazioni virtuali in un’unica immagine, sia più adatta ad assolvere a compiti di tipo professionale.