Una nuova ricerca di Avanade fa emergere uno scenario in cui la maggior parte dei dirigenti d’azienda sta già investendo e ricevendo benefici dal crescente utilizzo di tecnologie intelligenti (smart technologies) nei luoghi di lavoro come device connessi, dispositivi indossabili e soluzioni di intelligent automation. Una delle principali cause dell’adozione di smart technologies è l’aumento dei ricavi che, secondo le previsioni dei leader del settore business e IT, cresceranno del 33% entro i prossimi cinque anni (del 38% secondo i manager italiani che hanno partecipato alla ricerca).

Inoltre, le aziende stanno prevedendo di aggiornare professionalmente la propria forza lavoro attuale, con la creazione di nuove figure professionali e una riorganizzazione della struttura interna, dal momento che nel futuro è attesa una riqualificazione del 20%, nella media globale degli intervistati (il 25% secondo i manager italiani), degli attuali ruoli aziendali.

La ricerca, basata su interviste a 500 top manager (C-level), responsabili di business unit aziendali e decision makers nel settore IT di 9 Paesi tra cui Italia, USA, Francia e Germania, ha messo in luce anche altri spunti interessanti.

Il 63% delle aziende nella media globale (il 79% in Italia) ha già fatto importanti investimenti in smart technologies ed inizia ad ottenerne benefici, tra i quali emergono l’incremento dei ricavi, il miglioramento della customer experience e un innalzamento del livello di soddisfazione dei propri dipendenti.

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op manager aziendali sono tuttavia alle prese con alcune questioni etiche derivanti dall’uso delle smart technologies

Il 92% dei manager a livello globale (in Italia il 96%) crede inoltre che sarà più facile attrarre e trattenere i migliori talenti grazie all’aumento dell’utilizzo di smart technologies nell’ambiente di lavoro. Il 73% degli intervistati a livello globale (in Italia il 69%) afferma che le aziende avranno bisogno di assumere dipendenti più qualificati per prendere decisioni sempre più complesse.

Le abilità più apprezzate in un vero e proprio digital workplace, secondo la media dei decision maker intervistati a livello globale, saranno la capacità di problem solving (61%), la capacità di raccogliere e analizzare i dati (59%), il pensiero critico (51%) e lo spirito di collaborazione (51%). Per i dirigenti italiani questa classifica è leggermente diversa, con la capacità di raccogliere e analizzare i dati a primeggiare con il 63%, seguita dal problem solving con il 54%, e dal pensiero critico e lo spirito di collaborazione con il 44%.

Infine circa il 60% della media dei manager intervistati a livello globale (il 63% per quanto riguarda i manager italiani) crede che le smart technologies avranno un ruolo chiave nelle attività di supporto alla customer experience. Sempre il 60% della media globale pensa che le smart technologies avranno la capacità di identificare le opportunità di vendita (67% per gli italiani intervistati), e il 49% pensa che saranno capaci di individuare i clienti a rischio (appena il 38% per i business leader italiani).

Mentre i benefici derivanti dall’adozione delle smart technologies appaiono chiari ed evidenti, i top manager aziendali sono tuttavia alle prese con alcune questioni etiche derivanti dall’uso delle stesse, con la maggior parte degli intervistati (a livello globale e italiano) disposti a spendere fino al 10% del budget IT aziendale per far fronte nei prossimi 5 anni alle questioni etiche poste dal crescente utilizzo delle tecnologie intelligenti in azienda.