La rivoluzione industriale dei prodotti e dei processi intelligenti e interconnessi – la quarta dopo quella della macchina a vapore, dopo l’introduzione della produzione di massa e dopo l’informatizzazione – non toglierà posti di lavoro.

Arriva dall’Advanced manufacturing strategies, l’evento organizzato da Business International e Fiera Milano Media, la previsione per il dopodomani: è Fabio Candussio, docente dei sistemi informativi aziendali all’università di Udine a delineare gli scenari. «Ci siamo già passati dalla meccanizzazione dell’agricoltura all’automazione dell’industria – dice aprendo la giornata di lavoro a Milano –. L’innovazione qualifica il lavoro: le nuove tecnologie saranno amiche di tutti».

Dietro al tema della smart manufacturing, ci sono tanti punti interrogativi. Vale, ad esempio, per la questione della sicurezza. Oppure, ancora, le inquietudini per le potenzialità dell’intelligenza artificiale, molto più veloce rispetto agli impulsi neurali.

Il presente dello smart manufacturing

Molteplici gli ambiti applicativi di questa rivoluzione industriale. La smart manufacturing, infatti, comprende l’advanced automation con machine ad alevata capacità cognitiva, il cloud manufacturing con dati raccolti da sensori in un cloud privato, l’industrial Internet of things con oggetti interconnessi tramite protocolli multifunzionali e, infine, l’advanced human machine interface con lo scambio di informazioni grazie all’ausilio di dispositivi wearable.

Le aziende non sono tutte pronte

«Le tecnologie ci sono – tira le somme Candussio – ma le aziende non sono ancora del tutto pronte a integrarle nel proprio business». Non vale, ad esempio, per Riello, Nestlè o Komatsu. Sono solo alcuni degli esempi di Industry 4.0 portati all’Advanced manufacturing strategies. La sfida è aperta a tutti: tra lo smart manufacturing e lo smart planning c’è di mezzo il mare e non resta che nuotare.