Una recente indagine di F-Secure sulla privacy e sulla sicurezza online ha coinvolto circa 9.000 persone di 11 Paesi (Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Italia, Germania, Brasile, Argentina, Colombia, Messico, Svezia, India). Il 66% degli intervistati ha dichiarato di essere preoccupato che i propri dati vengano esposti ad agenzie di intelligence durante l’utilizzo di servizi online, mentre il 57% ha affermato che sarebbe disposto a pagare per evitare che i propri dati passino attraverso servizi e territori americani, cinesi e russi.

Questa tendenza è risultata più evidente tra gli americani. Per esempio, il 55% degli americani intervistati ha dichiarato di aver già cambiato il proprio comportamento online a causa delle crescenti preoccupazioni sulla privacy. Il 59% ha dichiarato di essere disposto a passare ad altri search provider per evitare la profilazione basata su ricerche online, in confronto a una media del 54% tra tutti gli intervistati di altre nazionalità.

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I francesi sono sembrati preoccupati per gli aspetti della privacy connessi ai dispositivi mobili e ai nuovi dispositivi Internet of Things. Il 72% si è dimostrato preoccupato verso i nuovi dispositivi connessi a Internet che possono portare a violazioni della privacy. Il 63% ha dichiarato di evitare l’uso di Wi-Fi pubblico a causa di timori legati alla sicurezza e alla privacy. Molti tedeschi hanno espresso timori circa la sorveglianza delle agenzie di intelligence: il 67% ha risposto di temere le agenzie di intelligence nei Paesi in cui passano i loro dati.

Sono emerse anche alcune sorprendenti congruenze tra i vari Paesi. Uno schiacciante 80% di chi ha risposto ha dichiarato di non installare applicazioni che richiedono permessi app inutili. Inoltre, il 60% ha dichiarato che non utilizza Wi-Fi pubblico per i timori legati alla privacy e alla sicurezza, il che è sorprendente se si considera che usando delle VPN si possono proteggere i dati mentre si è connessi a hotspot Wi-Fi pubblici.