Molte aziende consentono di costruire esperienze in extended reality, ma lo fanno in modo complesso. Noi, invece, permettiamo di farlo in modo semplice e veloce, rendendo i contenuti fruibili su ogni tipo di device”. In questo modo riassume l’attività di Hevolus Fabio Santini, che, dopo ventuno anni in Microsoft, da luglio del 2023 ha assunto il ruolo di Ceo con un obiettivo preciso: “Provare a portare la società, che già era ben conosciuta per la sua expertise nel mondo dell’extended reality, a un livello differente, cercando di scalare il business non solo in Italia, ma anche in Europa”.

Hevolus è un’azienda con sede a Molfetta. Ha 45 dipendenti, di questi 20 lavorano nella sede pugliese, gli altri operano in smart working da varie zone dell’Italia.

Nel 2023 il fatturato è stato di circa 8 milioni di euro – afferma Antonio Squeo, uno dei fondatori dell’azienda e oggi chief partnership officer –. E quest’anno riteniamo di poter raddoppiare tale cifra. Oltre al giro d’affari, aumenterà sicuramente anche il numero di dipendenti”.

In tal senso, Squeo ha ricordato che un primo round di finanziamenti ha portato all’ingresso tra gli investitori di Cassa Depositi e Prestiti, che oggi detiene il 23% dell’azienda. Tuttavia, per poter affrontare l’espansione europea, Hevolus ha già avviato un secondo round, che è in fase avanzata. L’obiettivo è raccogliere fondi, mantenendo comunque una percentuale di maggioranza. La scelta del nuovo investitore è fatta in modo oculato: Squeo ha infatti precisato che, oltre all’aspetto economico, viene valutata anche la volontà di credere nel business di Hevolus anche dal punto vista tecnologico.

Una suite all’insegna dell’extended reality

Il nostro modello di business è di fornire soluzioni SaaS verticali – sottolinea Santini –. E lo facciamo attraverso la nostra piattaforma cloud H-Verse, che risiede su Azure e che permette di costruire prodotti rapidamente e facilmente. Abbiamo oltre 300 clienti e svariati partner, primo fra tutti Microsoft, che ci ha accompagnato sin dall’inizio nel percorso”.

Secondo Santini, ciò che differenzia la proposta di Hevolus rispetto a molte altre realtà della extended reality è soprattutto la facilità. “Quando un’azienda vuole affrontare un processo di business, deve costruire un progetto che tendenzialmente ha sempre le stesse caratteristiche. In primo luogo, si devono convertire gli oggetti digitali affinché funzionino su tutti i visori. E questo crea un problema tecnologico importante, perché i visori hanno sistemi operativi diversi e processori diversi. Quindi alle volte si è obbligati a scegliere un dispositivo semplicemente perché il progetto è stato pensato per quel dispositivo. Mentre la nostra piattaforma consente di scegliere il device che più si ritiene opportuno”.

Santini ritiene critico anche un altro espetto: come si creano digital twins. “La produzione di qualsiasi oggetto parte da un disegno fatto con sistemi CAD, che girano su workstation molto potenti che permettono un rendering molto preciso e di altissima qualità. Però se si tenta di vedere quello stesso modello su un dispositivo non altrettanto potente non funziona perché è troppo complesso. Invece, sfruttando l’intelligenza artificiale, la nostra piattaforma H-Verse consente di vedere quel modello digitale su tutti i device”.

Ed è su questa piattaforma che Hevolus ha costruito le sue soluzioni verticali: H-Prototype (produzione), H-Store (per la gestione del negozio del futuro), H-Onboarding e H-Collaboration (risorse umane), H-Fair (vendita) e H-Maintenance (post-vendita).

Più in dettaglio, H-Prototype ha l’obiettivo di aumentare efficienza, collaborazione e rapidità in ogni fase della produzione permettendo di agganciare in modo interattivo e realistico prototipi virtuali a oggetti fisici con una precisione di 1 mm e un notevole risparmio di tempo, progettando in maniera smart e dimezzando il time to market. “Attraverso un ancoraggio tramite QR Code, possiamo agganciare un gemello digitale a un oggetto fisico con alta precisione consentendo di avere attraverso un visore, la percezione di un oggetto completo, anche quando l’80% di quell’oggetto è digitale e solo il 20% è fisico. Questo permette di modificare tutta la parte digitale semplicemente a livello software”.

