L’Unione Europea ha deciso di imprimere una svolta decisa alla propria politica sull’intelligenza artificiale, delineando due strategie complementari che intendono trasformare il continente in un punto di riferimento globale per l’innovazione tecnologica. La Commissione Europea ha infatti presentato la Apply AI Strategy e la AI in Science Strategy, due piani che si pongono l’obiettivo di diffondere l’uso dell’IA nei settori industriali e pubblici più strategici e, parallelamente, di rendere l’Europa protagonista della ricerca scientifica basata sull’intelligenza artificiale.

L’IA sta infatti ridefinendo il modo in cui le imprese operano, i servizi pubblici vengono erogati e la scienza stessa si evolve. Con queste strategie, la Commissione intende dare piena attuazione all’AI Continent Action Plan, il piano di lungo periodo lanciato ad aprile per fare dell’Europa un leader mondiale nell’IA affidabile e responsabile.

Il nostro continente dispone già di quattro supercomputer tra i dieci più potenti al mondo e sta lavorando alla realizzazione di nuove gigafactory dedicate alla potenza di calcolo e allo sviluppo dei modelli avanzati. Una base infrastrutturale solida che si unisce a un capitale umano di altissimo livello, a un ecosistema di startup in crescita e a una tradizione scientifica improntata alla collaborazione.

Apply AI Strategy

Il primo dei due pilastri, la Apply AI Strategy, è pensato per accelerare l’adozione dell’intelligenza artificiale nei settori più critici dell’economia e dell’amministrazione pubblica. Tra le aree di intervento figurano la sanità, l’energia, la mobilità, la manifattura, la difesa, l’agroalimentare e la cultura. Il duplice obiettivo è sia sostenere le grandi industrie nel processo di integrazione dell’IA nei propri flussi operativi, sia offrire alle PMI strumenti adeguati per affrontare la trasformazione digitale senza rimanere escluse dal mercato.

Tra le misure concrete previste spiccano la creazione di centri avanzati di screening basati sull’IA per la sanità e lo sviluppo di modelli e agenti intelligenti dedicati a settori specifici, come la produzione industriale e la ricerca farmaceutica. Per sostenere questa fase di adozione, la Commissione mobiliterà risorse per circa un miliardo di euro, destinando i fondi a progetti pilota e infrastrutture digitali.

Un aspetto chiave del piano è la promozione di una mentalità “AI first”, ossia la capacità di considerare l’intelligenza artificiale come parte integrante delle soluzioni a problemi complessi. Dalla diagnosi precoce di patologie fino all’ottimizzazione dei servizi pubblici, l’IA è vista come leva per migliorare la qualità della vita dei cittadini e l’efficienza delle istituzioni. Tuttavia, la Commissione ribadisce l’importanza di un approccio bilanciato, che tenga conto cioè anche dei rischi legati all’uso improprio o poco trasparente della tecnologia.

ai summit

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Per affrontare le sfide trasversali, la strategia prevede tre linee d’azione:

  • Ridurre il tempo che intercorre tra ricerca e applicazione collegando infrastrutture, dati e centri di test
  • Rafforzare le competenze della forza lavoro europea per renderla “AI ready” in tutti i settori
  • Lanciare una nuova iniziativa denominata Frontier AI, destinata a riunire i principali attori europei dell’intelligenza artificiale in un ecosistema di innovazione condivisa
  • La rete dei Digital Innovation Hubs verrà trasformata in Experience Centres for AI, luoghi fisici e virtuali dove le aziende potranno sperimentare direttamente le potenzialità delle nuove tecnologie

Per coordinare tutti questi sforzi, nascerà l’Apply AI Alliance, un forum che riunirà industria, pubblica amministrazione, università e società civile, con il supporto di un AI Observatory incaricato di monitorare i trend tecnologici e gli impatti settoriali. Parallelamente, la Commissione ha istituito anche un AI Act Service Desk per garantire un’applicazione fluida e coerente dell’AI Act, la normativa europea sull’intelligenza artificiale recentemente approvata.

AI in Science Strategy

La seconda strategia, AI in Science, punta invece a fare dell’Unione Europea un polo d’eccellenza mondiale nella ricerca scientifica alimentata dall’IA. Il fulcro di questo piano è RAISE (Resource for AI Science in Europe), un istituto virtuale europeo che coordinerà risorse, competenze e progetti dedicati allo sviluppo di strumenti IA per la scienza.

Le azioni strategiche di AI in Science si concentrano su quattro aree principali. La prima riguarda il talento e prevede di attirare e formare i migliori ricercatori al mondo grazie a reti di eccellenza e programmi di dottorato finanziati con 58 milioni di euro. La seconda area è la potenza di calcolo, con 600 milioni di euro provenienti dal programma Horizon Europe destinati a garantire ai ricercatori europei un accesso privilegiato alle gigafactory di IA e alle infrastrutture di supercalcolo.

La terza direttrice, che riguarda il finanziamento alla ricerca, ha come obiettivo raddoppiare gli investimenti annuali in intelligenza artificiale fino a oltre 3 miliardi di euro, raddoppiando anche quelli destinati specificamente all’IA applicata alla scienza. La quarta area incentrata sui dati prevede che la Commissione aiuti la comunità scientifica a colmare le lacune nei dataset e a creare archivi di dati coerenti e interoperabili, fondamentali per alimentare modelli di apprendimento automatico efficaci e trasparenti.

Il Joint Research Centre della Commissione contribuirà a entrambe le strategie fornendo valutazioni tecniche, studi settoriali e rapporti sul modo in cui l’intelligenza artificiale sta modificando i metodi e le pratiche della ricerca scientifica.

Guardando al futuro, la Commissione presenterà entro la fine di ottobre una Data Union Strategy per armonizzare le politiche sui dati con le esigenze delle imprese, del settore pubblico e dei cittadini europei. In questo contesto, l’AI in Science Summit di Copenhagen, previsto per novembre 2025, rappresenterà un momento cruciale per il lancio ufficiale delle nuove iniziative e per l’avvio della collaborazione tra istituzioni, mondo accademico e industria privata, in vista di un’Europa sempre più protagonista dell’era dell’intelligenza artificiale.