Altea Federation è diventata nodo validatore di Commercio.network, progetto ideato e sviluppato da Enrico Talin e unica blockchain conforme al regolamento europeo eIDAS (electronic IDentification Authentication and Signature) e pertanto in grado di emettere identità digitali, firme elettroniche, certificare lo scambio di documento, garantire pagamenti con il rispetto dei parametri di antiriciclaggio e trasferire asset in modo legalmente vincolante su tutto il territorio europeo.

Commercio.network è basata sulla tecnologia blockchain di terza generazione dell’ecosistema Cosmos e utilizza un algoritmo di consenso Proof of Stake (PoS) invece di quello Proof of Work (PoW) utilizzato dalle blockchain di Bitcoin o Ethereum per convalidare le transazioni.

Questo le conferisce una maggior scalabilità e con un minor consumo energetico – e quindi impatto ambientale – che permette di elaborare fino a 15.000 transazioni al secondo con un costo di 1 centesimo ciascuna. Commercio.network dichiara che i suoi consumi energetici in un anno sono equivalenti a quelli delle blockchain PoW in un solo secondo.

Un altro aspetto molto importante è che – a differenza delle blockchain Proof of Work, che hanno un approccio probabilistico che prevede la possibilità di riaprire un blocco di transazioni e modificarlo, la validazione di Commercio.network è di tipo deterministico.

“Ogni 7 secondi, il cento percento dei blocchi viene chiuso in modo immutabile”, afferma Andrea Ruscica, President & Strategy Lead di Altea Federation intervistato da Computerworld.

Questi benefici sono possibili proprio grazie alla presenza di nodi validatori che, a fronte di un impegno anche economico nel mantenimento della blockchain, hanno voce in capitolo nella discussione e approvazione dei meccanismi di governance della blockchain.

Andrea Ruscica, President & Strategy Lead di Altea Federation.

Andrea Ruscica, President & Strategy Lead di Altea Federation.

“Credo nel potere dirompente della tecnologia, ma anche nei processi fatti di piccoli passi con verifica continua del suo valore e della sua sostenibilità nel mondo reale. Ogni tecnologia ha bisogno di raggiungere un certo livello di maturazione: adottarla troppo presto potrebbe non essere la scelta migliore. Con le blockchain 3.0, e le prospettive del Web3.0 a essa collegate, credo che ci siamo arrivati, e ho voluto essere nodo validatore per confermare questo impegno e per comprendere meglio e dall’interno le dinamiche di funzionamento e l’evoluzione della blockchain”, afferma Ruscica.

Servizi disponibili sulla blockchain e applicazioni possibili

La blockchain Commercio.network offre al momento sei diversi Smart Contract che le aziende possono utilizzare e integrare nei propri processi in modo semplice e conveniente:

  • CommercioID, gestione dell’identità elettronica di terza generazione
  • CommercioSIGN, firma elettronica avanzata, legalmente vincolante
  • CommercioDOC, protocollo di consegna elettronica certificata per scambiare documenti
  • CommercioKYC, per la consegna certificata eDelivery e le normative antiriciclaggio (Know Your Customer)
  • CommercioPAY, per le richieste di pagamento SEPA
  • CommercioDEX, per la tokenizzazione di asset, crediti e debiti, trasferendone diritti e oneri al portatore.

“Al momento stiamo lavorando con alcuni clienti a dei progetti proof-of-concept, che puntano ad asseverare transazioni importanti, che oggi richiedono l’intervento di enti regolatori e impongono responsabilità sulle misure di sicurezza”, afferma Ruscica. Con la blockchain diventa infatti possibile erogare servizi senza necessariamente essere depositari di informazioni personali sensibili della controparte, e quindi diventare responsabili del loro trattamento. L’utente può infatti esporre alla controparte dello smart contract solo i dati strettamente necessari all’erogazione del servizio.

“Altre applicazioni che vogliamo esplorare sono l’emissione di coupon di ogni tipo – dal buono pasto al voucher di viaggio – che non richiedano una validazione da parte dell’emettitore, e la tokenizzazione digitale di asset fisici (cartolarizzazione, l’avremmo chiamata in passato) che permette di spezzettare beni fisici, immobili o crediti e scambiare i token con terzi, creando una finanza decentralizzata e flessibile”.

Molto promettenti sono anche la certificazione dello scambio di informazioni e il tracciamento di filiera, in particolare quelle altamente regolate come nell’industria farmaceutica, dove serve una certificazione assoluta della provenienza delle merci, verificata da enti terzi che registrano e trasferiscono le informazioni a ogni scambio. “Se questi scambi fossero sostenuti dalla blockchain decentralizzata, distribuita, immutabile e certificata dai criteri europei, gli smart contract potrebbero sostituire tutto il processo”, afferma Ruscica.

Una rivoluzione, con qualche ostacolo da superare

La tecnologia blockchain e il Web3 hanno la potenzialità di creare una vera rivoluzione negli attuali aspetti di potere nel mondo dei dati. “Se con Web 1 e Web 2.0 abbiamo potuto scambiare informazioni, tutte le transazioni erano comunque regolate da poche, enormi organizzazioni che gestiscono trust e veridicità delle informazioni in modo centralizzato (banche, istituti di credito, piattaforme), con tre problemi:

  1. si tratta di servizi che vengono pagati a caro prezzo;
  2. le organizzazioni possono essere vulnerabili, e un furto di dati o credenziali può creare gravi danni agli utenti;
  3. queste organizzazioni finiscono per essere gli unici depositari della storia delle transazioni di una persona o azienda. Una informazione molto preziosa e che viene quindi rivenduta”.

Una situazione che genera enormi squilibri secondo Ruscica, che sottolinea che la blockchain può offrire quella persistenza delle informazioni impossibile nelle applicazioni web non stateful.

“La mia identità non sarà più in mano a piattaforme o istituti di credito, ma sarà depositata nel mio wallet (il software che detiene chiavi e credenziali per eseguire transazioni sulla blockchain, NdR), un concetto e uno strumento che tutti dovremmo imparare a conoscere e usare, ma che non è privo di complicazioni per le persone meno preparate tecnicamente”, conclude Ruscica.