D-Wave Systems ha annunciato la firma di un accordo di sette anni con Google, la NASA e l’Universities Space Research Association (USRA) per la fornitura di computer quantistici. La società ha recentemente completato l’installazione del nuovo sistema D-Wave 2X, che vanta un processore quantistico con 1000 qubit.

Grazie ai suoi 1000 qubit, il processore quantistico D-Wave 2X valuta contemporaneamente 2 alla 1000 possibili soluzioni, [un numero più grande del numero di] delle particelle che ci sono nell’universo osservabile”, scrive la società sul suo blog.

I computer quantistici utilizzano i qubit, o bit quantistici, che si basano sulle leggi della meccanica quantistica per raggiungere vari stati. I transistor utilizzano invece due soli stati, “acceso” o “spento”. I qubit possono contenere più stati contemporaneamente, e questo gli permette di svolgere più calcoli in parallelo, aumentando notevolmente la potenza di elaborazione.

Eppure, c’è almeno un aspetto che rende i computer quantistici una sfida: secondo D-Wave, i qubit richiedono una temperatura di funzionamento inferiore a 15 millikelvin, una temperatura vicina allo zero assoluto e 180 volte più fredda di quello dello spazio interstellare.

La rivincita di D-Wave

Per anni, alcuni scettici hanno considerato D-Wave una gigantesca bufala. L’accordo con la NASA, Google e altri enti legittimano la sua tecnologia.

D-Wave ha detto in un comunicato che si tratta dell’ordine più importante della sua storia, sia in termini di volumi che per la possibilità di far decollare una tecnologia ancora poco conosciuta.

L’affinità di Google con l’informatica quantistica

Nel 2014, Google dichiarò che stava progettando un proprio processore quantistico, in collaborazione con UC Santa Barbara. Hartmut Neven, direttore tecnico di Google, è anche a capo del suo Quantum Artificial Intelligence Lab. Ma il gigante delle ricerche ha messo da parte l’ambizioso progetto, almeno per il momento.

La NASA e l’USRA utilizzano già una macchina da 500 qubit, nota come Wave Two, presso l’impianto di Ames, dal 2013. Le macchine sono utilizzate “per esplorare il potenziale della computazione quantistica e la sua applicabilità a una vasta gamma di problemi complessi come ricerca web, riconoscimento vocale, pianificazione e programmazione, gestione del traffico aereo, missioni robotiche verso altri pianeti”.

Google è coinvolto in molte di queste stesse aree e probabilmente vuole migliorare Google Maps e altri servizi, e forse anche andare oltre.