Riconosciuta ufficialmente dallo Stato italiano solo nel 2021, la lingua dei segni è un linguaggio naturale che utilizza il canale visivo-gestuale e consente pari opportunità di accesso alla comunicazione alle persone sorde. Per promuovere la reale accessibilità a tutti i cittadini QuestIT, società toscana specializzata nella realizzazione di tecnologie proprietarie d’intelligenza artificiale, ha sviluppato un assistente virtuale in grado di comprendere e riprodurre la Lingua dei Segni Italiana (LIS), presentato questa settimana a Milano. Il primo virtual human completamente italiano che comprende la LIS è stato sviluppato in collaborazione con il Santa Chiara Fab Lab dell’Università di Siena, l’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del Consiglio Nazionale delle Ricerche e il Gruppo per lo studio e l’informazione della Lingua dei Segni Italiana.

I nostri assistenti virtuali Algho parlavano già nove lingue. Da oggi, con la LIS, ne parlano dieci”, ha commentato Marco Landi, presidente di QuestIT. “Lo sviluppo di questo assistente virtuale è un’esperienza non solo tecnologica, ma anche umana”.

La tecnologia, in qualità di virtual assistant, può essere inserita all’interno di siti web, applicazioni, sistemi proprietari e totem interattivi per offrire informazioni e consulenze mirate in base al contesto di riferimento. Collocandosi davanti allo schermo, la persona può interagire con l’avatar dialogando nella lingua dei segni. “L’assistente virtuale che abbiamo sviluppato non è un ‘interprete’ che traduce dalla LIS al linguaggio parlato e viceversa”, ha spiegato Ernesto Di Iorio, CEO di QuestIT. “È un assistente con risponde con la LIS per dare supporto ai cittadini sordi e permettere loro di accedere autonomamente a informazioni e servizi offerti da enti e realtà del territorio come la Pubblica Amministrazione e le banche”.

Una tecnologia inclusiva sviluppata a partire da bisogni concreti

Per creare tecnologie inclusive, il progetto alla base deve essere inclusivo”, ha dichiarato Di Iorio. Per questo, nello sviluppo dell’assistente virtuale QuestIT ha collaborato a stretto contatto con l’Università di Siena e il laboratorio LaCAM del CNR.

L’agenda ONU 2030 promuove l’inclusione sociale, e in quest’ottica la trasversalità della tecnologia ha un potenziale enorme”, ha sottolineato Patrizia Marti, docente di Experience Design presso l’Università di Siena. “Ma non basta sviluppare una tecnologia affinché venga automaticamente usata. Per dare veramente ‘empowerment’ ai cittadini è necessario che siano direttamente coinvolti i fruitori, e QuestIT è un’azienda che sa capire veramente la parte umana della tecnologia”.

I prossimi sviluppi

In questa fase iniziale, l’assistente virtuale che parla la LIS è stato progettato per la PA e il settore bancario. Tuttavia, come ha sottolineato Di Iorio, “i potenziali campi di applicazione sono innumerevoli, dall’organizzazione degli appuntamenti negli ospedali alla spiegazione di mostre o eventi culturali nei musei fino al chiarimento di materie o singoli concetti nelle scuole o nelle aule universitarie”.

QuestIT sta inoltre lavorando alla fase successiva. “Stiamo già lavorando su quello che può essere l’evoluzione del prodotto”, ha concluso Di Iorio. “L’obiettivo è offrire una tecnologia capace di tradurre simultaneamente le parole in segni. Già oggi, dopo una prima fase di training, è in grado di gestire le richieste della clientela in totale autonomia ed offrire così l’assistenza di cui le persone necessitano”.