OpenAI ha annunciato di essere al lavoro su una piattaforma di recruiting IA progettata per mettere in contatto aziende e lavoratori in modo più efficiente e mirato. Il servizio, denominato OpenAI Jobs Platform, dovrebbe debuttare entro la metà del 2026 e rappresenta una mossa strategica che porterà la società fondata e guidata da Sam Altman a competere direttamente con LinkedIn.

Secondo OpenAI, l’obiettivo della nuova piattaforma è sfruttare l’intelligenza artificiale per creare corrispondenze sempre più accurate tra le esigenze delle imprese e le competenze dei candidati, con un’attenzione particolare a piccole aziende e amministrazioni locali che spesso faticano ad attrarre talenti qualificati nel campo tecnologico.

L’ingresso di OpenAI nel settore del recruiting digitale non è un dettaglio secondario. LinkedIn, piattaforma fondata da Reid Hoffman (tra i primi investitori di OpenAI) e oggi parte del gruppo Microsoft, ha già introdotto numerose funzioni basate sull’IA per facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. L’arrivo della Jobs Platform potrebbe dunque creare un curioso cortocircuito, con la startup di Altman che sfida uno dei prodotti più consolidati del principale partner finanziario, Microsoft.

La competizione si annuncia particolarmente interessante, perché se da un lato LinkedIn vanta una community globale con oltre un miliardo di utenti, dall’altro OpenAI potrebbe differenziarsi puntando sulla precisione dei suoi modelli linguistici e sulla capacità di analizzare competenze e profili in modo più granulare e personalizzato.

Crediti: Shutterstock

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OpenAI Academy e certificazioni di competenze IA

La piattaforma di recruiting non sarà l’unico tassello di questa strategia. OpenAI ha infatti annunciato l’introduzione di un sistema di certificazioni in AI fluency erogato attraverso l’OpenAI Academy, il programma formativo online lanciato nel 2024. L’idea è quella di offrire attestati riconosciuti che certifichino diversi livelli di competenza nell’uso dell’intelligenza artificiale, permettendo ai lavoratori di valorizzare il proprio curriculum in un mercato sempre più competitivo.

Un portavoce dell’azienda ha dichiarato che un progetto pilota partirà entro la fine del 2025 e che l’obiettivo è arrivare a certificare 10 milioni di cittadini americani entro il 2030. Non a caso, OpenAI ha già stretto una collaborazione con Walmart, uno dei maggiori datori di lavoro privati al mondo, per integrare questo percorso formativo nei programmi di sviluppo professionale dei propri dipendenti.

L’iniziativa arriva in un contesto in cui il dibattito sull’impatto dell’intelligenza artificiale sul lavoro è più acceso che mai. Diversi dirigenti del settore tech, tra cui Dario Amodei, CEO di Anthropic, hanno avvertito che l’IA potrebbe cancellare fino al 50% delle posizioni entry-level nei ruoli impiegatizi entro il 2030. OpenAI ha riconosciuto che la tecnologia non potrà fermare questa trasformazione, ma ha sottolineato come OpenAI possa contribuire a renderla meno traumatica, aiutando le persone ad acquisire nuove competenze e collegandole con aziende alla ricerca di talenti specializzati nell’uso degli strumenti di intelligenza artificiale.

La strategia di OpenAI si inserisce inoltre in un quadro politico più ampio. L’azienda ha dichiarato che i nuovi programmi di certificazione e la Jobs Platform fanno parte del suo impegno nell’ambito dell’iniziativa della Casa Bianca per ampliare la cultura dell’IA negli Stati Uniti. Non a caso, Altman e altri dirigenti delle big tech hanno recentemente incontrato il presidente Donald Trump proprio per discutere di regolamentazione e prospettive future dell’intelligenza artificiale.