Un nuovo studio commissionato da Google e condotto da Implement Consulting rivela che la diffusione della GenAI nei prossimi dieci anni potrebbe generare fino a 11 miliardi di euro di valore aggiunto per la Pubblica Amministrazione italiana. Presentati a Roma in occasione dell’evento Google Cloud AI Live, i risultati evidenziano come questo sia un momento decisivo per la trasformazione digitale del Paese, aprendo la strada a una PA più efficiente, moderna e centrata sul cittadino.

L’importanza della formazione

La ricerca, intitolata L’opportunità dell’AI nella Pubblica Amministrazione in Italia, mostra che il 69% delle mansioni nella PA può essere integrato da soluzioni di GenAI. Automatizzando le attività ripetitive e testuali, i dipendenti pubblici potrebbero dedicarsi a compiti di maggiore valore, migliorando la qualità dei servizi e l’esperienza dei cittadini.

Lo studio mostra un crescente entusiasmo per la GenAI nella PA, con il 71% dei dipendenti che ha già sperimentato strumenti basati sull’intelligenza artificiale. Tuttavia, l’adozione sistematica resta limitata visto che solo il 15% li utilizza quotidianamente e appena il 25% delle istituzioni ha investito formalmente in soluzioni di IA.

Tra i principali ostacoli indicati dai funzionari pubblici emergono la mancanza di competenze (62%), le preoccupazioni legali e di responsabilità (50%) e i timori legati alla sicurezza dei dati (49%). Per superare questi limiti, serve un piano strutturale che combini formazione, governance e fiducia tecnologica.

Google Cloud intende supportare il settore pubblico con strumenti e programmi dedicati. Tra questi spicca Google Skills, una nuova piattaforma di apprendimento che offre oltre 3.000 corsi provenienti da Google Cloud, DeepMind e altre divisioni del gruppo. L’iniziativa sfrutta funzioni basate sull’IA e tecniche di gamification per rendere più accessibile la formazione digitale e promuovere competenze concrete per l’adozione tecnologica.

Parallelamente, Google continua a investire nella sicurezza e nella sovranità dei dati, aspetti fondamentali per la fiducia nella PA. Le cloud region di Milano e Torino, la qualifica ACN e le soluzioni di cloud sovrano permettono alle istituzioni italiane di mantenere il controllo sui dati sensibili, rispettando gli standard di conformità più elevati.

Nonostante l’adozione sia ancora in fase iniziale, alcuni enti pubblici italiani stanno già mostrando i risultati concreti dell’intelligenza artificiale:

genai pa

Crediti: Shutterstock

  • Exprivia ha sviluppato una piattaforma su Google Cloud per l’elaborazione dei dati a supporto delle agenzie spaziali, garantendo sovranità digitale e sicurezza grazie al Data Boundary
  • D4Science utilizza l’infrastruttura AI di Google Cloud e Vertex AI per creare ambienti di ricerca virtuali che riducono dell’80% i tempi di addestramento dei modelli IA, migliorando la ricerca scientifica marina
  • Regione Umbria ha lanciato UmbriaFacile, un’app mobile basata su Google Cloud che centralizza l’accesso ai servizi pubblici, con gestione locale dei dati e massima scalabilità

A supporto della crescita tecnologica italiana, Google Cloud ha annunciato un protocollo d’intesa con CDP Venture Capital, parte del Gruppo Cassa Depositi e Prestiti. La collaborazione mira a sostenere le startup italiane più promettenti con accesso a tecnologie avanzate, crediti Google Cloud e mentorship da parte degli esperti globali di Google.

L’IA domina nella logistica

Alla ricerca di Google si affianca un nuovo studio di IBM sull’IA nelle aziende di Europa, Medio Oriente e Africa (EMEA). Per quanto riguarda l’Italia, il 56% dei senior leader dichiara che la propria organizzazione ha registrato miglioramenti significativi della produttività grazie all’intelligenza artificiale, un dato inferiore alla media EMEA (66%) ma comunque indicativo di una diffusione crescente. Inoltre, il 13% dei dirigenti italiani afferma che l’adozione dell’IA ha già trasformato il modello di business della propria azienda.

Nel nostro Paese, i maggiori incrementi di efficienza si concentrano in specifici settori industriali:

  • Logistica (75%)
  • Automotive e trasporti (67%)
  • Energia e servizi pubblici (60%)
  • Manifatturiero (60%)
  • Informatica e software (57%)

In tutti questi ambiti, oltre la metà dei leader intervistati segnala un aumento tangibile dell’efficienza operativa, segno che l’IA sta iniziando a incidere sulla produttività reale. Tuttavia, come in tutta l’area EMEA, i benefici non sono distribuiti in modo uniforme e se tra le grandi imprese italiane la percentuale di aziende che registra un incremento della produttività grazie all’IA supera il 70%, tra le PMI si ferma intorno al 55%. Anche nel settore pubblico, l’adozione è ancora in una fase iniziale, con solo poco più della metà (55%) delle organizzazioni segnala miglioramenti significativi.

Dal punto di vista qualitativo, tra i 200 leader italiani che già utilizzano strumenti di intelligenza artificiale, oltre il 51% indica che i propri dipendenti possono ora dedicare più tempo al miglioramento dei processi operativi. Seguono altri vantaggi chiave come l’analisi avanzata dei dati (36%), le attività creative (29%), l’engagement dei dipendenti (28%) e la collaborazione interfunzionale (27%).

Un numero crescente di aziende italiane evidenzia anche un maggiore focus su innovazione (26%), pianificazione strategica (25%) e sostenibilità (24%), mentre quasi un dirigente su cinque segnala relazioni più solide con i clienti e maggiori opportunità di sviluppo professionale per il personale.

Infine, le aziende italiane condividono con il resto dell’area EMEA la consapevolezza dell’importanza di trasparenza, interoperabilità e libertà di scelta nei sistemi di IA. L’85% dei leader considera la trasparenza dei modelli un requisito essenziale per garantire etica e responsabilità, mentre l’84% indica come prioritaria l’interoperabilità per integrare l’IA nei sistemi IT esistenti e un ulteriore 85% sottolinea la necessità di evitare il lock-in tecnologico chiedendo soluzioni aperte e adattabili.