Le piattaforme di sviluppo low-code hanno visto un’enorme diffusione dall’inizio della pandemia di COVID-19 e dall’arrivo del fenomeno delle Grandi Dimissioni, dove frotte di lavoratori hanno lasciato il loro posto alla ricerca di un’occupazione migliore e più vantaggiosa. La carenza di lavoratori ha interessato anche gli sviluppatori di software, il cui lavoro è quanto mai essenziale nell’aiutare a facilitare la trasformazione dei processi aziendali.

Un sondaggio di gennaio condotto dalla società di ricerca IDC su 380 aziende ha messo in mostra come l’48,6% degli intervistati stia acquistando piattaforme low-code o no-code per spostare l’innovazione internamente. La seconda ragione principale per l’acquisto degli strumenti software (39,3%) è stata “esigenze legate alla pandemia. “Molte organizzazioni hanno visto un chiaro valore in piattaforme low-code e no-code per soddisfare le esigenze e risolvere le carenze di professionisti dello sviluppo software provocate dalla pandemia”, si legge nel rapporto.

L’adozione di piattaforme di sviluppo software low-code sta crescendo di oltre il 20% all’anno, secondo la società di ricerca Gartner. Nel 2021, il mercato globale della tecnologia di sviluppo low-code ha raggiunto un fatturato di 13,8 miliardi di dollari. E si prevede che entro il 2023 lo sviluppo low-code sarà adottato da oltre il 50% delle aziende medio-grandi.

“Le conseguenze economiche della pandemia di COVID-19 hanno convalidato la proposta di valore del modello low-code” ha affermato Fabrizio Biscotti, vicepresidente della ricerca di Gartner. “Le funzionalità low-code che supportano la funzione di lavoro a distanza, come i moduli digitali e l’automazione del flusso di lavoro, saranno offerte con prezzi sempre più elastici poiché necessarie per mandare avanti l’innovazione delle aziende”.

Secondo Morgan Stanley, c’è infatti una carenza mondiale di ingegneri del software. Si parla infatti di 26 milioni di sviluppatori nel mondo, con un fabbisogno previsto di 38 milioni di sviluppatori entro il 2024. La tecnologia low-code è progettata per colmare questa lacuna perché consente praticamente a chiunque di essere uno sviluppatore. Gartner prevede che entro il 2025, il 70% delle nuove applicazioni sviluppate dalle aziende utilizzerà tecnologie low-code o no-code, rispetto a meno del 25% rilevato nel 2020.

John Bratincevic, analista senior di Forrester Research, ha affermato che mentre il low-code è spesso associato a “sviluppatori cittadini”, anche circa un terzo degli sviluppatori professionisti lo utilizza per semplificare lo sviluppo e accelerarne i tempi. Tra gli sviluppatori non professionisti che utilizzano piattaforme di sviluppo low-code o no-code, c’è un ampio spettro di competenze tecniche. Gli analisti IT, ad esempio, possono avere le capacità tecniche per utilizzare low-code e creare app di un certo spessore.

Grazie a ciò, secondo Bratincevic le aziende stanno creando centinaia o addirittura migliaia di sviluppatori cittadini all’interno delle loro organizzazioni. Supponendo che un’organizzazione abbia al suo interno persone con una certa esperienza nella produzione di app, le opzioni low-code e no-code consentono di sfruttare più persone per lo sviluppo rispetto all’esecuzione dell’intero processo attraverso il gruppo DevOps, ha affermato Jack Gold, fondatore e analista capo presso la società di ricerca J. Gold Associates.

“Dato che il tempo medio per le nuove app è potenzialmente di mesi o più e in molti casi solo il 15%-20% circa delle richieste viene completato, essere in grado di ottenere qualcosa (seppur non di qualità eccellente) in pochi giorni o addirittura in poche ore è un enorme vantaggio. Consente anche un rapido adattamento in una realtà in cui le cose possono cambiare molto velocemente e spesso non si ha il tempo necessario per far apportare modifiche alle app dal team DevOps”.

