OpenAI si sta preparando all’ingresso nel mondo delle suite di produttività, oggi dominato da colossi come Microsoft 365 e Google Workspace. Secondo infatti quanto riportato da The Information, la società guidata da Sam Altman starebbe già lavorando a una piattaforma in grado di competere direttamente con Word, Excel, PowerPoint e affini, spingendo l’uso dell’IA generativa verso nuovi scenari di creazione e collaborazione.

Anche se non c’è ancora un annuncio ufficiale, l’intenzione di OpenAI di entrare in questo settore appare evidente. Lo confermano alcuni elementi già presenti nei suoi prodotti tra funzioni di esportazione avanzate, interfacce come ChatGPT Canvas pensate per lavorare su testi e codice con facilità di modifica e revisione, e strumenti sempre più orientati alla produttività individuale e collaborativa. “OpenAI sta iniziando a vedersi come uno strumento di produttività a tutti gli effetti” spiega Jack Gold, analista principale di J. Gold Associates,ed è naturale che questo includa anche strumenti simili a quelli di Office”.

Tuttavia, il percorso per scardinare l’attuale duopolio Microsoft-Google è tutt’altro che semplice. Come osservano vari analisti, le due suite di produttività attualmente dominanti a cui OpenAI potrebbe fare concorrenza sono ormai profondamente radicate nelle abitudini degli utenti e nelle infrastrutture delle aziende. “Anche Google, pur avendo integrato diverse funzionalità IA in Workspace, non è riuscita a erodere in modo significativo la quota di mercato di Microsoft”, sottolinea ancora Gold.

openai ricavi

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La vera chiave di volta per il futuro delle suite di produttività, secondo molti esperti, sarà l’interfaccia. Non più menu a tendina e ribbon complessi, ma prompt naturali, indicazioni testuali e interazione continua con l’AI. “Immaginate un documento generato in prima istanza dall’intelligenza artificiale, poi modificato e rifinito dall’utente: questo modello diventerà sempre più comune” afferma J.P. Gownder, analista di Forrester. “Entro il 2029, prevedo che PowerPoint eliminerà l’80% degli strumenti sulla barra multifunzione. Non serviranno più: basterà chiedere all’IA di creare una presentazione a partire da note o registrazioni vocali.”

Microsoft, dal canto suo, si sta già muovendo in questa direzione, trasformando Copilot nel fulcro dell’interazione con documenti, fogli di calcolo e presentazioni. Una strategia che mette in evidenza un potenziale conflitto di interessi, dato che Copilot utilizza proprio i modelli linguistici sviluppati da OpenAI. Per OpenAI, l’ingresso in questo mercato è molto più rischioso rispetto ad aziende come Zoom o beautiful.ai, proprio per via della sua stretta relazione con Microsoft”, osserva Gownder.

Una via alternativa potrebbe essere quella di appoggiarsi a strumenti open source come LibreOffice o OpenOffice, ipotizza ancora Gold. “Potrebbero fornire l’impalcatura tecnica già pronta, lasciando a OpenAI il compito di integrare le proprie funzionalità AI. Questo approccio ridurrebbe i tempi di sviluppo e i costi”.

Eppure, restano molti dubbi sulla reale capacità di OpenAI di imporsi in un settore così complesso. “Costruire una suite di produttività non è banale. Servono team specializzati, risorse tecniche e una chiara strategia di penetrazione nel mercato”, afferma l’analista indipendente Jeff Kagan. “Senza contare che Microsoft non starà certo a guardare ed è anzi molto probabile che rafforzerà ulteriormente la propria offerta per difendere la leadership”.

Infine, c’è anche un delicato equilibrio strategico da gestire. Se Sam Altman decidesse di lanciare una suite in concorrenza con quella di Microsoft, dovrà riflettere con attenzione sulle conseguenze nei rapporti con Satya Nadella (CEO di Microsoft) e partner industriale e finanziario di peso per OpenAI.