Una rivoluzione è in arrivo. E anche il pubblico in generale capisce che ha qualcosa a che fare con occhiali o visori. Ma qual è esattamente la realtà della prossima rivoluzione? Realtà virtuale (VR), realtà aumentata (AR), realtà estesa (ER) o realtà mista (XR)? Mark Zuckerberg ha cambiato il nome della sua azienda da Facebook a Meta, riuscendo miracolosamente a convincere i media a riferirsi a tutte queste realtà come al “metaverso”. Un miracolo del marketing che ha anche portato molti a vedere Zuckerberg come il leader di questa nuova tendenza.

Ecco perché le persone sono rimaste scioccate in negativo quando Zuckerberg ha condiviso un “selfie” del proprio avatar da Horizon Worlds, il gioco di realtà virtuale di Meta; invece di sembrare il futuro, quell’immagine sembrava emersa dagli anni ’90. In seguito, il CEO di Meta ha spiegato su Instagram che la grafica era “molto semplice e che l’immagine era stata presa di fretta per celebrare il lancio del gioco”.

Scuse che lasciano un po’ il tempo che trovano, ma che testimoniano una cosa oggi piuttosto palese. Mentre Zuckerberg afferma che la realtà virtuale è il futuro, Apple afferma che il futuro è nelle mani della realtà aumentata. Confondendo ulteriormente le cose, Apple dovrebbe portare sul mercato il prossimo anno un prodotto VR da utilizzare per l’AR.

Cosa è rivoluzionario (e cosa no)

C’è così tanto hype e clamore intorno al cosiddetto metaverso che è importante fermarsi un attimo e capire cosa sta succedendo ora e cosa è probabile che accada in futuro.

  • Non c’è metaverso, né ci sarà mai. Un metaverso è una versione condivisa, aperta, virtuale e aumentata di Internet. I giorni in cui industrie, aziende tecnologiche e governi potevano riunirsi e concordare su un’unica piattaforma sono ormai lontani.
  • I dispositivi di base dell’utente finale per esperienze di realtà virtuale e aumentata possono essere suddivisi in tre categorie: ingombranti visori di realtà virtuale solo per interni, ingombranti visori per realtà aumentata solo per interni e occhiali per la realtà aumentata da indossare anche per tutto il giorno che sembrano (appunto) normali occhiali.
  • Di queste tre grandi categorie, le prime due offriranno esperienze emozionanti e di alta qualità, ma saranno sempre prodotti relativamente di nicchia utilizzati per tutti i tipi di cose, ma simili come categoria di prodotti alle console per videogiochi o ai droni: popolari, ma non centrali per la vita della maggior parte delle persone.
  • La terza categoria (occhiali AR che possono essere indossati tutto il giorno e in tutte le situazioni sociali) sostituirà probabilmente gli smartphone come dispositivo centrale per tutti noi. Questo tipo di dispositivo introdurrà una rivoluzione nella cultura umana e trasformerà il modo in cui viviamo, lavoriamo e pensiamo. Per diversi osservatori è ragionevole prevedere che entro 10 anni gli occhiali AR saranno più importanti, più centrali per il nostro lavoro e la nostra vita rispetto agli smartphone.

Ecco cosa sappiamo sui piani di Apple basati su segnalazioni, brevetti, fughe di notizie e approfondite analisi del codice fin qui rilasciato dagli ingegneri di Cupertino. Apple ha centinaia di dipendenti che sviluppano attivamente due piattaforme hardware separate che eseguiranno un sistema operativo Apple chiamato realityOS. La prima piattaforma è il visore VR, mentre la seconda è rappresentata dagli occhiali AR.

Il visore VR dovrebbe arrivare sul mercato il prossimo anno ed è essenzialmente un hardware VR da utilizzare principalmente per l’AR, sebbene supporterà anche la VR. In chiave AR una telecamera catturerà la vista dell’ambiente fisico dell’utente, che apparirà all’utente in tempo reale e sarà potenziata con informazioni sonore e visive. La killer app di Apple per questa piattaforma saranno riunioni basate su avatar. L’hardware sarà potente come un PC (e costoso… almeno 2.000 dollari) e sfoggerà due display 8K, uno per ogni occhio.

