Si parla tanto del ruolo dei millennials in azienda, ovvero del modo diverso di vedere il mondo di chi è nato negli anni duemila. In realtà il vero impatto della generazione Y deve ancora raggiungere le realtà produttive, gli ambienti di lavoro e, soprattutto, le figure dirigenziali. Quando arriverà, tra dieci o quindici anni, la grande transizione dovrà essere ultimata, e il lavoro più richiesto sarà quello di pontiere tra oggetti reali e universo immateriale.

In questo mondo i nostri figli si muoveranno come pesci nell’acqua, ma questo non vuol dire che non abbiano bisogno di essere guidati o che il percorso sia privo di difficoltà. Per superare la barriera tra utilizzatore e creatore che, pur assottigliata, connota da sempre la tecnologia, non c’è nulla di meglio del gioco, basta che sia quello giusto e adatto all’età. Abbiamo raccolto alcuni esempi sicuramente stimolanti, che possono essere allo stesso tempo apprezzatissimi regali di Natale, a patto che non ci si fermi alla superficie e un adulto ne mostri ai bambini le reali potenzialità.

Scratch Jr

Il linguaggio nato dai ricercatori del Mit nel 2003 per insegnare la programmazione ai ragazzi, è oggi uno strumento di provata efficacia che si diffonde a macchia d’olio. Il suo sviluppo, finanziato tra gli altri da Microsoft, Google, Dell, Intel e Lego, lo ha reso disponibile gratuitamente, direttamente tramite browser, in 150 paesi e 40 lingue differenti. Non tutti sanno però che ne esiste una versione Junior, scaricabile per device iOS e Android, adatta anche a bambini in età prescolare, quindi senza capacità di lettura.
Come pezzi di un puzzle gli statement e le azioni programmate, rese immediate da icone e disegni autoesplicativi, si incastrano tra loro per insegnare la logica e la consequenzialità, rendendo possibile creare divertenti storie animate e interattive e semplici giochi in pochi minuti. Con un po’ d’aiuto da parte di un adulto, per incuriosire i ragazzi e mantenerne vivo l’interesse, questa applicazione può gettare un seme che non tarderà a germogliare, specie nei bambini che dimostrano attitudine a giocare con le costruzioni.

Un'app gratuita per imparare a programmare animando disegni

Scratch Jr. Un’app gratuita per imparare a programmare animando disegni

Minecraft

E restando in tema di costruzioni, Lego non è l’unica a saper fare mattoncini. Quelli di Minecraft sono forse meno ‘reali’, ma non certamente meno educativi. A cinque anni dal suo esordio, il gioco indie più famoso al mondo, disponibile per tutte le piattaforme, dalle console al mobile, compresa la nuova versione specifica per Windows 10, sta esprimendo ora il suo immenso potenziale creativo. L’apparente semplicità dell’interfaccia nasconde infatti una complessità che permette a innumerevoli creatori di mod e mappe condivise di sfoggiare capacità logiche da veri sviluppatori. L’uso delle redstone, ingredienti base per creare oggetti complessi e meccanismi intelligenti, è la chiave per spingere anche giocatori occasionali a mettere alla prova intuizione e fantasia, ma è possibile fare di Minecraft un vero strumento per imparare a programmare divertendosi. Lo dimostrano iniziative come MinecraftEdu, che porta una versione speciale del software nelle aule scolastiche, per insegnare a scrivere applicazioni in linguaggio Lua capaci di dare vita ai mattoncini in modi del tutto nuovi. L’idea è basata sul mod Computercraft che introduce mattoncini con funzioni di computer programmabili e dotati anche di interfaccia di rete per comunicare tra loro, sempre restando all’interno del gioco.

Il quadrettato mondo del famoso indie

Minecraft. Il quadrettato mondo del famoso indie

Disney Infinity

Giunta all’edizione 3.0, la piattaforma di videogiochi basati sugli innumerevoli personaggi Disney potrebbe sembrare un semplice passatempo esplora-e-combatti con in più l’incentivo del collezionismo. In effetti è così che viene acquistata da ormai tre festività natalizie, divertendo ragazzini dai 6 ai 12 anni con le avventure di principesse, supereroi Marvel e, da quest’anno, anche gli episodi della saga di Star Wars. In realtà il meccanismo della ‘Scatola dei giochi’, cela una profondità che può portare a comprendere i meccanismi base della creazione di un gioco e dell’interazione tra oggetti virtuali. Il programma permette infatti di costruirsi l’ambiente dove muovere i propri personaggi, aggiungendo, nello spazio tridimensionale, oggetti semplici o complessi, presi da un vasto database grafico, alcuni dei quali collegabili tra loro attraverso rapporti di causa-effetto. Addentrandosi un bel po’ è possibile, oltre a plasmare e condividere mondi virtuali, progettare avventure, definire obiettivi e perfino costruire scenari multi-livello.
Va detto che è illusorio pensare che i ragazzi sperimentino questo aspetto del gioco da soli. Il sistema è infatti progettato prima di tutto per giocatori casuali ed è talmente ricco di divertimenti preconfezionati da richiedere un bello sforzo di volontà per esplorarne gli aspetti più complessi e creativi. Con la guida giusta, adeguatamente paziente, può però trasformarsi in un formidabile incentivo alla creatività, al prezzo, tutto sommato contenuto, di circa 55 euro per lo starter pack, comunque sufficiente ad abilitare tutte le funzionalità.

