La nuova linea strategica di Veeam passa per quella che la società definisce radical resilience. “Resilienza radicale – spiega Stefano Cancian country manager di Veeam Italiasignifica disporre di una soluzione informatica moderna che non consenta solo di affrontare la crisi nel momento di attacco indietreggiando di fronte al problema, ma che si possa sfruttare tale soluzione per andare oltre, utilizzando la resilienza come elemento di differenziazione e di vantaggio competitivo nei confronti delle altre aziende”.

A fronte di un contesto reso più complesso da un lato dal sempre più frequente ricorso al multicloud e dall’altro dall’aumento dei cyber attacchi, Cancian sottolinea come secondo alcuni analisti le soluzioni per la protezione dei dati stiano modificando il modo con cui le aziende gestiscono il business e stiano anche rappresentando le principali sfide IT dei responsabili delle organizzazioni.

Pronti contro le minacce, ma non prontissimi

Infatti, l‘esplosione esponenziale dei dati comporta che, oltre a essere gestiti, i dati devono essere adeguatamente protetti. Cosa non sempre semplice quando si usano più cloud.

Prova ne è, precisa Cancian citando l’edizione 2024 del report Data Protection Trends di Veeam, che il 76% delle aziende negli ultimi 12 mesi ha subito almeno un attacco informatico. “La domanda che si pongono oggi i responsabili IT non è più cosa faremo se l’azienda se sarà oggetto di un attacco, ma siamo pronti ad affrontare la situazione quando succederà?” Il 67% del campione intervistato nel report sostiene di avere già una soluzione backup in hybrid cloud. Questo può dare l’idea che si sia sulla buona strada verso un’efficace protezione dei dati. Tuttavia, è solo una parte del problema. Il rovescio della medaglia è che circa il 70% delle aziende intervistate non si dice sicura di riuscire a riportare i sistemi in attività nel giro di una settimana dopo un attacco. Il tema quindi dei tempi di recovery e di restore sta diventando chiave per tutte le aziende.

Non sorprende perciò che dal report emerge che oggi in Italia gli attacchi informatici sono la prima causa di interruzione del servizio IT. Non solo. Rappresentano anche un limite alla digital transformation. Quindi, trovare un’efficace soluzione per proteggere l’azienda vuol dire riuscire ad accelerare la digitalizzazione. “I budget IT delle aziende stanno aumentando nell’ottica della protezione del dato e della sicurezza, proprio a confermare l’attenzione verso questo tema”.

Un ulteriore elemento che emerge dal report è che, nell’ottica della modernizzazione delle applicazioni verso un ambito cloud native, molte aziende si sono rese conto di essere avanti nel processo di trasformazione, ma di non avere ancora una soluzione per proteggere in modo adeguato ambienti containerizzati. Però, l’88% delle realtà intervistate dichiara di avere (o di essere in procinto di adottare) soluzioni as a service di backup disaster recovery per la protezione di alcuni workload.

Il backup diventa as a service

Ed è proprio al mondo del backup as a service che si indirizza l’ultima novità di Veeam, che si affianca alla tradizionale Data Platform. “Veeam Data Cloud è un’offerta nuova, ma si basa su una tecnologia consolidata – sostiene Alessio di Benedetto, responsabile Sud Europa per il pre-sales di Veeamperché riprende le caratteristiche di sicurezza dei dati, di velocità del recovery e di data freedom (inteso come consentire di collocare il dato dove si ritiene più opportuno on premise o nel cloud) su cui poggia la stessa Data Platform”. In realtà, viene enfatizzato ancora di più coi concetto di data freedom perché le aziende hanno tre possibilità di utilizzo: usare una piattaforma on premises completamente gestita in house; ricorrere a un service provider che può gestire tutte le operazioni; scegliere un approccio totalmente cloud in cui non si devono più considerare i costi dell’infrastruttura e dello storage perché è tutto incluso nel modello di licensing di Veeam, che non prevede restrizioni in termini di costi di retention e di conservazione dei dati.

Veeam e Microsoft, accordo strategico

Data Cloud è sviluppato su piattaforma Azure e consente ai clienti “di proteggere i workload di Microsoft 365 e di Azure direttamente in un modello as a service. Il software alla base è sempre Veeam backup per Microsoft 365 o backup per Azure, ma viene fruito secondo una modalità gestita direttamente da Veeam dal punto di vista dell’infrastruttura computazionale e dello storage”.

Non solo. Un accordo strategico quinquennale con Microsoft porterà a integrare la famiglia di prodotti Veeam e i servizi Copilot e AI di Microsoft. L’obiettivo è lo sviluppo congiunto di funzionalità che consentano alle organizzazioni di continuare a essere operative a fronte delle minacce di cybersecurity, delle interruzioni accidentali e dei disastri naturali. La resilienza informatica, si legge in una nota rilasciata dalle due aziende, sarà fornita dalla combinazione delle capacità di backup e ripristino di Veeam con l’innovazione e le competenze di Microsoft nell’ambito dell’intelligenza artificiale.

Il canale fondamentale anche per l’as a service

Come da tradizione Veeam, anche la nuova offerta Data Cloud sarà proposta al mercato tramite il canale, su cui Veeam ha costruito tutto il suo business e la sua crescita. “Siamo un’azienda focalizzata al 100% sul canale, ma mi piace sottolineare che siamo Channel First – dichiara Elena Bonvicino, channel manager di Veeam Italia. Il canale è un pilastro fondamentale della nostra strategia di go-to-market, radicato nel nostro DNA aziendale”.

Il 2024 è ha portato a una sostanziale revisione del programma per i partner. A partire dal fatto che è stato esteso a livello worldwide, nel senso che “Veeam ha voluto dare a tutti le stesse condizioni e le stesse opportunità per poter lavorare bene con noi”.

Una seconda importante novità è il miglioramento della profittabilità dei partner. In questo senso, per esempio, “è stato migliorato il programma della deal registration, che ora è aperto a tutti i partner indipendentemente dal livello di partnership”. Veeam ha modificato anche la protezione della base installata con programmi che garantiscono un vantaggio competitivo ai partner incumbent.

Le competenze del partner come valore

Le novità hanno riguardato anche la formazione. “Il nostro portafoglio è evoluto e si è arricchito di soluzioni che vanno oltre il backup tradizionale. Adesso parliamo di container, di migrazioni, di hybrid cloud e di multicloud. Aumenta la complessità e i partner devono essere formati su questi temi”. In tal senso, Veeam inserirà nel partner program nuovi moduli per la formazione. L’obiettivo è consentire ai partner di potere “spendere la competenza” in ambiti specifici come valore differenziante.

Nel caso, però, una trattativa richiedesse competenze di cui il partner non dispone, e che non può nemmeno acquisire, il programma prevede che si possa chiedere il supporto di VASP (Veeam Accredited Service Partner) nella creazione e nella gestione di servizi professionali per la vendita tradizionale o la rivendita as a service.