“Ecco perché app come Microsoft Power Platform hanno un potenziale così grande nell’abilitare app per le organizzazioni che non otterrebbero mai se avessero bisogno di uno sforzo di sviluppo tradizionale”, continua Gold. “Questo non vuol dire che Power Platform possa fare tutto; è molto incentrato su Office 365, quindi limitato a tale riguardo. Ma offre alle aziende una flessibilità che altrimenti non avrebbero”.

Un numero crescente di utenti di piattaforme low-code

Secondo la ricerca di Gartner in media il 41% dei dipendenti al di fuori dell’IT personalizza o crea autonomamente dati o soluzioni tecnologiche. Gartner prevede che entro la fine del 2025 metà di tutti i nuovi clienti low-code proverrà da acquirenti business esterni a un’organizzazione IT.

I risultati di un sondaggio globale di MuleSoft di Salesforce hanno mostrato che secondo il 93% dei CIO le Grandi Dimissioni hanno reso più difficile assumere sviluppatori qualificati. E il 91% delle organizzazioni afferma di aver bisogno di soluzioni che automatizzino i processi chiave per gli sviluppatori in modo che possano fare di più con meno.

Secondo i dati di IDC, il 39% dei 380 risponditori aziendali prevede di utilizzare piattaforme di sviluppo low-code e no-code nei prossimi due anni e il 9% le sta già utilizzando. Inoltre, secondo il sondaggio di IDC, le piattaforme applicative per lo sviluppo di app aziendali, comprese quelle low e no code, si sono classificate tra le prime tre aree di investimento in tutti i fornitori di platform-as-a-service (PaaS). Quasi la metà degli intervistati (45,5%) ha inoltre dichiarato di aspettarsi di aumentare la spesa per lo sviluppo di app nei prossimi due anni.

Secondo Gartner, tutti i principali fornitori di software-as-a-service (SaaS) attualmente forniscono funzionalità che incorporano tecnologie di sviluppo low-code. Tra questi spiccano Appian, Retool, Salesforce Platform, Creatio, Oracle Application Express e ServiceNow App Engine. “Man mano che il modello SaaS cresce in popolarità e le piattaforme di questi fornitori vengono sempre più adottate, il mercato low-code vedrà una crescita continua delle piattaforme applicative low-code e degli strumenti di automazione dei processi”, si legge nel rapporto di Gartner.

Perché il low-code è un’opzione di spessore

Le organizzazioni tradizionalmente avevano due percorsi per ottenere software aziendale; acquistarlo da un fornitore o noleggiarlo da un provider SaaS, oppure svilupparlo internamente. Come un abito personalizzato, un’applicazione aziendale sviluppata internamente deve essere fatta su misura per soddisfare i requisiti aziendali in modo univoco. In genere, inoltre, la creazione interna richiede più tempo e costa più del semplice acquisto di software pronto all’uso.

Gli strumenti di sviluppo low-code astraggono la base di codice più comunemente utilizzata e la sostituiscono con un’interfaccia utente grafica o un’interfaccia visiva di tipo WYSIWYG (ciò che vedi è ciò che ottieni) per creare un’applicazione. Lo sviluppo low-code consente agli utenti con poca esperienza nella scrittura di codice come analisti aziendali o project manager di sviluppare app, non rendendo quindi necessari gli sviluppatori di app tradizionali.

“Ci sono lavoratori desiderosi di imparare una nuova skill e persone che lavorano da casa che cercano di dare una svolta alla propria carriera cambiando tipo di lavoro”, ha affermato Gartner. Molti altri sono disponibili a essere coinvolti maggiormente nella tecnologia, ma incontrano ostacoli come l’accessibilità a una formazione adeguata e non sanno dove cercare le giuste opportunità”.

Proprio questa settimana, il fornitore di piattaforme di sviluppo low-code Appian ha lanciato un programma gratuito per la formazione e la certificazione low-code per promuovere l’avanzamento di carriera degli sviluppatori. Il programma #lowcode4all guida i partecipanti idonei attraverso i passaggi necessari per apprendere la tecnologia low-code e completare un esame Appian Certified Associate Developer.

