Mark Zuckerberg ha dato il via a una vera e propria rivoluzione nel mercato dei talenti dell’intelligenza artificiale, inaugurando una campagna di reclutamento senza precedenti per accaparrarsi i migliori ricercatori di IA al mondo. Con offerte che superano i 100 milioni di dollari di compenso nel solo primo anno, il CEO di Meta sta infatti riscrivendo le regole dell’ingaggio tecnologico globale.

Secondo quanto riportato da Wired, i pacchetti retributivi per i nuovi assi dell’IA possono arrivare persino fino a 300 milioni di dollari in quattro anni. Un livello di remunerazione che fino a poco tempo fa sarebbe stato riservato solo a intere startup, ma che ora è rivolto a singoli individui. Ed è proprio questo il cambio di paradigma: la valorizzazione estrema delle persone, più che delle idee o delle imprese.

Meta Superintelligence Labs: il dream team personale di Zuckerberg

Il progetto ha preso forma con la nascita dei Meta Superintelligence Labs (MSL), un nuovo polo interno all’azienda dedicato allo sviluppo dell’intelligenza artificiale di frontiera. Zuckerberg ha incontrato personalmente i candidati più promettenti nelle sue residenze private a Palo Alto e sul Lago Tahoe, convincendoli con offerte straordinarie e una visione ambiziosa. Tra le figure chiave spiccano Alex Wang, co-fondatore di Scale AI, nominato chief AI officer di Meta, e Nat Friedman, ex CEO di GitHub, che guiderà lo sviluppo dei prodotti IA.

In totale, Zuckerberg ha annunciato undici nuovi assi reclutati nel suo memo interno, completando così una formazione d’élite progettata per competere direttamente con i colossi OpenAI, Google e Anthropic.

Questa “asta dei talenti” scatenata da Meta avrà sicuramente effetti a catena su tutto l’ecosistema dell’intelligenza artificiale, con le aziende rivali che si troveranno ora costrette a rinegoziare i compensi per trattenere i propri ricercatori o per evitarne il corteggiamento da parte di Meta e di altri pretendenti.

OpenAI, ad esempio, ha già reagito per voce del suo CEO Sam Altman, che ha rassicurato i propri dipendenti su Slack affermando che Meta “ha assunto alcune ottime persone, ma non ha preso i nostri migliori elementi, ed è dovuta scendere molto nella lista dei candidati”. Ha poi aggiunto con un certo orgoglio: “I missionari vinceranno sempre sui mercenari”.

Meta Altman

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Uno degli effetti collaterali più preoccupanti di questa esplosione retributiva riguarda il settore pubblico. Il governo degli Stati Uniti, già in difficoltà nel trattenere esperti di alto profilo, ora si trova praticamente fuori mercato, visto che per molti giovani talenti dell’IA le possibilità di guadagnare decine di milioni in azienda rendono improbabile ogni forma di servizio pubblico.

La Cina, invece, non ha questo problema, dal momento che può richiamare i migliori cervelli a lavorare su progetti strategici statali. Come ha riportato il The Wall Street Journal, aziende cinesi come DeepSeek e Alibaba stanno guadagnando terreno a livello globale, con modelli IA sempre più utilizzati in Asia, Europa, Medio Oriente e Africa.

Una scommessa personale su individui, non imprese

Zuckerberg non è nuovo a queste manovre aggressive. Già nel 2012, notando che Facebook era in ritardo sul fronte del mobile, aveva riorientato l’intera azienda per recuperare il gap, acquisendo Instagram e WhatsApp. Ma questa volta la scommessa non è su startup già affermate, bensì su singoli individui, ovvero cervelli in carne e ossa capaci di dare un vantaggio competitivo cruciale nella corsa all’IA generativa.

Meta ha già investito massicciamente nel proprio modello linguistico LLaMA, cercando di recuperare terreno rispetto a ChatGPT (OpenAI), Claude (Anthropic) e Gemini (Google). Tuttavia, proprio il ritardo storico nell’IA generativa ha spinto alcuni potenziali candidati a rifiutare Meta, temendo che non fosse il contesto più avanzato.

Non tutti, però, sono convinti che questa corsa al rialzo sia sostenibile. I costi delle infrastrutture, dei data center e dei salari stellari richiedono infatti un ritorno economico enorme e, secondo un’indagine riportata da Axios, molte piccole aziende che usano IA non stanno neppure pagando per i servizi. Se i guadagni promessi non si concretizzano, il castello rischia di crollare.

Tuttavia, i segnali di crescita sono solidi. OpenAI ha annunciato 10 miliardi di dollari in entrate ricorrenti annuali e stima di raggiungere i 125 miliardi entro il 2029, mentre Anthropic è passata da un fatturato stimato di 1 miliardo a oltre 4 miliardi nel giro di sei mesi. Numeri che evidentemente giustificano agli occhi di Zuckerberg investimenti monstre per garantirsi un posto al vertice.