Ultimamente il mondo della tecnologia non parla d’altro che di ChatGPT, e a ragione. Lo strumento basato sull’intelligenza artificiale è impressionante, ma i dubbi le preoccupazioni sono tante: dalla violazione del copyright, il plagio, l’uso truffaldino nelle scuole e persino la minaccia per molti posti di lavoro, quindi non c’è da stupirsi che le persone per mestiere scrivono si sentano preoccupate per un’intelligenza artificiale che apparentemente può farlo altrettanto bene. Ci sono anche aziende tecnologiche che guardano al futuro:  i computer hanno la capacità di conversare in modo naturale e di creare contenuti che le aziende possono effettivamente utilizzare, su una scala, con una velocità e un costo che gli esseri umani non possono assolutamente eguagliare.

Ma ChatGPT, Google Bard e la chat di Bing sono solo una piccola parte della rivoluzione dell’intelligenza artificiale generativa. Nell’ultimo anno il mondo dell’arte è stato in subbuglio dai nuovi strumenti di IA generativa per immagini e si è spaventato per gli stessi problemi: pregiudizi, violazioni di copyright, perdita di posti di lavoro eccetera. I deepfakes, in cui le reti neurali sostituiscono le persone nei video con un realismo sbalorditivo, sono stati la punta dell’iceberg.

Questi strumenti non sono solo una novità, ma sono ancora in una fase esordiente e stanno migliorando molto rapidamente. Le grandi aziende tecnologiche come Google e Microsoft vedono in questa nuova forma di IA una parte importante del nostro futuro. Per loro è importante affermarsi e conquistare una posizione di leadership, come lo era dominare il web negli anni Novanta.

Ma c’è un giocatore che non è della partita: Apple. L’azienda tecnologica di maggior valore al mondo sembra non essere in grado di affrontare questa rivoluzione informatica, o di non volerlo fare. Apple non è nuova all’IA – ha dato il via alla rivoluzione degli assistenti virtuali con Siri – ma ha già sprecato il suo vantaggio non investendo abbastanza per contrastare la concorrenza.

La storia si ripeterà con l’intelligenza artificiale generativa? Oppure Apple ha qualcosa di straordinario nella manica e sta solo mantenendo, come sempre, un’incredibile segretezza?

L’IA che analizza è vecchia, l’IA che crea è nuova

Molte aziende tecnologiche usano la IA per anni, per esempio per isolare e analizzare il parlato per la dettatura e gli assistenti vocali, che a loro volta poi usano modelli di IA per rispondere a voce con linguaggio naturale. Ci sono gli algoritmi che isolano parti di immagini per modificarle facilmente. IA che identificano oggetti e persone per ottimizzare le ricerche. Ci sono modleli consentono di selezionare il testo all’interno di qualsiasi immagine.

Apple fa tutte queste cose, e sono diventate così centrali nell’esperienza d’uso dei suoi prodotti che l’azienda ha inserito in tutti i suoi chip il Neural Engine, un hardware specializzato che accelera le operazioni di machine learning come queste. Apple sta persino lavorando alla più grande sfida dell’IA: le auto a guida autonoma.

Ma l’intelligenza artificiale generativa è un’altra cosa. Si tratta di una nuova classe di intelligenze artificiali che genera e crea qualcosa di completamente nuovo. Certo, l’addestramento dei modelli richiede molto tempo, potenza di calcolo e una montagna di dati, ma i modelli che gli utenti eseguiranno sono relativamente piccoli e possono creare una quantità apparentemente infinita di dispositivi. L’intelligenza artificiale che può trovare tutte le patate nella vostra libreria fotografica è una cosa completamente diversa da quella che può disegnare una patata da zero, in un’ampia varietà di stili artistici, come sono in grado di fare strumenti come Dall-E 2, Midjourney o Stable Diffusion.

La tecnologia AI generativa sulla bocca di tutti al momento è ChatGPT di OpenAI. Il chatbot avanzato, e gli strumenti costruiti su di esso, sono già utilizzati nel mondo del lavoro per generare articoli, e-mail, modelli e altro ancora, con qualche controversia. Gli studenti lo usano per scrivere relazioni e temi a partire da una domanda e i risultati sono abbastanza buoni, tanto che c’è una corsa allo sviluppo di strumenti altrettanto validi per per permettere agli insegnanti di identificare i compiti scritti con ChatGPT.