L’accelerazione del business digitale sta inoltre esercitando pressioni sui leader IT affinché aumentino notevolmente la velocità di distribuzione e il time-to-value delle app. La crescente domanda di soluzioni software personalizzate per supportare la trasformazione digitale ha innescato l’emergere di sviluppatori cittadini al di fuori dell’IT, il che, a sua volta, ha stimolato l’aumento dell’uso del low-code.

Cosa ci aspetta: l’ascesa del no-code

La natura componibile dello sviluppo low-code consente la creazione di qualsiasi cosa, da un modello di dati ai flussi di lavoro e all’interfaccia utente (UI). Insieme ad esso, un altro popolare strumento di sviluppo è il cosiddetto no-code. In realtà questo termine non è del tutto preciso, in quanto, come sottolinea Gartner, “c’è sempre codice e software in esecuzione da qualche parte: sono solo nascosti”.

I leader dell’ingegneria delle applicazioni e del software sono bombardati da fornitori di strumenti low-code o no-code che promettono velocità e facilità d’uso. E i leader delle business unit richiedono sempre più spesso questi strumenti in modo che i “tecnologi aziendali” (detti anche produttori di tecnologia) che non riferiscono all’IT possano produrre app e automazioni per soddisfare le esigenze aziendali.

No-code, inoltre, non significa necessariamente che non siano necessarie competenze tecniche. Certo, questo tipo di sviluppo implica che non venga utilizzato alcun linguaggio di programmazione, ma anche alcuni strumenti di modellazione visiva richiedono un minimo di competenze tecniche o comprensione delle metafore di programmazione.

Le piattaforme di sviluppo low-code. secondo Gartner, supportano una varietà di tecnologie, tra cui:

  • Funzionalità dell’interfaccia utente — Questo strumento di sviluppo può includere un supporto che va da interfacce utente fisse per applicazioni, meccanismi di comunicazione come e-mail e messaggistica, semplici moduli Web e mobili fino a esperienze multiple che includono chatbot basati sull’intelligenza artificiale (AI), realtà aumentata (AR) e dispositivi indossabili.
  • Dati: le tecnologie di sviluppo di solito includono la modellazione dei dati, la tecnologia di accesso ai database o ai dati o le funzionalità di gestione dei dati master. Possono essere forniti anche altri tipi di dati. Molte piattaforme low-code incorporano un database solo per le loro offerte basate su cloud, mentre altre richiedono l’uso di origini dati esistenti.
  • Processo e flusso di lavoro: vari tipi di “processi” possono essere supportati tramite l’orchestrazione o gli strumenti del flusso di lavoro.
  • Integrazione: molte fonti di informazioni richieste nelle applicazioni esistono in componenti esterni a cui è necessario accedere tramite API.
  • Servizi: le tecnologie di sviluppo low-code possono includere vari servizi predefiniti specifici per un dominio aziendale o applicativo. Questi servizi possono essere blackbox o includere definizioni e modelli personalizzabili.

Gold ha comunque invitato a usare una certa cautela quando si tratta delle aspettative per l’usabilità di piattaforme low-code/no-code. Mentre molti fornitori parlano di sviluppatori non professionisti e cittadini, in realtà si tratta solo di utenti che sanno cosa vogliono fare e sono in grado di mettere insieme un software utile per farlo.

“Il discorso di fondo è che gli strumenti low-code/no-code offrono alle aziende l’opportunità di implementare soluzioni in tempi relativamente brevi e di sfruttare molti sviluppatori cittadini, ma la qualità di tali soluzioni dipenderà dall’abilità della persona che le produce, ha affermato Gold. “Una soluzione creata tramite low-code/no-code potrebbe non funzionare come una codificata e ottimizzata interamente da uno sviluppatore, ma per molti scopi aziendali può bastare e, in ogni caso, una rapida implementazione è spesso fondamentale”.