La scatola dei giochi permette di progettare scenari interattivi

Disney Infinity 3.0. La scatola dei giochi permette di progettare scenari interattivi

Littlebits

Già sperimentati in diverse scuole del vecchio e nuovo continente, i Littlebits rappresentano il modo più semplice e divertente per imparare le basi dell’elettronica e dell’Internet of things. Si tratta di circuiti e sensori compattati in forma di mattoncini colorati, molto robusti, collegabili tra loro per mezzo di magneti. Si può acquistare un kit di base per un centinaio di euro, e poi ampliare la dotazione con i componenti necessari. La documentazione consente comunque di realizzare subito decine di progetti utili e di soddisfazione, sperimentando con la robotica, l’automazione e la domotica, connettendo le proprie invenzioni a internet per controllarle da remoto anche con lo smartphone via IFTTT. Il tutto realmente alla portata di un ragazzino di dieci anni. I kit comprendono, tra l’altro, ventole intelligenti, dimmer, buzzer, barre di led, sensori di illuminazione, movimento e temperatura, servocomandi, motori elettrici e schedine su cui fissare i componenti ad incastro. C’è persino un set di collegamento alle board Arduino, per sfruttarne l’intelligenza e realizzare prototipi ‘seri’. La maggior parte dei progetti sono comunque semplicemente divertenti, e una vivace community internazionale aiuta a realizzare e condividere le idee più brillanti e stravaganti.

I coloratissimi circuiti magnetici

Littlebits. I coloratissimi circuiti magnetizzati

Intoino

C’è anche una startup italiana nel campo della semplificazione dell’IoT a scopi didattici e hobbistici. Si chiama Intoino e ha vinto diversi premi. Progetta e vende un kit che parte da 149 euro e contiene un display, alcuni led, sensori di suono, tocco, temperatura, angolo e luce, un servo comando, un pulsante e tutto il necessario per alimentarli e connetterli. Ma soprattutto, la scatola contiene un vero core Arduino con connessione Wifi e schermatura. Adatto ai più grandicelli, non avrà il fascino dei colori e degli agganci magnetici dei Littlebits, ma è un vero sistema di prototipazione che si presta anche a un impiego quasi professionale. Il  valore aggiunto di Intoino è l’app iOS e Android, che consente progettazione e programmazione in modo semplice e visuale, ma con un approccio collaborativo, come avviene nei laboratori di sviluppo. Si può generare codice Arduino o Xml partendo da blocchi ad incastro, tramite un’interfaccia grafica simile a quella di Scratch e poi condividere il risultato con un tocco. Naturalmente si può anche accedere ai progetti condivisi da altri, anche se su questo fronte, al momento, c’è ancora poco. Entrando però nella community di Arduino, gli orizzonti si allargano a dismisura.

L'interfaccia di programmazione semplificata delle schede Intoino

L’interfaccia di programmazione semplificata delle schede Intoino

 

Lego Mindstorm

Come non citare, in questa carrellata, il principe dei giochi di logica e progettazione. Il kit EV3 di Lego Mindstorm ha ormai qualche anno sulle spalle, ma si rivela ancora un progetto attuale, e ampiamente imitato, di commistione tra gioco, costruzioni, progettazione e programmazione. Grazie alle app è possibile seguire su tablet ogni fase del montaggio, per poi programmare l’unità centrale con un sistema grafico a incastro di blocchi logici, che rappresentano generalmente procedure sofisticate a più parametri. Differenziati per colore, i blocchi sono di azione, di flusso, di elaborazione dati, di condivisione e connessione. Poi ci sono quelli per la risposta ai sensori, anche se su questo fronte il sistema Lego mostra le maggiori lacune, visto che non si va molto oltre la percezione di tocco, colore e infrarosso. Alcune funzioni di programmazione avanzate sono poi disponibili solo da Pc o Mac. Con tablet e smartphone è però possibile aprire una vera console di comando per trasformare i robot in macchine radiocomandate decisamente reattive, anche se in questo modo il fascino della programmazione nei ragazzi si riduce sensibilmente, insieme allo scopo educativo di un sistema che costa pur sempre quasi 400 euro.

Il kit Ev3 si comanda da smartphone e tablet

Il kit Ev3 si comanda da smartphone e tablet