“Prima di tutto, diamo una definizione facile da comprendere di quello che è e non è blockchain. Non è né bitcoin, né nessun’altra specifica criptomoneta. I Bitcoin sono semplicemente una delle applicazioni della tecnologia blockchain. Blockchain è spesso confrontata con il libro mastro (general ledger), ma è più semplicemente un database condiviso e decentralizzato che registra le transazioni tra due parti in maniera efficiente, permanente e verificabile”.

Così Nicola Attico, Solution Consultant Manager di ServiceNow Italia, descrive il fenomeno della blockchain, paragonandolo a una transazione tra privati come l’acquisto di una casa. Quando si compra una casa, le parti devono sottoscrivere una serie di contratti, incluso il trasferimento del titolo di proprietà dal precedente proprietario al nuovo proprietario. Il processo per rendere effettivi i contratti e trasferire la proprietà dura solitamente diverse settimane e coinvolge diversi attori, tra i quali chi vende, chi compra, il notaio e ognuno riceve una sua copia della documentazione.

Nel mondo della blockchain, invece, la registrazione del cambiamento di proprietà può essere conservata su un registro condiviso tra migliaia di computer in tutto il mondo in modo sicuro e distribuito. Questa registrazione è permanente e non può essere alterata. Inoltre, si riducono il tempo per il trasferimento della proprietà e il numero di persone coinvolte, rendendo il processo più efficiente e disintermediato.

Blockchain, quindi, è la tecnologia abilitante per mantenere le registrazioni all’interno del libro mastro, mentre i bitcoin sono un’applicazione di questa tecnologia nell’ambito della moneta. Blockchain tiene traccia di chi possiede i bitcoin e delle transazioni tra i diversi account.

blockchain

Bank of America, JPMorgan, La Borsa di New York e altre organizzazioni stanno testando questa tecnologia per sostituire le transazioni e i processi manuali basati su tecnologie tradizionali e spesso obsolete in aree come il trade finance, il foreign exchange, i pagamenti internazionali e lo scambio di titoli. Come spiegato da uno studio di Iansiti & Lakhani, “se la compravendita di azioni avvenisse all’interno di un sistema basato su blockchain, l’esecuzione impiegherebbe pochi secondi per essere definita in maniera sicura e verificabile”. Banca Santander afferma invece che la blockchain potrebbe eliminare i costi di infrastruttura per i pagamenti transfrontalieri, gli scambi di titoli e la compliance normativa, facendo risparmiare dai 15 ai 20 miliardi di dollari all’anno.

Oltre al mondo finance dei pagamenti e del trading, un altro importante settore che potrebbe ottenere benefici sostanziali è quello assicurativo, mediante la disintermediazione del ciclo di vita dei contratti. Corda, il risultato di una joint venture tra 100 istituzioni finanziarie, è una piattaforma blockchain che può per esempio automatizzare il processo di liquidazione delle polizze assicurative, oggi in gran parte manuale e basato su carta. A questo proposito, AXA ha già lanciato un proprio prodotto basato su blockchain.

Nonostante il potenziale, questa tecnologia deve ancora affrontare molte sfide. Il maggiore ostacolo è la standardizzazione, visto che non esiste oggi uno standard comune per sviluppare le applicazioni blockchain. Questo rallenta l’adozione e riduce l’interoperabilità tra le diverse piattaforme.

La tecnologia inoltre è ancora in una fase iniziale ed è necessario ancora del tempo prima che diventi abbastanza matura per realizzare le promesse fatte nel momento della sua creazione, tra cui rendere efficienti le transazioni finanziarie e garantire lo scambio di asset. Ci sono poi moltissime applicazioni al di fuori del settore finanziario. Blockchain è stata utilizzata per tracciare le spedizioni e automatizzare le accettazioni doganali, mentre Walmart ha utilizzato la blockchain per ridurre il tempo utilizzato per ricostruire la cronologia delle spedizioni di mango da oltre sei giorni a due minuti.

“La blockchain è insomma destinata a cambiare in molti mercati il mondo in cui le transazioni sono eseguite, ma per una sua adozione di massa dovranno passare ancora almeno cinque anni”, conclude Attico.