Kaspesrsky ha inaugurato i nuovi uffici di Milano situati nel nuovo Centro Garibaldi che sorge sopra l’omonima stazione. Si tratta del secondo trasloco della sede di Milano, che ha ormai eguagliato per dimensione la sede storica di Roma.

La tendenza è quella di spostare il peso dell’azienda sempre più al nord, che come afferma Morten Lehn, Managing Director Kaspersky Lab Italia, arriverà presto a superare Roma come numero di impiegati (attualmente sono 20 in ciascuno dei due uffici, ma Kaspersky punta a raggiungere i 30 addetti nella sede di Milano entro un anno).

L’occasione per la presentazione degli uffici è stata offerta dal lancio dell’edizione 2016 della gamma consumer dei prodotti di sicurezza Kaspersky. È interessante notare che alcune delle tecnologie impiegate sui prodotti per la casa ereditano funzioni e tecnologie sviluppate per i prodotti business per applicazioni specifiche.

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Morten Lehn, managing director di Kaspersky Lab Italia

Per esempio, i filtri che impediscono la comunicazione all’esterno dei dettagli della carta di credito o di altri dati classificati come sensibili, sono stati introdotti come strumenti di data-loss prevention realizzati per istituti bancari.

Tra i principali successi nel settore business, in Italia Kaspersky può annoverare una collaborazione con il Ministero italiano degli Esteri e il progetto per la tutela delle infrastrutture del Ministero della Difesa, oltre al rapporto con Ferrari, che da sponsorship tecnica della Scuderia si è tramutata in rapporto di fornitura di soluzioni di soluzioni di sicurezza per l’intero gruppo Ferrari. L’azienda sta anche dando un forte impulso verso i settori verticali del fashion e delle banche.

Il futuro? Proteggere l’essere umano connesso

Dopo il computer e lo smartphone, Kaspersky sta esplorando le ultime tendenze della tecnologia alla ricerca dei prossimi dispositivi da proteggere, e nel farlo sta volgendo lo sguardo molto in là. Oltre agli sviluppi piuttosto prevedibili nel campo dei dispositivi indossabili e della Internet of Things, l’azienda ha lanciato un programma sperimentale che riguarda gli impianti cibernetici negli esseri umani, campo che ha definito “Internet of Us (IoU)”.

Kaspersky sta esplorando la sicurezza degli impianti cibernetici negli esseri umani

Kaspersky Lab ha stilato una collaborazione con BioNyfiken, una comunità di bio-hacking con sede in Svezia, che sta sperimentando l’utilizzo di chip compatibili con la tecnologia NFC impiantati sotto pelle. Questi chip possono memorizzare informazioni e anche contenere chiavi per sbloccare accessi o servizi avvicinando per esempio il dorso della mano a un sensore compatibile (come già si fa con i badge che contengono un chip RFID).

La sperimentazione prevede l’utilizzo di chip Mifare Ultralight NFC da13,56 MHz impiantati nell’incavo tra pollice e indice. Poco più grandi di un granello di riso, questi chip – che non richiedono alimentazione – sono simili a quelli impiegati per esempio per tracciare l’identità dei cani o altri animali. Dispongono di una memoria di poche decine di byte , che può essere letta o scritta da un sensore che si trovi a una distanza fino a 10 centimetri.

Chip NFC Mifare Ultralight

Secondo Patrick Mylund Nielsen, Senior Security Researcher di Kaspersky Lab, “la tendenza è quella di creare prodotti e immetterli sul mercato velocemente. La sicurezza è spesso qualcosa a cui gli operatori pensano solo in un secondo momento. E sebbene la bio-augmentation sia stata protagonista della fantascienza da che ce ne ricordiamo, non sono molte le storie che avevano a che fare con le implicazioni del giorno d’oggi: cosa succede quando le nostre chiavi personali sono sotto pelle?

È sufficiente una stretta di mano perché qualcuno faccia una copia virtuale di me? Potrei essere seguito dappertutto e da chi? Nyfiken in svedese significa curioso, e lo siamo davvero quando vogliamo dare una risposta a queste domande”.

Per poter raccogliere esperienze “di prima mano”, è il caso di dirlo, durante la scorsa edizione del Security Analyst Summit, conferenza annuale di Kaspersky Lab, Povel Torudd ed Evgeny Chereshnev (rispettivamente Head of Corporate Communications Europe e Chief Mobile Business Officer CMBO) si sono offerti volontari per farsi impiantare un chip sottocutaneo.

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La tecnologia è ancora troppo rudimentale perché possa essere usata per scopi che prevedano una qualsiasi forma di autenticazione, crittografia o sicurezza: praticamente non esistono vincoli alla possibilità di leggere o scrivere un chip attraverso un qualsiasi smartphone dotato di lettore/trasmettitore NFC, se non la distanza dal soggetto, ma – sebbene lo stesso Eugene Kaspersky dichiara che impiantare per diletto chip nel corpo umano non sia una buona idea – è possibile che questa tendenza prenda piede. E Kaspersky Lab vuole conoscere il territorio prima che i problemi si presentino.