Con l’arrivo della technical preview di Windows 10 si è finalmente fatta chiarezza sulle linee guida che hanno ispirato l’ultimo sistema operativo Microsoft. Se i cambiamenti più significativi riguardano il modo in cui Windows 10 sarà diffuso e il modello di business che ne accompagnerà le diverse implementazioni, alcune novità toccheranno in modo più specifico le grandi multinazionali, mentre altre interesseranno le aziende medie e piccole.

Queste ultime soluzioni saranno particolarmente importanti per valutare le possibilità di penetrazione del nuovo sistema in Italia, dove secondo Rete Imprese, opera ancora la cifra record di 3,8 milioni di aziende con meno di 250 dipendenti e dove nel manifatturiero l’80% delle società non supera i 10 addetti.

Il Bel Paese diventa così uno scenario ideale dove testare l’appetibilità delle scelte fatte per favorire lo small business, in un ambiente tradizionalmente refrattario all’innovazione fine a sé stessa, in cui girano ancora numerose le copie di Windows Xp.

La farraginosità di Vista, con il suo famigerato UAC, e la doppia anima di Windows 8, con le due inconciliabili interfacce, ne hanno sconsigliato l’adozione in ambito business

Del resto, a parte la fortunata parentesi di Windows 7, Microsoft non ha fatto molto negli ultimi anni per conquistare la fiducia delle aziende, in cerca soprattutto di semplicità ed efficienza. La farraginosità di Vista, con il suo famigerato UAC, e la doppia anima di Windows 8, con le due inconciliabili interfacce, ne hanno sconsigliato l’adozione in ambito business in modo massiccio, alimentando la diffidenza verso le novità pensate a Redmond.

Windows 10 ha però importanti frecce al suo arco, che potrebbero vincere molte reticenze anche tra le piccole e medie imprese. Ecco alcune delle più evidenti.

1. L’upgrade non si paga

Più l’azienda é piccola, più deve fare attenzione ai costi, per cui molti sono stati contenti di sapere che, per 12 mesi dalla data di lancio, gli utenti di sistemi Windows, dalla versione 7 in poi, potranno scaricare e installare gratuitamente la versione upgrade di Windows 10. Si tratta di un brusco cambio di strategia per Microsoft, che non si è mai fatta mancare i ricavi della vendita delle licenze di aggiornamento di un nuovo sistema operativo.

Qualunque Pc in grado di far girare Windows 7 e 8 sarà inoltre capace di far funzionare anche il 10, visto che i requisiti di sistema della preview sono tutt’altro che impegnativi: Cpu da 1 gigahertz con supporto a SSE2, tanto a 32 quanto a 64 bit, 1 gigabyte di Ram (2 GB per sistemi a 64-bit), 20 GB di disco fisso e una scheda grafica DirectX9. Non sarà quindi necessario un upgrade hardware per sfruttare al massimo il nuovo sistema.

Questa ‘leggerezza’ è una felice conseguenza della natura multi-device di Windows 10, che nasce per girare bene anche su dispositivi mobili con modeste risorse di calcolo e sarà ancora più enfatizzata dall’introduzione di Spartan, il nuovo browser che manderà in pensione Internet Explorer e che promette molta più efficienza nel rendering dei contenuti Web.

Secondo un’analisi di Net Applications avranno il diritto di accedere a questo aggiornamento gratuito il 76% dei Pc attualmente basati su Windows, il che si tradurrà in una bella spinta propulsiva nel primo anno dal lancio e in un bell’incentivo per gli sviluppatori terzi a occuparsi di applicazioni specifiche per la nuova piattaforma.
L’offerta di aggiornamento gratuito non vale per quelle aziende che utilizzano la versione Enterprise di Windows, per la quale sono previsti diversi piani di aggiornamento, più graduali.

2. Il ciclo di vita è più lungo

Finora i sistemi operativi Microsoft hanno goduto mediamente di un ciclo di vita di 10 anni, di cui sono nei primi 5 si aveva la garanzia di aggiornamenti complessivi e miglioramenti di funzionalità. Oltre all’aggiornamento gratuito di cui abbiamo parlato, Microsoft inaugura con Windows 10 una strategia nuova anche da questo punto di vista, come ha confermato a Computerworld Terry Myerson, l’executive che a Redmond è vice presidente dell’operating systems group. ”Una volta che un dispositivo è stato aggiornato a Windows 10, ne garantiremo il supporto per tutta la vita”. Una rivoluzione, anche se i termini di questo ‘supporto’ non sono ancora stati del tutto specificati.
Quel che è certo è che nessun device basato su Windows dovrebbe più trovarsi nella condizione di diventare un pericolo per la sicurezza dell’intera infrastruttura di rete in cui è inserito, come avviene oggi per le numerose macchine Windows Xp ancora operative.
Con la nuova logica la vita di Windows 10 potrebbe durare molto più dei suoi predecessori, seguendo un percorso di aggiornamento continuo e di adattamento alle tendenze dell’industria del software e dell’ergonomia, favorendo anche in questo modo gli investimenti nello sviluppo di applicazioni a lungo termine.

