Si scalda la competizione tra le AI per lo sviluppo software: le novità di OpenAI Codex e Claude Code

L’intelligenza artificiale sta compiendo passi da gigante nel campo dello sviluppo software e uno dei protagonisti indiscussi di questo progresso è stato OpenAI con il suo agente di codifica Codex. Recentemente, Codex ha visto importanti aggiornamenti che ne ampliano la versatilità e l’efficienza, consolidando la sua posizione come strumento cardine per gli sviluppatori di tutto il mondo.
Parallelamente, Anthropic sta per lanciare Claude Code Web, una proposta che si pone come diretto concorrente di Codex promettendo nuove dinamiche di interazione nel coding assistito dall’IA.
Codex 2.0
Partendo da Codex, tra gli aggiornamenti più rilevanti spicca la possibilità di allegare immagini ai prompt, una funzione che favorisce notevolmente la collaborazione soprattutto nei progetti frontend, permettendo di integrare modifiche visive direttamente nelle richieste a Codex. Inoltre, la gestione degli ambienti di esecuzione ha visto un significativo potenziamento grazie al caching dei container, che abbassa drasticamente i tempi di avvio delle nuove attività, passando da una media di 48 secondi a soli 5. Questo miglioramento garantisce un flusso di lavoro più fluido e reattivo, aspetto cruciale per mantenere alta la produttività durante le fasi di sviluppo.
Un’altra innovazione di rilievo riguarda l’automazione della configurazione degli ambienti di sviluppo, con l’esecuzione automatica dei comandi standard di installazione per diversi package manager come yarn, npm, pip, cargo e altri. Questa automazione riduce del 40% i fallimenti nei test dovuti a errori di setup, una problematica comune in strumenti simili che spesso richiedono un intervento manuale da parte dello sviluppatore. Questa capacità di adattamento rende Codex più robusto e versatile, nonché capace di integrarsi in svariati ecosistemi di sviluppo senza richiedere configurazioni particolari o complesse.
L’ecosistema di OpenAI poi si arricchisce con guide dettagliate per amministratori di spazi ChatGPT Enterprise, per la personalizzazione dei prompt e la limitazione degli accessi di rete degli agenti Codex cloud, nonché per la revisione del codice direttamente in GitHub. Quest’ultimo punto rappresenta un passo importante verso la creazione di flussi di lavoro sempre più integrati, dove l’intelligenza artificiale non è solo un aiuto nella scrittura del codice, ma diventa parte integrante del processo di revisione e controllo, contribuendo a migliorare la qualità e la sicurezza del software prodotto.
Claude Code sbarca sul web
Anthropic non resta certo a guardare e, come riportato da BleepingComputer, si appresta a lanciare Claude Code Web. Questo strumento riprende molti dei concetti alla base di Codex e li porta in un formato completamente web-based, ampliando così l’accessibilità e la fruibilità degli strumenti IA per sviluppatori.
Claude Code, che originariamente era disponibile solo come assistente operante nel terminale, oggi si presenta in una versione web che permette di interagire con il codice da qualsiasi browser, eliminando la necessità di installazioni locali e aprendo nuovi scenari di utilizzo soprattutto in team distribuiti o in contesti di coding collaborativo in cloud.
Per utilizzare Claude Code Web, è necessario configurare un repository GitHub con l’app dedicata e committare un file specifico (Claude Dispatch), che mette in comunicazione lo strumento AI con il codice sorgente ospitato. Questa integrazione avvia un workflow che consente all’IA di comprendere e analizzare l’intero codebase, automatizzando operazioni come la correzione dei bug, il testing di nuove funzionalità, la semplificazione delle operazioni con Git e l’automatizzazione di compiti complessi.
La novità del modello web-based apre inoltre la strada a notifiche su email e web riguardanti gli aggiornamenti del codice, favorendo un controllo più puntuale da parte degli sviluppatori e una migliore gestione del ciclo di vita del software.
La sfida tra Codex e Claude Code Web non è solo tecnologica, ma rappresenta un confronto sul modello di fruizione e integrazione dell’IA nello sviluppo software. OpenAI si è focalizzata finora su un’adozione profonda nei flussi di lavoro degli sviluppatori, garantendo potenza e versatilità con strumenti complementari e una solida infrastruttura cloud, mentre Anthropic punta a democratizzare l’accesso mediante un’interfaccia semplice e diretta via browser, sfruttando l’ecosistema GitHub come hub centrale per il codice.
Entrambi i modelli, comunque, rispondono a una domanda sempre più pressante nell’industria tecnologica, ovvero come integrare l’IA nel quotidiano degli sviluppatori senza introdurre complessità e frizioni che ne rallentino l’adozione. Il progressivo inserimento di funzionalità automatiche e adattive, supportato da ambienti sempre più aperti e con estrema compatibilità, testimonia la direzione futura del settore verso un’IA che non sostituisce il programmatore, ma ne espande le capacità, offrendo supporti concreti e personalizzati in tempo reale.
Un ulteriore elemento da considerare è la crescente attenzione verso la sicurezza e la privacy dei dati, temi oggi imprescindibili nelle piattaforme cloud e negli strumenti IA. OpenAI ha introdotto controlli di accesso per gli agenti Codex, consentendo agli amministratori aziendali di definire restrizioni di rete e politiche di sicurezza. Anthropic, dal canto suo, integra Claude Code con flussi di lavoro controllati e notifiche puntuali, offrendo trasparenza e tracciabilità delle modifiche effettuate dall’intelligenza artificiale.