Gli occhiali AR supporteranno le lenti da vista e potrebbero essere pronti per il 2025. Sappiamo però ancora poco o nulla della configurazione definitiva di questo dispositivo AR e probabilmente Apple non ha ancora definito le specifiche finali. Di questi due prodotti (il visore e gli occhiali) saranno molto probabilmente gli occhiali a portare quella rivoluzione di cui abbiamo parlato prima che spodesterà gli smartphone come piattaforma centrale di cambiamento culturale.

 

Due piattaforme?

Sulla base dei commenti del CEO Tim Cook (l’ultimo dei quali a giugno), Apple ritiene che l’AR sia il futuro di Apple. Allora perché due piattaforme? Perché il visore VR? Perché Apple non aspetta che siano pronti gli occhiali AR? È probabile che il visore VR funzionerà principalmente come una sorta di proof of concept o design di riferimento per i successivi occhiali AR. Probabilmente il visore VR di Apple competerà in un mercato affollato di prodotti adatti solo a esperienze al chiuso e basate su hardware ingombrante che non troverà una diffusione di massa.

Questo visore darà però agli sviluppatori un motivo per continuare a lavorare con ARkit o per usare ARkit per la prima volta. Consentirà agli sviluppatori aziendali di creare app personalizzate, incoraggerà i mercati di nicchia a utilizzare realityOS per il marketing di eventi e il marketing esperienziale. Mostrerà al mondo ciò che Apple sta pianificando e renderà il mondo pronto per i successivi Apple Glasses.

Andando oltre, alcuni osservatori prevedono che Apple chiamerà questo visore Apple Reality. Uno scenario ideale per Cupertino sarebbe quello di far uscire i suoi occhiali AR in tre anni e il giorno della spedizione avere già migliaia di app da eseguire su di essi. Le app di successo richiedono molto tempo per essere sviluppate. E le aziende hanno bisogno di anni di tempo per test, sviluppo, formazione e integrazione. Il visore Reality darà loro il tempo di cui hanno bisogno.

Perché gli smartglass cambieranno il mondo

Gli occhiali intelligenti che potete indossare ovunque tutto il giorno come occhiali normali consentiranno quella che alcuni chiamano la “società aumentata”. Ad esempio, quando siete su una pagina web, leggete un ebook o visualizzate un documento sul vostro laptop, ogni elemento che vedete è una porta per informazioni rilevanti che possono essere copiate, incollate, condivise, acquisite, indicizzate, duplicate, campionate, salvate e ricercate.

I ricercatori dell’Università del Surrey hanno svelato una nuova versione del loro progetto Next Generation Paper (NGP). Con carta conduttiva a basso costo, i libri cartacei fisici possono offrire contenuti aumentati con un semplice gesto, come un passaggio del foglio. Le informazioni contestuali vengono visualizzate su un dispositivo nelle vicinanze. Questa idea sarà spazzata via dagli occhiali AR, che saranno in grado di riconoscere il testo e offrire qualsiasi tipo di informazione contestuale con i gesti delle mani, senza bisogno di carta speciale, smartphone o tablet. Le informazioni contestuali passeranno direttamente sopra il libro.

Telecamere e altri sensori, oltre all’intelligenza artificiale, consentiranno ai nostri occhiali di riconoscere libri, nonché segnali, punti di riferimento, oggetti, persone e altro ancora. I codici QR diranno agli occhiali dove posizionare immagini e informazioni virtuali. L’enorme cambiamento effettuato dall’AR è che tutte le cose, non solo le cose digitali, possono acquisire attributi digitali.

La conoscenza delle cose sembrerà sempre più risiedere nelle cose stesse, non nelle menti umane o su Internet. Il mondo diventerà Internet e Internet diventerà il mondo. Mentre si è tentati di chiedersi in che modo gli occhiali intelligenti consentiranno il tipo di cose che facciamo sugli smartphone, è importante ricordare che gli smartphone hanno abilitato comportamenti a cui non eravamo abituati, come pubblicare foto sui social media. Gli smartglass trasformeranno il mondo intero nei nostri computer personali potenziati dall’intelligenza artificiale e introdurranno anche comportamenti e abilità che non possiamo ancora immaginare. Apple non può permettersi di arrivare al secondo posto nella prossima tecnologia di cambiamento culturale. Ed ecco perché sta costruendo due piattaforme: una per gli sviluppatori, l’altra per la rivoluzione.