Strategy Analytics ha rilasciato nuove stime di mercato per quanto riguarda i visori per la realtà virtuale. A fine 2016 questo settore ancora molto di nicchia, che ha già visto l’uscita limitata di due pesi massimi come Oculus Rift e HTC Vive (PlayStation VR arriverà invece in autunno), varrà 895 milioni di dollari, di cui il 77% rappresentato proprio dai tre visori appena vitati.

Questi però, a causa del prezzo impegnativo e nel caso del Rift e del Vive anche per la necessità di possedere un PC piuttosto potente, rappresenteranno solo il 13% dei 12,8 milioni di visori VR che saranno venduti nel corso dell’anno. L’87% di questi consisterà infatti nei visori per smartphone come i Google Cardboard o i Samsung Gear VR, che non solo sono molto più economici, ma che per funzionare necessitano solo di uno smartphone e non di un PC ben corazzato.

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La scoperta della realtà virtuale sarà quindi fatta in modo particolare da semplici appassionati armati di smartphone che non intendono spendere grosse cifre, mentre i visori di Sony, Oculus e HTC, pur generando più ricavati, rimarranno di fatto esclusivi per una piccola fascia di videogiocatori “enthusiast”. Sarebbe però sbagliato sottovalutare i visori entry level, visto che sarà proprio grazie a questi che molti utenti scopriranno la VR e, in certi casi, passeranno successivamente a un visore premium.

Non va infine dimenticato l’impatto che l’espansione della VR potrà avere anche al di fuori del mercato dei visori. Ci riferiamo ad esempio alle schede grafiche di un certo livello, ai display con risoluzioni sempre più elevate, allo sviluppo di app e giochi in VR e anche a una nuova generazione di fotocamere e action-cam in grado di registrare video a 360 gradi proprio in chiave VR.