La nuova ricerca IBM Global AI Adoption Index 2023 evidenzia che circa il 42% delle organizzazioni con oltre 1.000 dipendenti tra quelle intervistate utilizza intensamente l’IA nelle proprie attività. Il 59% delle aziende che ha già introdotto l’IA afferma di aver intenzione di accelerare e incrementare gli investimenti in questo ambito, pur rimanendo barriere nell’adozione di questa tecnologia a causa di carenza di competenze, complessità dei dati e preoccupazioni etiche.

“Strumenti di intelligenza artificiale più accessibili, spinta verso l’automazione dei processi chiave e intelligenza artificiale sempre più integrata nelle applicazioni di business pronte all’uso sono i principali fattori che guidano l’espansione dell’IA a livello aziendale ha dichiarato Rob Thomas, Senior Vice President, IBM Software.

“Alcune organizzazioni sfruttano l’intelligenza artificiale in ambiti in cui la tecnologia può impattare più rapidamente in modo significativo, come l’IT automation, il lavoro digitale e l’assistenza clienti. Per il 40% delle aziende intervistate ancora bloccate nella sperimentazione, sono fiducioso che il 2024 sarà l’anno in cui affronteranno e supereranno barriere d’ingresso quali la mancanza di competenze e la complessità dei dati”.

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Questi i principali risultati della ricerca:

  • Il 42% dei professionisti IT delle grandi organizzazioni riferisce di aver implementato attivamente l’intelligenza artificiale, mentre un ulteriore 40% sta esplorando l’utilizzo di tale tecnologia
  • Il 38% dei professionisti IT riferisce che la propria azienda sta implementando attivamente l’AI generativa e un altro 42% che la sta esplorando
  • Le organizzazioni in India (59%), Emirati Arabi Uniti (58%), Singapore (53%) e Cina (50%) sono all’avanguardia nell’uso attivo dell’AI, rispetto a mercati in ritardo come Spagna (28%), Australia (29%) e Francia (26%)
  • Le aziende del settore dei servizi finanziari utilizzano maggiormente l’intelligenza artificiale: secondo circa la metà dei responsabili IT che operano in questo mercato la loro organizzazione ha adottato attivamente l’intelligenza artificiale. In ambito telecomunicazioni, invece, il 37% afferma di aver integrato l’AI in azienda
  • Il 59% dei responsabili IT delle aziende che implementano o esplorano l’AI afferma che la propria azienda ha accelerato gli investimenti o l’adozione negli ultimi 24 mesi
  • La Cina (85%), l’India (74%) e gli Emirati Arabi Uniti (72%) sono i mercati che hanno maggiore propensione ad accelerare l’adozione dell’AI, mentre le aziende del Regno Unito (40%), dell’Australia (38%) e del Canada (35%) sono quelle meno propense a velocizzarne l’introduzione
  • La ricerca e lo sviluppo (44%) e la riqualificazione e sviluppo della forza lavoro (39%) sono i principali investimenti nell’IA per quelle organizzazioni che esplorano o implementano l’intelligenza artificiale

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La facilità d’uso degli strumenti di intelligenza artificiale e la necessità di ridurre i costi e automatizzare i processi stanno guidando l’adozione di questa tecnologia tra le aziende intervistate. I principali fattori sono l’evoluzione e maggiore accessibilità degli strumenti (45%), la necessità di ridurre i costi e automatizzare i processi chiave (42%) e la crescente quantità di intelligenza artificiale incorporata nelle applicazioni aziendali standard (37%).

Secondo i responsabili IT, i due più importanti cambiamenti degli ultimi anni nell’area dell’IA sono la facilità di implementazione delle soluzioni (43%) e la crescente evidenza di competenze su dati, intelligenza artificiale e automazione (42%). Sono molti inoltre gli ambiti applicativi dell’IA in aree aziendali chiave per le organizzazioni intervistate che sono ancora in una fase esplorativa. Tra i principali si segnalano automazione dei processi IT (33%), sicurezza e rilevamento delle minacce (26%), monitoraggio o governance dell’IA (25%), business analytics o intelligence (24%) e automatizzazione, elaborazione, comprensione e flusso dei documenti (24%).

Come già accennato, ci sono però alcuni ostacoli che limitano l’adozione dell’IA e i relativi benefici. I principali sono:

  • Mancanza o scarsità di competenze in ambito IA (33%)
  • Eccessiva complessità dei dati (25%)
  • Preoccupazioni etiche (23%)
  • Progetti di IA troppo difficili da integrare e scalare (22%)
  • Prezzo elevato (21%)
  • Mancanza di strumenti per lo sviluppo di modelli di IA (21%)

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L’IA generativa pone inoltre diverse barriere all’ingresso rispetto ai modelli di IA tradizionali. Le preoccupazioni relative alla privacy dei dati (57%) e alla fiducia e trasparenza (43%) sono i maggiori inibitori dell’IA generativa, secondo i responsabili IT delle organizzazioni intervistate che non esplorano o implementano l’IA generativa.

E l’impatto dell’IA sul mondo del lavoro? Tra le aziende intervistate, una su cinque dichiara di non avere dipendenti con le capacità necessarie ad utilizzare nuovi strumenti di intelligenza artificiale o automazione, mentre il 16% non riesce a trovare nuove figure che dispongano di competenze utili a colmare questo divario.

L’adozione dell’IA all’interno delle aziende che necessitano di indirizzare le attività e fronteggiare la carenza di competenze o manodopera permette di ridurre le attività manuali o ripetitive con strumenti di automazione (55%) o automatizzare le risposte e le azioni self-service dei clienti (47%). Inoltre, solo il 34% sta attualmente formando o riqualificando i dipendenti per lavorare in sinergia con i nuovi strumenti di automazione e intelligenza artificiale.

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Se infine la necessità di un’IA affidabile e regolamentata è compresa dei responsabili IT, le barriere presenti rendono difficile uno sviluppo concreto. I responsabili IT, che evidenziano l’importanza di spiegare il ruolo dell’IA nel prendere decisioni all’interno della propria organizzazione, sono in gran parte d’accordo sul fatto che i consumatori sono più propensi a scegliere servizi di aziende che attuano pratiche di IA trasparenti ed etiche.

Tuttavia, tra le molte aziende che stanno già implementando l’IA e fronteggiando i molteplici ostacoli presenti, ben meno della metà riferisce di aver adottato misure verso un’IA affidabile come la riduzione dei pregiudizi (27%), il monitoraggio della provenienza dei dati (37%), l’assicurarsi di poter spiegare le decisioni dei propri modelli di IA (41%) o lo sviluppo di politiche etiche di IA (44%).