Anche lo stivale sa cullare eccellenze nell’information technology, che poi si affermano a livello internazionale. Oltre alla miriade di piccole imprese che preferiscono una nicchia comoda in cui sviluppare il proprio business quasi indisturbate, ci sono realtà capaci di sfidare i colossi della Silicon Valley sul loro stesso terreno, crescendo ben oltre i confini nazionali, resi ancora più asfittici dagli anni di crisi. Tra questi ci sono nomi come Almaviva, Dedagroup e Reply, che proprio dallo sviluppo all’estero e dalla diversificazione dell’offerta in campo tecnologico, stanno traendo la forza necessaria a crescere velocemente, in questa pallida mattina di ripresa.

Proprio Reply, che si è appena aggiudicata il premio Mercurio per le sue attività innovative in Germania, tra i grandi system integrator nostrani, è quello che più coraggiosamente punta all’innovazione. La capacità di cavalcare in anticipo trend come IoT, crowdsourcing e augmented reality, ha consentito all’azienda piemontese di crescere costantemente a doppia cifra negli ultimi anni, fino a raggiungere i 632 milioni di Euro di fatturato consolidato nel 2014. Un bel risultato per un’azienda che lavora molto anche con la prudentissima, specie quando si tratta di innovazione, pubblica amministrazione italiana.

L’importanza di avere ampie vedute

La verità è che oggi, nell’era della gamification e della semplificazione estrema delle interfacce, saper sviluppare contemporaneamente serissime applicazioni per le banche e videogiochi di successo significa garantirsi un bel vantaggio competitivo. Durante l’evento Xchange, che si è svolto negli spazi espositivi della Bocconi di Milano lo scorso giugno, Reply ha messo in mostra proprio questa spasmodica ricerca dei prossimi trend che scuoteranno l’industria dell’IT. Un approccio non dogmatico, totalmente aperto al futuro, che rende il nostro settore il luogo dove la fantascienza diventa realtà prima di ogni previsione.

Ne è un esempio lampante la varietà delle aziende incentivate dall’incubatore di Reply a sviluppare le proprie soluzioni in diversi settori dell’Internet of Things, universalmente riconosciuto come il filone più promettente nel breve periodo, anche in quanto tecnologia complementare per tutte le moderne soluzioni software.

Ti conosco dal contatore

La prima azienda a far parte di questo gruppo è Greeniant, startup olandese che ha sviluppato un metodo formidabile per sfruttare i contatori intelligenti, quelli che stanno gradualmente sostituendo i vecchi modelli analogici in tutte le case d’Europa. Analizzando le curve di consumo di ogni elettrodomestico è possibile riconoscere quando è acceso o spento solo attraverso i dati di assorbimento provenienti dal contatore. Un’app sul telefonino permette quindi di distinguere i vari apparecchi utilizzati in casa, creando grafici che anticipano l’impatto sulla bolletta di ogni azione, suggerendo metodi per razionalizzare l’uso dell’energia e risparmiare. Con un ampio database di diagrammi caratteristici di tutti i dispositivi in commercio, i fornitori di energia potranno inoltre ottenere dati con un elevatissimo valore statistico, anche in ottica di efficientamento di una smart city. In pratica si potrebbe scoprire esattamente quali elettrodomestici usiamo quotidianamente e in che modo.

L'analisi del diagramma di consumo permette di distinguere gli elettrodomestici

L’analisi del diagramma di consumo permette di distinguere gli elettrodomestici

 

 

Sicurezza domestica intelligente

Il secondo progetto seguito con interesse da Reply si chiama Cocoon. Il nome è fin troppo sfruttato, ma l’idea è assolutamente innovativa. Si tratta di un sensore con telecamera da posizionare nell’ambiente di cui si vuole monitorare la sicurezza. Il software analizza per qualche tempo i movimenti tipici delle persone in quel contesto, generando dei pattern caratteristici che vanno via via perfezionandosi. Una volta terminata la fase di apprendimento, qualunque movimento diverso dal solito farà scattare un avviso, che l’amministratore potrà indicare al sistema come falso allarme, utile per migliorare la precisione, o effettiva intrusione indebita.
Insomma, un sistema di sicurezza intelligente, capace di imparare dai suoi errori, che in più si attiva da solo riconoscendo quando usciamo di casa tramite la posizione del nostro smartphone.

