Yann LeCun, capo del laboratorio AI di Meta, verso l’uscita dall’azienda per creare una startup

Yann LeCun, storico Chief AI Scientist di Meta e figura di riferimento nel campo del deep learning, è pronto a lasciare il colosso tech di Mark Zuckerberg per fondare una propria start-up. La notizia, trapelata da fonti vicine all’azienda, segna un momento simbolico per Meta, che proprio mentre prova a rivedere radicalmente la sua strategia IA perde uno dei suoi cervelli più visionari.
LeCun, scienziato franco-statunitense e vincitore del Turing Award (il “Nobel” dell’informatica) contrario, è considerato uno dei padri fondatori dell’intelligenza artificiale moderna. Alla guida del Fundamental AI Research Lab (FAIR) fin dal 2013, è stato tra i primi a immaginare reti neurali capaci di apprendere in modo gerarchico e a ispirare gran parte dei progressi attuali nel campo del deep learning. Oggi, dopo oltre un decennio alla guida della ricerca di Meta, il suo percorso sembra giungere a una svolta naturale, segnata da una crescente divergenza di visione con Zuckerberg.
Il fondatore di Meta, infatti, ha deciso di abbandonare la ricerca di lungo periodo per spostare il focus sull’impatto immediato e sulla commercializzazione rapida dei modelli di IA generativa, nel tentativo di colmare il divario con OpenAI, Google e Anthropic. La decisione è maturata dopo il deludente debutto di Llama 4, l’LLM di Meta lanciato ad aprile e giudicato inferiore alle soluzioni concorrenti. Anche il chatbot Meta AI non ha riscosso il successo sperato tra i consumatori, un segnale che ha spinto Zuckerberg a imprimere una svolta decisa.
Durante l’estate, il CEO ha avviato un massiccio piano di riorganizzazione dell’area IA. La mossa più eclatante è stata l’ingaggio di Alexandr Wang, giovane fondatore di Scale AI, assunto per guidare il nuovo Superintelligence Team dopo un accordo da 14,3 miliardi di dollari che ha garantito a Meta una quota del 49% della sua società. All’interno di questo nuovo ecosistema, Zuckerberg ha poi creato il misterioso TBD Lab, un gruppo d’élite dedicato allo sviluppo della prossima generazione di modelli linguistici, attirando talenti da OpenAI e Google con pacchetti salariali da oltre 100 milioni di dollari.
LeCun, che fino a poco tempo fa riportava direttamente al Chief Product Officer Chris Cox, si trova ora a rispondere proprio a Wang, una scelta che ha reso ancora più evidente la frattura tra la visione accademica del ricercatore e quella imprenditoriale del CEO. Non è un mistero, infatti, che LeCun abbia espresso più volte scetticismo verso l’approccio centrato sui large language models (LLM), ritenendoli “utili, ma incapaci di ragionare e pianificare come un essere umano”. Da tempo sostiene che l’IA per raggiungere una vera intelligenza debba basarsi sui world models, sistemi in grado di comprendere il mondo fisico attraverso l’apprendimento da video, immagini e dati spaziali, non soltanto da testi.
Il nuovo progetto imprenditoriale di LeCun dovrebbe concentrarsi proprio su questa visione alternativa. L’obiettivo è sviluppare un’architettura di IA con capacità di ragionamento e comprensione contestuale, che superi i limiti degli attuali modelli predittivi basati sul linguaggio. Si tratta di un percorso che il ricercatore stesso ha sempre definito di lungo periodo, stimando in almeno un decennio il tempo necessario per vederne i frutti. Tuttavia, l’attuale fermento nel settore e l’attenzione degli investitori verso le start-up di frontiera rendono plausibile che LeCun riesca a raccogliere rapidamente i fondi necessari per avviare la nuova impresa.
Il momento della sua uscita non è casuale. Meta attraversa una fase di forte pressione da parte di Wall Street, dopo un crollo del 12,6% del titolo in ottobre che ha bruciato circa 240 miliardi di dollari di capitalizzazione. Gli investitori temono che l’ambizioso piano di spesa per l’IA (che nel 2026 potrebbe superare i 100 miliardi di dollari) non produca ritorni concreti nel breve termine. La risposta di Zuckerberg è stata quella di accelerare tra nuovi leader, meno burocrazia e una cultura aziendale più orientata al risultato immediato.
Ma la riorganizzazione ha avuto anche un costo umano, visto che negli ultimi mesi Meta ha visto una fuga di talenti di alto profilo. Non solo Joelle Pineau, vicepresidente della ricerca IA che ha lasciato l’azienda per unirsi alla canadese Cohere, ma anche il taglio a ottobre di 600 posti proprio nell’unità IA. In parallelo, sono arrivati nuovi protagonisti con compensi stratosferici tra cui Shengjia Zhao, co-creatore di ChatGPT ora nominato Chief Scientist del Superintelligence Lab di Meta.
(Immagine in apertura: Shutterstock)