Una finestra ristretta per agire

E dove si colloca Apple in tutto questo? L’azienda si è posizionata come leader tecnologico, soprattutto nello spazio creativo. Ma con l’eccezione di alcuni articoli con ricerche sul machine learning e di alcune ottimizzazioni relativamente poco impegnative delle librerie i chip Apple Silicon, sembra che Apple se ne stia in disparte.

Queste tecnologie avranno un impatto enorme. Basta dare un’occhiata alla ricerca di OpenAI sulla generazione di musica. Crea musica nuova in una varietà di stili e includendo il cantato, completamente dal nulla. VALL-E di Microsoft è in grado di generare voci incredibilmente realistiche, con un suono molto simile a quello di una persona reale, utilizzando come input solo un minuscolo frammento della voce di quella persona. Può persino imitare vari stati emotivi.

Molti di questi progetti, e altre decine, sono ancora in fase di ricerca. Non è difficile trovare qualche difetto in ognuno di essi. Ma il passaggio dallo stato di ricerca e sviluppo alle applicazioni concrete nel mondo reale sarà rapido, e i difetti diventeranno sempre più difficili da trovare.

Apple ha gli strumenti per costruire il proprio chatbot di intelligenza artificiale generativa con il Neural Engine integrato nei chip di iPhone e Mac, capace di 15,8 trilioni di operazioni al secondo, oltre alle API Core ML e di apprendimento automatico. Ma non abbiamo visto alcun movimento da parte di Cupertino. L’accuratezza e la velocità sono di fondamentale importanza per i chatbot AI – le azioni e la credibilità di Google sono crollate questa settimana dopo un errore nel suo chatbot Bard – quindi è possibile che stia lavorando dietro le quinte con Siri. Ma con una grande quantità di strumenti a disposizione, la domanda rimane: Apple sta prestando attenzione?

Se non osserva attentamente lo spazio dell’IA, Apple potrebbe non rendersi conto della velocità con cui si sta evolvendo. È bastato un anno perché l’intelligenza artificiale generativa passasse da “sciocco progetto di ricerca online” ad “annuncio di Microsoft e Google”. Tra due anni questi strumenti saranno dieci volte migliori e ce ne saranno molti di più. Sarà difficile capire cosa sarà reale e cosa invece completamente generato dall’intelligenza artificiale. Se avete grandi idee ma limitate capacità artistiche, l’IA generativa renderà molto più facile realizzare i vostri sogni.

Con Siri, Apple è stata all’avanguardia nel portare un assistente vocale AI alle masse. Con l’evoluzione di questa tecnologia, Apple è rimasta indietro e ora Siri spesso offre risultati deludenti se paragonata a Google Assistant o Alexa. Aziende tecnologiche grandi e piccole stanno già distribuendo strumenti potenti. Se non interviene, Apple finirà semplicemente per produrre parte dell’hardware su cui girerà il nostro futuro guidato dall’IA generativa.

Senza comprendere la potenza di questa nuova tecnologia nel proprio software e nei propri servizi, Apple lascerà che siano gli altri a definire lo stato dell’arte di quello che potrebbe essere il più importante cambiamento nell’informatica degli ultimi decenni. Forse all’azienda va bene così, ma con l’appiattimento delle vendite di hardware e la crescita del lato software e servizi del business di Apple, non può permettersi di non essere leader nella rivoluzione dell’intelligenza artificiale generativa.

Naturalmente, Apple è una delle aziende più segrete del settore tecnologico, soprattutto quando si tratta di software. Apple potrebbe avere grandi team che lavorano duramente per portare funzioni di IA generativa in iMovie, Final Cut Pro, Logic Pro, Foto, Mail, Messaggi e l’intera suite iWork. Tutti questi software potrebbero essere completamente trasformati da potenti strumenti di IA generativa. Sappiamo che Apple ha acquistato almeno un’azienda di AI generativa, AI Music, circa un anno fa. Non sarebbe irragionevole vedere almeno uno strumento per “generare una colonna sonora istantanea originale per il vostro video” nei prodotti Apple di quest’anno.

Potremmo non sentir parlare di IA generativa da parte di Apple e poi alla prossima World Wide Developers Converence, BAM! IA generativa di livello mondiale su tutti i prodotti Apple!

Spero che sia così, perché se Apple arriva in ritardo su una tecnologia così rivoluzionaria, il suo software rimarrà indietro di anni rispetto alla concorrenza per gli anni a venire.

(di Jason Cross, autore di Macworld.com, pubblicato in Italia su licenza Foundry)