Editori europei presentano esposto all’antitrust contro l’AI Overview di Google Search

Negli ultimi mesi, il dibattito sull’impatto delle tecnologie di intelligenza artificiale nel settore dell’informazione ha assunto toni sempre più accesi. Al centro della discussione si trovano Google e la sua funzione AI Overview, che promette di rivoluzionare il modo in cui gli utenti accedono alle informazioni online. Tuttavia, questa innovazione ha sollevato forti preoccupazioni tra gli editori indipendenti europei, che hanno deciso di presentare un formale reclamo antitrust presso la Commissione UE.
Gli AI Overview sono riassunti generati dall’intelligenza artificiale che appaiono in cima ai risultati di ricerca di Google, sopra i link tradizionali ai siti web. Lanciati in oltre 100 paesi, questi box offrono agli utenti una risposta sintetica e immediata alle loro domande, spesso attingendo direttamente ai contenuti pubblicati da testate giornalistiche e altri editori online. Da maggio, Google ha iniziato anche a inserire annunci pubblicitari all’interno di questi riassunti.
Il cuore della contestazione degli editori, rappresentati dall’Independent Publishers Alliance, è duplice:
- Uso non autorizzato dei contenuti: secondo i firmatari del reclamo, Google sfrutta i contenuti prodotti dagli editori per alimentare i propri riassunti, senza chiedere un consenso esplicito né riconoscere un compenso adeguato
- Danno economico e di visibilità: la presenza degli AI Overview in cima ai risultati di ricerca riduce drasticamente il traffico verso i siti originali, con conseguente calo di lettori e ricavi pubblicitari. Gli editori denunciano una perdita significativa di traffico e di redditività, tanto da parlare di “danno irreparabile” se la situazione non verrà affrontata tempestivamente.
Un elemento particolarmente critico è l’assenza di una reale possibilità di “opt-out”, visto che per non vedere i propri contenuti utilizzati da Google AI, gli editori dovrebbero rinunciare completamente alla visibilità nei risultati di ricerca, una scelta insostenibile per la loro sopravvivenza economica.
Google respinge le accuse, sostenendo che gli AI Overview rappresentano un’opportunità per gli editori, in quanto stimolano nuove domande da parte degli utenti e potenzialmente generano ulteriore traffico verso i siti web. L’azienda sottolinea che le variazioni di traffico possono dipendere da molteplici fattori e che spesso i dati citati dagli editori non riflettono la complessità del fenomeno.
La questione va comunque oltre il semplice conflitto tra Google e gli editori. In gioco ci sono infatti anche il futuro del pluralismo dell’informazione e la sostenibilità economica del giornalismo indipendente. Se gli utenti trovano risposte esaustive direttamente nei box AI di Google, la motivazione a cliccare sui link originali diminuisce, minando così il modello di business basato sulla pubblicità e sull’audience.
Inoltre, la posizione dominante di Google nel mercato delle ricerche online rafforza la preoccupazione che l’azienda possa abusare del proprio potere, penalizzando i concorrenti e limitando la varietà delle fonti informative accessibili agli utenti.
Gli editori chiedono alla Commissione Europea di intervenire con misure urgenti, anche temporanee, per evitare che il danno diventi irreversibile. Tra le richieste figurano l’obbligo per Google di ottenere un consenso esplicito prima di utilizzare i contenuti editoriali nei riassunti, la possibilità per gli editori di escludersi dagli AI Overview senza perdere la presenza nei risultati di ricerca tradizionali e, infine, un maggiore equilibrio nella distribuzione del valore generato dalla ricerca online tra piattaforme e produttori di contenuti.