Kroll Ontrack ha rilevato che un terzo (32%) delle organizzazioni ha perso i dati durante la migrazione tra dispositivi o nell’aggiornamento dei sistemi operativi. In un sondaggio globale che ha visto coinvolti circa 600 amministratori IT, Kroll Ontrack ha anche riscontrato che oltre la metà (57%) degli intervistati aveva una soluzione di backup a disposizione e che tre i quarti di questi (75%) non sono stati in grado di ripristinare la totalità dei dati persi, mentre un’azienda su cinque (23%) non è stata capace di recuperare nessun tipo di informazione.

Questo dato è in linea con una ricerca sul backup svolta in precedenza, nella quale emerge che più della metà dei consumatori/imprese ha riscontrato la perdita di dati anche quando i backup erano stati fatti. Circa la perdita dei dati sperimentata durante la migrazione o l’aggiornamento dei sistemi operativi, gli intervistati nel 2016 riportano che il backup non era stato fatto di recente (17%) o non aveva funzionato correttamente al momento della perdita dei dati (15%), il dispositivo non era stato incluso nella procedura di backup (14%) o che il supporto di backup era corrotto (11%).

“Gli aggiornamenti e le attività di migrazione sono processi che comportano dei rischi e questo indipendentemente dal fatto che siano messi in atto per dispositivi mobili, laptop, desktop o server e che coinvolgano l’hardware o il sistema operativo. Di sicuro le aziende dovrebbero verificare di avere in atto una strategia rigorosa di backup, testandone e validandone l’efficienza. Tuttavia, la nostra ricerca dimostra che questo tipo di pratica è la più critica prima ancora della migrazione dei dati” ha sottolineato Paolo Salin, Country Director di Kroll Ontrack Italia.

Per gli utenti di telefonia mobile la perdita di dati sembra essere un problema meno sentito

Il problema della perdita dei dati si verifica di frequente sia su dispositivi standalone che su server e diventa quindi una sfida sia per i singoli utenti che per le imprese. Infatti, la metà (50%) degli intervistati ha dichiarato di avere perso i dati durante la migrazione a un nuovo software o piattaforma da un desktop o laptop. I passaggi più rischiosi in questi casi sono stati l’aggiornamento dei sistemi operativi (39%), il reimaging del desktop (22%), la migrazione fisica dell’hardware (20%) e l’aggiornamento dell’hardware stesso (17%).

Per gli utenti di telefonia mobile la perdita di dati sembra essere un problema meno sentito anche se influenza più di un terzo (34%) degli intervistati. Nonostante i processi automatizzati disponibili per l’aggiornamento dei dispositivi mobili, il 53% degli intervistati ha affermato di aver perso i dati durante la migrazione a un nuovo dispositivo mobile.

In Italia, oltre il 35% dei partecipanti all’indagine ha dichiarato di aver subito una perdita di dati durante la migrazione a un nuovo software o piattaforma da un server, ma questo dato è salito al 45% durante una migrazione da un computer desktop o portatile e quasi al 39% alla domanda riguardante la migrazione su dispositivi mobili.

Di coloro che hanno perso i dati, ben il 62% ha risposto di avere una soluzione di backup ma il 19% ha dichiarato che tale soluzione non era correttamente in funzione nel momento della perdita, il 15% che il dispositivo in questione non era stato incluso nel processo di backup, un altro 19% che il backup non era aggiornato e infine circa il 9% che il supporto con i dati di backup era corrotto.

Questi infine i maggiori rischi per la perdita dei dati aziendali evidenziati nella ricerca per i prossimi 12 mesi.

Guasto dell’hardware: 22%
Errore dell’utente o cancellazione involontaria dei dati: 22%
Errori imprevisti o inattesi: 21%
Insufficienti controlli interni e governance dei dati: 11%
Passaggio dei dati a sistemi storage cloud-based: 7%
Aggiornamenti di applicazioni critiche: 5%
Passaggio a nuovi dispositivi mobili per i dipendenti: 5%
Passaggio ai virtual drive: 4%
Passaggio a Microsoft Office 365: 3%