3. Uno store per aziende grandi e piccole

Il Windows Store unificato, che aprirà i battenti con il lancio del nuovo sistema, è un altro tassello dello sforzo di semplificazione operato a favore delle aziende, con particolare riguardo per quelle di piccole dimensioni.
Unificato, per cominciare, vuol dire capace di ospitare applicazioni installabili su ogni genere di dispositivo Windows, sia esso uno smartphone o una workstation, con evidenti vantaggi per gli sviluppatori sia in termini di deployment che di promozione e commercializzazione.
Le organizzazioni, come grandi aziende o enti che si occupano di educazione, potranno poi accedere a une versione Web dello store usando il servizio di gestione delle identità di Active Directory, dove acquistare applicazioni da assegnare ai dipendenti, che le potranno poi scaricare con un clic, attraverso un processo personalizzabile e controllato.
Le piccole aziende, che non dispongono delle risorse per crearsi un portale e un catalogo di applicazioni personalizzato, potranno comunque accedere a una sezione ‘privata’ del Windows Store, che conterrà solo le applicazioni desiderate, selezionate per i dipendenti a partire dallo Store pubblico o sviluppate internamente.

4. Nato per il mobile business

Piccola impresa è spesso sinonimo di flessibilità e agilità. Un vantaggio competitivo importante, che declinato all’italiana è stato capace in qualche caso di segnare punti anche contro mastodontiche organizzazioni. Questa caratteristica delle Pmi richiede che gli strumenti software operino su molteplici piattaforme con il minimo sforzo (e costo) di implementazione e Windows 10 è concepito proprio per supportare questa esigenza. Anzi, si potrebbe dire che la sua capacità di adattarsi a qualsiasi device, offrendo un’esperienza d’uso quanto più omogenea possibile ne è il vero tratto distintivo. Questo senza commettere l’errore compiuto dal suo predecessore, che obbligava a continui compromessi per far convivere in un solo sistema l’anima mobile e quella, se così si può dire, stanziale. Il lavoro fatto stavolta sembra offrire all’interfaccia la necessaria elasticità per adattarsi al device sottostante e anche allo scenario di utilizzo in caso di strumenti ibridi, quali sono molti tablet di ultima generazione. Gli storici utenti Windows si troveranno per la prima volta a casa loro anche maneggiando un tablet, con il ritorno di alcuni elementi caratteristici come il pulsante Start integrato con il nuovo elenco delle applicazioni.
Una fusione sicuramente attesa, anche se arrivata con almeno due anni di ritardo, che permetterà alle macchine Windows 10 di far girare comodamente, e senza rischiare crisi di nervi, sia il software attualmente compatibile con Seven in finestra che le app a tutto schermo nate per Windows 8, in attesa della nuova generazione di applicazioni universali.

5. Nuovo approccio alla sicurezza

Facendo fronte alle esigenze di mobilità e flessibilità delle piccole aziende, la sicurezza diventa un problema complesso. La consumerizzazione porta gli utenti ad aspettarsi un controllo trasparente e induce a lasciarsi andare a comportamenti a rischio. Nel tentativo di conciliare l’esperienza d’uso con la necessaria gestione personalizzata di cui le aziende hanno bisogno quando si parla di sicurezza, Microsoft ha ripensato il sistema di gestione degli aggiornamenti, la protezione delle credenziali e il controllo dell’accesso. Alle aziende offrirà la possibilità di validare gli upgrade di funzionalità prima di farli scaricare ai clienti, secondo un metodo chiamato ‘Current Branch for Business’, mentre gli update legati alla sicurezza correranno su un binario parallelo gestito separatamente attraverso il ‘Long Term Services Branch’.

Verranno inoltre introdotti nuovi sistemi di accesso, che dovrebbero rendere pressoché inefficaci quantomeno le più ovvie tecniche di intrusione basate sul furto delle password.
Il sistema di identificazione sarà infatti a due componenti, una delle quali è il device stesso, mentre la seconda è un pin o un sistema biometrico, come un lettore di impronte digitali. Un aggressore dovrà quindi essere essere in possesso sia del dispositivo che delle credenziali per ottenere l’accesso. Si potrà scegliere se usare come chiavi di accesso tutti i propri dispositivi o registrarne solo uno, per esempio lo smartphone. In questo modo per accedere attraverso un dispositivo non registrato, come un desktop, sarà necessario avere lo smartphone nelle vicinanze, collegato via bluetooth o wifi, oltre che inserire le proprie credenziali.
Ovviamente ci vorrà un po’ per capire se e quanto Windows 10 risulterà più sicuro dei suoi predecessori, ma un modo più al passo coi tempi di concepire la protezione è sicuramente il benvenuto, specie per le PMI, che hanno bisogno di sicurezza quanto le grandi aziende, ma senza sostenere costi elevati.