Bard, il chatbot IA di Google e principale rivale di ChatGPT, sarà presto integrato in Google Assistant e quindi in circa due miliardi di dispositivi. Lo ha detto ieri il Product Lead di Bard Jack Krawczyk alla conferenza Reuters NEXT a New York. Il collegamento tra Bard e Google Assistant, che debutterà nei prossimi mesi sui dispositivi mobili, farà conoscere l’intelligenza artificiale a un numero maggiore di persone.

“Pensiamo che questa integrazione aprirà una strada completamente nuova per la fruizione dell’IA generativa”, ha detto Krawczyk. Queste prospettive sottolineano le ambizioni di Google nei confronti dell’IA, ma riflettono anche la crescente concorrenza in questo settore. Anche Amazon ha promesso di aggiornare il suo assistente Alexa con l’IA generativa, mentre OpenAI ha recentemente aggiunto i comandi vocali a ChatGPT, oltre ad altre funzionalità simili a quelle degli agenti IA.

Krawczyk ha dichiarato che il suo scopo è quello di migliorare l’utilità di Bard piuttosto che studiare la possibilità di monetizzazione come un modello di abbonamento o annunci pubblicitari. La fidelizzazione nei confronti di Bard, che non era iniziata benissimo, è migliorata nel tempo con l’introduzione di risposte più rapide e controllate, ha precisato Krawczyk, che ha però ricordato anche come il pericolo di “allucinazioni” e di risposte fuorvianti sia tutt’altro che scampato.

Sempre restando in ambito “IA-device”, Humane, una startup della Silicon Valley con una lista stellare di co-fondatori e dirigenti, ha presentato ieri un dispositivo da 699 dollari chiamato Ai Pin e progettato per essere indossato; toccandolo, si può iniziare a parlare con un assistente virtuale alimentato da ChatGPT e dalla potenza di calcolo del cloud di Microsoft. Ai Pin utilizza inoltre un sistema di proiezione laser per visualizzare testi e immagini monocromatiche sulla mano dell’utente.

Fondata da ex veterani di Apple che hanno lavorato all’iPhone, Humane è una delle tante aziende della Silicon Valley che cercano di inventare la prossima ondata di dispositivi consumer, siano essi mobile o indossabili. A differenza però di Meta e Apple con i loro visori Ar e VR, secondo il cofondatore e presidente di Humane, Imran Chaudhri, “il futuro non è sul nostro volto”, riferendosi appunto a device come i Meta Quest o il Vision Pro.

Humane offre infatti un dispositivo privo di schermo che si affida quasi interamente all’intelligenza artificiale per interagire con l’utente. L’assistente virtuale di Pin compone messaggi con il tono di voce dell’utente e offre la funzione Catch Me Up per riassumere i messaggi ricevuti (email ma non solo). Ai Pin include anche una fotocamera che può sfruttare la visione computerizzata per scansionare oggetti come il cibo, indicando all’utente una stima del suo contenuto nutrizionale.

“Ai Pin è l’incarnazione della nostra visione di integrare l’intelligenza artificiale nel tessuto della vita quotidiana, migliorando le nostre capacità senza mettere in ombra la nostra umanità”, ha dichiarato Chaudhri. L’azienda, che ha raccolto 241 milioni di dollari da Microsoft, dal CEO di OpenAI Sam Altman e da altri finanziatori, ha annunciato che Ai Pin sarà disponibile negli Stati Uniti a partire dal 16 novembre.