Wearable al via

Il fronte degli indossabili, come sottoinsieme dell’IoT, è anch’esso considerato strategico da molti grandi nomi della tecnologia. Reply, oltre a spingere le soluzioni di pagamento tramite Apple Watch, vanta una partecipazione a Xmetrics, brillante startup italiana che ha superato il principale limite dei dispositivi per il monitoraggio delle attività sportive, la resistenza all’acqua. Il sensore da loro sviluppato è infatti specifico per gli allenamenti di nuoto a livello agonistico, e, grazie al design decisamente originale, si monta sulla cuffia da piscina assicurando un comfort elevato e rilevazioni accurate.
Restando nel campo del fitness, lo scorso anno Reply ha anche acquisito con 5 milioni di dollari il 20% di Sensoria, promettente società statunitense che realizza indumenti che incorporano sensori specifici per i runner.

pagamenti watch

L’Apple Watch per pagare è già una realtà

 

Droni e robot cambieranno il lavoro

C’è una categoria di macchine, che fanno parte dell’IoT, che più di altre potrebbero avere un impatto sulle nostre vite e, in particolare, sul mercato del lavoro dei prossimi anni. Si tratta delle smart machine, ovvero robot o droni dotati di una certa intelligenza “a bordo”. Anche di questo si è parlato all’evento Reply. Il tentativo, a lungo accantonato, di creare su vasta scala applicazioni pratiche di intelligenza artificiale, è oggi infatti molto più vicino alla realtà, come testimonia la ricerca di competenze nel settore dell’AI da parte delle migliori università americane. La differenza è la possibilità, per le nuove macchine, di attingere via cloud a risorse remote e a grandi banche dati, che integrano la capacità locale di svolgere prontamente i compiti più semplici e ripetitivi.
In pratica, la difficoltà di integrare l’hardware necessario a una rete neurale sufficientemente complessa e veloce, viene aggirata dando ai robot una mente ibrida, di cui la metà più sofisticata, comprese le procedure di apprendimento, si trova nel cloud. In questo modo la nuvola sostituisce quello che per il nostro cervello è il bagaglio di esperienze e la memoria degli eventi passati, che costituisce la condizione necessaria per lo sviluppo della nostra intelligenza e capacità di eseguire compiti complessi. Inoltre se un uomo ha statisticamente bisogno di cimentarsi in un’attività per 10 mila ore prima di diventarne esperto, il cloud può raccogliere l’esperienza simultanea di 10 mila macchine, rendendone precise le azioni in una sola ora. Per questo molti analisti ipotizzano che il 30% degli attuali lavori umani potrà, in un futuro non troppo lontano, essere sostituito dall’attività di droni e robot. Uno scenario al quale non saranno immuni anche molte attività dei cosiddetti colletti bianchi.

Quel che conta è partire dai bambini

Saper guardare al futuro significa prestare la massima attenzione alle nuove generazioni, quelle che beneficeranno e svilupperanno le tecnologie che stanno nascendo oggi. Reply lo fa promuovendo il progetto Code for Kids, per aiutare i bambini delle scuole elementari e medie italiane a capire quanto può essere divertente imparare a programmare. Ma soprattutto, nelle esperienze di laboratorio di Code for Kids si possono trasformare i programmi in oggetti reali, operando quella fusione tra mondo reale e virtuale che sarà la base della nuova era dell’IT.
Così i piccoli delle scuole che scelgono di aderire al programma, potranno imparare a creare codice con Scratch ma anche manipolare semplici circuiti usando la plastilina colorata (che sorprendentemente conduce elettricità), una pila e un motorino elettrico rubato a una macchinina, mentre i più grandi sperimenteranno la magia dell’IoT con kit creativi e divertenti come i Littlebits.

Nei progetti del system integrator italiano ci sono però anche i bambini in età prescolare. Non è un caso che proprio Reply abbia contribuito allo sviluppo dell’Happy Tab di Chicco, dedicato ai più piccoli, fino a sei anni di età. Loro, di sicuro, dovranno fare i conti con un mercato del lavoro che sarà radicalmente diverso da quello attuale, per cui meglio che mantengano subito allenata quella che del resto è la principale dote dei bambini, la curiosità senza pregiudizi.