Dopo le prime notizie riportate ieri, l’evento Meta Connect dedicato agli sviluppatori ha riservato altri annunci importati a incominciare da AI Studio, una nuova piattaforma che consentirà alle aziende di creare chatbot IA per i vari servizi di messaggistica dell’azienda come Facebook, Instagram e Messenger.

Secondo Meta, a partire da Messenger, AI Studio permetterà alle aziende di “creare chatbot che riflettono i valori del loro marchio e migliorano l’esperienza del servizio clienti”. Mark Zuckerberg ha chiarito che i casi d’uso previsti da Meta per questi chatbot sono principalmente l’e-commerce e l’assistenza clienti.

AI Studio sarà disponibile inizialmente in versione alpha e Meta afferma che a partire dal prossimo anno il toolkit sarà ulteriormente ampliato. Meta ha anche annunciato di essere al lavoro su uno strumento sandbox che sarà lanciato nel corso del prossimo anno e che permetterà a chiunque di sperimentare la creazione della propria IA.

Il piano prevede di portare in futuro (non sappiamo esattamente quando) questo sandbox alle piattaforme del metaverso e di Meta, tra cui Horizon Worlds, in modo che le IA create con AI Studio possano alimentare i PNG (personaggi non giocanti) in diversi giochi ed esperienze nel metaverso.

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L’idea alla base di AI Studio può ricordare quella del 2016, quando Facebook lanciò per la prima volta un kit per sviluppatori di Messenger per chatbot di messaggistica incentrati sulle aziende. Meta però promette che i bot creati con AI Studio non saranno così “rigidi” come quelli di sette anni fa. Grazie infatti a modelli linguistici di grandi dimensioni come Llama 2 della stessa Meta, questi nuovi chatbot saranno teoricamente più capaci e dinamici nelle loro risposte.

Questo anche perché, come affermato dallo stesso Zuckerberg ai microfoni di Reuters, Meta ha utilizzato i post pubblici di Facebook e Instagram per addestrare parti di Meta AI, escludendo però i post privati condivisi solo con familiari e amici nel tentativo di rispettare la privacy dei consumatori. Come abbiamo accennato ieri, Meta non ha inoltre utilizzato le chat private sui suoi servizi di messaggistica come dati di addestramento per il modello e ha preso provvedimenti per filtrare i dettagli privati dai dataset pubblici utilizzati per l’addestramento.

“Abbiamo cercato di escludere i set di dati con una forte preponderanza di informazioni personali”, ha detto il presidente degli affari globali di Meta Nick Clegg, aggiungendo che la stragrande maggioranza dei dati utilizzati da Meta per la formazione è disponibile pubblicamente. Clegg ha citato LinkedIn come esempio di sito web i cui contenuti Meta ha deliberatamente scelto di non utilizzare per motivi di privacy.

I commenti di Clegg non sono stati fatti a caso e si spiegano anche con il fatto che molte big tech come la stessa Meta, OpenAI e Google sono state criticate per l’utilizzo di informazioni prelevate da internet senza autorizzazione per addestrare i loro modelli di intelligenza artificiale, che necessitano di enormi quantità di dati per riassumere informazioni e generare immagini.