BSA-The Software Alliance, con il contributo dell’Economist Intelligence Unit, ha rilasciato i risultati della ricerca Software: A €910 Billion Catalyst for the EU Economy, dal quale emerge come il software in Italia, tra effetti diretti e indiretti, valga 50,8 miliardi di euro, ovvero il 3,2% del PIL nazionale.

Questo settore nel 2014 ha prodotto direttamente 20,3 miliardi di euro di PIL (pari all’1,3% del totale), ma se sommiamo i suoi effetti complessivi (compresi quelli indiretti ed indotti), il contributo del software si aggira appunto intorno ai 50,8 miliardi di euro.

Sul fronte occupazionale il software in Italia ha generato 743.921 posti di lavoro, pari al 3,3% della nostra occupazione complessiva. “Se tutte queste persone formassero una città, sarebbe la quinta per popolazione, dopo Roma, Milano, Napoli e Torino”, si legge nella ricerca. “Il settore impiega direttamente 289.011 persone e l’indotto altre 454.910”.

il software in Italia

Passando invece agli investimenti in R&D, siamo nell’ordine degli 864 milioni di euro, ovvero il 7,5% della spesa totale in ricerca del settore privato in Italia. “A differenza dei settori dell’industria tradizionale, il software non ha bisogno di un catalizzatore esterno per evolvere: esso stesso in realtà è il catalizzatore” ha commentato Victoria Espinel, Presidente e CEO di BSA.

“L’innovazione digitale guidata dal software e le data analytics portano benefici ad ampi settori dell’economia europea. Ogni attività di qualsiasi azienda e di qualunque comparto della PA dipende dal software per poter diventare più creativa, competitiva ed efficiente. Per questo invitiamo il legislatore a predisporre un quadro normativo che consenta di cogliere le opportunità offerte dalla tecnologia”, conclude la Espinel.

I risultati della ricerca forniscono importanti spunti anche su come l’Unione Europea (UE) possa sfruttare il potenziale del software. Questo settore offre infatti un valore aggiunto totale (diretto, indiretto e indotto) del PIL pari a 910 miliardi di euro contando i 28 Paesi dell’Unione Europea (oltre il 7% dell’intero PIL UE). Un contributo che proviene da tutti i settori e tutti i livelli dell’economia, dall’agricoltura al manifatturiero passando per i servizi, l’istruzione e la sanità.