Fabio Santini Ceo di Hevolus

Fabio Santini, Ceo di Hevolus

H-Onboarding è invece pesato per rendere l’inserimento dei nuovi assunti in azienda una vera esperienza interattiva, che offre interazioni rapide, processi standardizzati e la possibilità di accedere a una versione virtuale dell’azienda stessa. “Il nuovo dipendente indossa il visore ed entra fisicamente nell’azienda, potendo muoversi al suo interno e vivere un’esperienza sicuramente innovativa”.

H-Collaboration aumenta invece l’efficacia e il coinvolgimento dei training e delle lezioni in aula, per raggiungere migliori risultati di apprendimento offrendo esperienze di training pratiche, interattive e collaborative attraverso elementi quali deck interattivi e olografici. “Utilizziamo strumenti di realtà aumentata e virtual reality per costruire un ambiente di formazione dove le persone possono, in maniera immersiva, seguire una lezione ibrida. Alcune possono essere collegate da remoto, altre possono essere presenti, ma tutte visualizzano oggetti tridimensionali. Questo apre nuovi scenari, perché consente di costruire lezioni di arte, fisica, biologia, chimica, fornendo un’esperienza diversa agli studenti, che comprendono dimensione, qualità e ingombro. E tutto questo rendendo semplice al docente creare le lezioni per andare oltre le slide di PowerPoint o le fotocopie”.

Con H-Store è possibile affiancare l’esperienza olografica di acquisto a quella fisica, offrendo customer experience phygital coinvolgenti e presentando i prodotti in tutte le varianti di misure e materiali, anche quelli più complessi, riducendo al contempo i costi.

H-Fair consente di posizionare ovunque, dallo stand di una fiera allo spazio di un evento, i gemelli digitali in 3D dei prodotti senza preoccuparsi delle dimensioni o del peso.

H-Maintenance è la piattaforma per la manutenzione da remoto che consente di effettuare interventi in tempo reale, riducendo drasticamente tempi, costi ed errori. “H-Collaboration, H-Store e H-Fair fanno vivere la migliore esperienza con un visore, ma possono essere utilizzate anche con lo smartphone e tablet. Questo perché nella maggior parte dei casi, il visore non è ancora in mano del consumatore, mentre lo smartphone lo hanno praticamente tutti. Vogliamo consentire di fruire del servizio senza obbligare l’utente a utilizzare un determinato dispositivo”.

XR Copilot, l’IA generativa incontra la realtà aumentata

Alle soluzioni della suite H-Verse è stato di recente affiancato un nuovo prodotto XR Copilot, un CMS che unisce l’extended reality e l’intelligenza artificiale generativa per convertire e importare qualunque modello 3D da qualunque software, generando un QR Code per condividere tali contenuti con chiunque via WebXR, tramite qualsiasi dispositivo.

In pratica, si può caricare all’interno della piattaforma qualsiasi oggetto 3D definendone le caratteristiche, e gli si possono agganciare dei documenti che contengono le informazioni su cui l’utente può effettuare una “conversazione”. Fatto ciò, tramite XR Copilot si produce un QR Code che permette di scaricare un oggetto.

Questo non è un prodotto fine a sé stesso ma un modello tridimensionale intelligente. Grazie alla realtà aumentata, riconosciuto l’ambiente in cui ci si trova, l’oggetto viene collocato al suo interno, potendolo spostare e girare, visualizzandone tutte le caratteristiche in quello specifico spazio. “Questo apre tanti scenari di manualistica, di formazione, di installazione o di manutenzione – conclude Santini –. Si può anche semplicemente scegliere l’arredamento più adatto per un ambiente, sia nella struttura sia nei colori. Per farlo basta semplicemente uno smartphone”.