Il nuovo report pubblicato da Amazon Web Services (AWS) dal titolo Unlocking Italy’s AI Potential fotografa un momento di crescita senza precedenti per l’IA in Italia. Secondo lo studio condotto dalla società indipendente Strand Partners per conto di AWS, nel nostro Paese si registra in media l’adozione di una tecnologia di intelligenza artificiale ogni 75 secondi. Un dato che testimonia un’accelerazione netta rispetto all’anno precedente, con il 30% delle imprese italiane che oggi utilizza soluzioni IA rispetto al 23% dell’anno passato.

Questa espansione rappresenta una delle crescite più rapide a livello europeo, con un tasso superiore a quello medio dell’UE (27%). Per fare un confronto, la diffusione dell’IA si sta dimostrando più veloce perfino rispetto a quella dei telefoni cellulari nei primi anni Duemila, a riprova della sua forza trasformativa. Il report evidenzia anche risultati concreti per le imprese che hanno già adottato queste soluzioni, con il 93% che ha registrato un aumento dei ricavi (una crescita media pari al 27%). Si tratta di numeri che rendono chiaro il potenziale dell’intelligenza artificiale non solo come strumento tecnologico, ma come leva per la competitività economica e l’innovazione.

Secondo Giulia Gasparini, Country Leader di AWS in Italia, il ritmo con cui le aziende italiane si stanno avvicinando all’IA è la prova del riconoscimento sempre più ampio del suo ruolo centrale nella trasformazione del tessuto produttivo nazionale. Tuttavia, Gasparini avverte che rimane ancora molto potenziale inespresso. Se infatti è vero che l’entusiasmo è forte, è altrettanto necessario superare la fase sperimentale per abbracciare un’integrazione strategica e strutturata.

Nonostante il ritmo sostenuto, il livello di maturità nell’adozione dell’IA si presenta ancora disomogeneo. Il report identifica tre stadi distinti: la maggior parte delle aziende italiane (circa il 60%) si trova in una fase iniziale, in cui l’IA viene impiegata per attività di base e miglioramenti incrementali. Il 25% delle imprese ha invece raggiunto un livello intermedio di adozione, mentre solo l’11% è riuscito a portare l’IA a un livello realmente trasformativo, integrandola nei processi chiave e nei modelli di business. È in quest’ultima fascia che si concentra il maggiore potenziale di sviluppo nei prossimi anni.

Un dato particolarmente rilevante riguarda l’allocazione delle risorse. Il 71% delle imprese italiane ha già un budget dedicato all’IA, un dato superiore alla media europea del 64%. Le previsioni indicano inoltre che, entro tre anni, l’intelligenza artificiale assorbirà il 15% dell’intero budget IT delle aziende italiane, segno di una fiducia crescente nella capacità di queste tecnologie di portare benefici misurabili.

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Particolarmente dinamico si conferma il settore delle startup, che pur rappresentando una porzione più contenuta dell’ecosistema produttivo nazionale, mostra un approccio all’IA spesso più integrato e radicale. Il 61% delle startup italiane utilizza l’intelligenza artificiale in modo trasversale all’interno delle proprie attività, un quarto ha messo l’IA al centro della propria proposta commerciale e un ulteriore 29% ha già introdotto nuovi prodotti o servizi basati su queste tecnologie, mentre il 23% la impiega per applicazioni avanzate, dimostrando una forte propensione all’innovazione di frontiera.

Tuttavia, il report non ignora le difficoltà che ancora ostacolano una piena adozione. In primo luogo, i costi di conformità normativa si rivelano particolarmente gravosi: le imprese italiane dedicano infatti il 30% del loro budget tecnologico a questo ambito e il 70% prevede un ulteriore aumento delle spese nei prossimi tre anni. A ciò si aggiunge un problema di competenze, con quasi la metà delle aziende (46%) che segnala una carenza di figure professionali adeguatamente formate, in un contesto in cui si stima che il 48% dei nuovi posti di lavoro richiederà conoscenze di base sull’intelligenza artificiale.

Anche i costi percepiti come elevati rappresentano un freno, nonostante l’evidenza di ritorni significativi sugli investimenti. Infine, vi è un’incertezza normativa che pesa in modo rilevante, visto che il 70% delle imprese ammette di non comprendere appieno il proprio ruolo all’interno del quadro legislativo europeo sull’IA.

Non mancano però esempi virtuosi:

  • Pirelli ha adottato le tecnologie di intelligenza artificiale generativa di AWS in 18 stabilimenti produttivi, migliorando la sicurezza sul lavoro attraverso una gestione proattiva dei rischi
  • Latitudo40, startup attiva nell’ambito della sostenibilità, sfrutta l’IA di AWS per trasformare dati satellitari in informazioni utilizzabili da governi e industrie, contribuendo alla resilienza climatica e alla pianificazione urbana sostenibile
  • xFarm utilizza la piattaforma AWS per supportare oltre mezzo milione di aziende agricole in 100 Paesi, offrendo analisi intelligenti su salute delle colture, gestione dei parassiti e ottimizzazione delle risorse

In parallelo, AWS ha annunciato un importante piano di investimenti in Italia pari a oltre 1,2 miliardi di euro, che saranno destinati nei prossimi cinque anni all’espansione dell’infrastruttura cloud nella Regione AWS Europe (Milano). L’impatto previsto sul PIL nazionale è di circa 880 milioni di euro entro il 2029, con in più la creazione stimata di circa 5.500 posti di lavoro.

L’azienda ha anche reso disponibili Amazon Bedrock e Amazon Nova nella Regione di Milano e ha rinnovato l’impegno nella formazione, puntando a istruire 200.000 studenti italiani in materie STEM entro il 2026 per preparare le nuove generazioni alle sfide e alle opportunità dell’economia basata sull’intelligenza artificiale.

(Immagine in apertura: Shutterstock)