Finora, a differenza di rivali come Microsoft e Google e nonostante i suoi stessi ricercatori abbiano contribuito in modo sostanziale a questo campo, Meta è stata decisamente circospetta sul suo approccio globale all’IA. Il CEO Mark Zuckerberg aveva puntato il futuro della sua azienda sul metaverso, ma poi sono arrivati ChatGPT e l’IA generativa e nei giorni scorsi, parlando a una riunione di tutti i dipendenti dell’azienda per la prima volta dall’inizio della pandemia, Zuckerberg ha offerto una nuova visione aziendale basata proprio su IA e metaverso.

“Nell’ultimo anno abbiamo assistito a incredibili scoperte, anche qualitative, nel campo dell’IA generativa e questo ci dà l’opportunità di prendere questa tecnologia, portarla avanti e inserirla in ogni nostro prodotto”, ha dichiarato Zuckerberg. Meta ha infatti in programma di integrare l’IA generativa in WhatsApp, Messenger e Instagram, introducendo ad esempio un servizio che consenta agli utenti di Instagram di modificare le foto utilizzando suggerimenti testuali per poi condividerle nelle Storie. WhatsApp e Messenger avranno invece chatbot IA più intelligenti con cui gli utenti potranno divertirsi.

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Inoltre, Meta ha in programma di sviluppare modelli di intelligenza artificiale accessibili a più persone per ridurre la dipendenza da quello che viene fornito da pochi rivali tecnologici. Ciò consentirebbe a un maggior numero di sviluppatori di creare i propri modelli e strumenti, permettendo a più persone di creare nuovi oggetti ed esperienze nel metaverso. “Svolgeremo un ruolo importante e unico nel settore nel portare queste capacità a miliardi di persone in modi nuovi che altri non faranno”, ha continuato Zuckerberg nel suo intervento.

Tuttavia, il CEO di Meta non ha affrontato un tema piuttosto scottante, ovvero il fatto che la divulgazione al pubblico del suo modello di linguaggio di grandi dimensioni LLaMA potrebbe dare nuovi e più efficaci strumenti agli hacker malintenzionati. Una preoccupazione espressa in una lettera inviata il 6 giugno dai senatori Richard Blumenthal e Josh Hawley, rispettivamente presidente e membro della sottocommissione del Senato USA per la privacy, la tecnologia e la legge.

Meta aveva infatti rilasciato LLaMA solo a ricercatori accademici, ma il modello completo era poi trapelato in rete. LLaMA è stato addestrato su dati pubblici ma, a differenza di altri modelli pubblici, è più grande e più sofisticato. “La diffusione di LLaMA rappresenta un aumento significativo della sofisticazione dei modelli di intelligenza artificiale disponibili al grande pubblico e solleva seri interrogativi sul potenziale di un uso improprio o di abusi”, si legge nella lettera. I senatori hanno chiesto a Meta di spiegare entro il 15 giugno cosa sta facendo per impedire a LLaMA di commettere danni.