La scarsità di GPU rischia di essere un freno nello sviluppo dell’intelligenza artificiale, soprattutto perché i chip più avanzati sono prodotti solo da TSMC a Taiwan, la cui stabilità è a rischio a causa delle continue tensioni con la Cina. In questo scenario come si stanno muovendo due dei big dell’intelligenza artificiale come OpenAI e Meta?

OpenAI punta alla produzione di chip

Secondo quanto riportato da Bloomberg, il CEO di OpenAI, Sam Altman, sta cercando di raccogliere ingenti finanziamenti per realizzare una rete di fabbriche che produrranno semiconduttori. Altman ha avuto colloqui con diversi grandi investitori nella speranza di raccogliere le ingenti somme necessarie (si parla di decine di miliardi di dollari) per questi impianti di produzione di chip.

Il progetto proposto da Altman prevede la collaborazione con i principali produttori di chip e la rete di fabbriche sarebbe di portata globale. La produzione di chip, oltre agli ingenti finanziamenti che Altman sta cercando di ottenere, richiede anche abbondanti quantità di risorse naturali. I costi per realizzare questi chip sono aumentati nel corso degli anni con il progredire delle applicazioni di intelligenza artificiale (soprattutto quella generativa).

G42, con sede ad Abu Dhabi, e il gruppo giapponese SoftBank sono tra le aziende che hanno discusso con Altman, ma i colloqui sono ancora agli inizi e non è stato stilato un elenco completo dei partner e dei finanziatori coinvolti, sebbene Bloomberg citi anche Microsoft, Intel, Taiwan Semiconductor Manufacturing e Samsung Electronics come potenziali partner di OpenAI. Altman ha lavorato a lungo al progetto dei chip fino a quando non è stato temporaneamente estromesso da OpenAI lo scorso novembre e, al suo ritorno come CEO dell’azienda, ha ripreso questo suo progetto a pieno ritmo.

meta gpu

Meta fa incetta di GPU Nvidia

Passando a Meta, Mark Zuckerberg non ha intrapreso la stessa strada di Altman (o almeno non del tutto), puntando invece ad assicurarsi la fornitura di oltre 350.000 GPU Nvidia H100 entro la fine dell’anno per potenziare la strategia IA dell’azienda. Meta è attualmente impegnata nella fase di addestramento di Llama 3 (la prossima versione del suo modello di linguaggio a grandi dimensioni per l’IA generativa), ma secondo la visione di Zuckerberg i team Fundamental AI Research e Generative AI di Meta lavoreranno a stretto contatto per sviluppare le capacità fondamentali necessarie a raggiungere l’intelligenza artificiale generale (AGI).

“È ormai chiaro che la prossima generazione di servizi richiederà la costruzione di un’intelligenza generale completa e ciò renderà necessario ottenere progressi in ogni area, dal ragionamento alla pianificazione, alla codifica, alla memoria e ad altre abilità cognitive”, ha dichiarato Zuckerberg. L’addestramento di modelli IA sempre più potenti, necessari affinché l’AGI diventi qualcosa di più di una chimera, richiede enormi quantità di acceleratori ed è proprio per questo che Meta punta a mettere le mani sulle GPU Nvidia.

Nei piani di Zuckerberg in chiave IA ci sarebbero però anche la fornitura di chip IA di altri fornitori sempre entro fine anno (si parla di circa 600.000 GPU in totale) e lo sviluppo di un acceleratore IA proprietario, come rivelato a fine 2023.

A differenza di altre organizzazioni che perseguono l’AGI, Meta intende condividere apertamente gli obiettivi raggiunti e ha promesso di “aprire” i propri modelli affinché altri sviluppatori possano utilizzarli. In più Zuckerberg non ha ancora abbandonato l’idea del Metaverso, affermando anzi che l’AGI aiuterà a migliorare e a completare questo mondo virtuale interconnesso.

“Penso che molti di noi parleranno spesso con l’IA nel corso della giornata. E penso che molti di noi lo faranno usando un visore, il form-factor ideale per consentire a un’IA di vedere ciò che si vede e sentire ciò che si sente”. Proprio in questa ottica, nel 2023 Meta ha lanciato gli smartglass Ray-Ban da 329 euro in collaborazione EssilorLuxottica, che integrano una fotocamera, uno speaker e un microfono. Chi li indossa può chattare con un assistente IA e, secondo Zuckerberg, l’accoglienza nei confronti di questi occhiali intelligenti è stata più che positiva.