L’Osservatorio Auto 2016, elaborato da Findomestic con una ricerca in 15 Paesi e 4 continenti che ha visto coinvolti 8.500 automobilisti che hanno acquistato un’auto nuova negli ultimi cinque anni, evidenzia un guidatore pronto a recepire le novità tecnologiche del mercato, soprattutto quelle che puntano a garantire maggiore sicurezza e ridurre consumi e traffico grazie a un’auto sempre più connessa e capace di elaborare dati per decidere al posto del conducente.

In un contesto in cui la digitalizzazione ha oramai investito anche il mondo automotive promettendo di modificare lo status dell’automobile e dell’automobilista, si tratteggia infatti il ritratto di un guidatore sempre più evoluto tecnologicamente, capace di gestire l’interazione auto-device, attento e interessato alle trasformazioni che stanno modificando il settore automobilistico. L’auto connessa rappresenta per gli automobilisti italiani e del resto del mondo soprattutto un progresso in termini di comfort (84% vs 83% della media mondiale) e un mezzo per risparmiare tempo (83% vs l’81% della media mondiale).

Gli automobilisti sono tuttavia ben consapevoli che tali miglioramenti tecnologici avranno un costo. Il 78% a livello mondiale ritiene che l’automobile connessa sia un veicolo costoso, problema avvertito meno in Italia dove sono 64 su 100 ad associare l’auto connessa ad una spesa importante. L’utilizzo di strumenti di connettività per il guidatore è ormai un’abitudine universale. L’86% degli automobilisti a livello mondiale, il 90% nel nostro Paese, dichiara, infatti, di ricorrere ad un supporto alla guida per pianificare i propri spostamenti. In Italia lo strumento di navigazione più utilizzato è lo smartphone, indispensabile per l’81% degli automobilisti a fronte di una media mondiale del 69%.

il 66% degli automobilisti italiani ed il 55% di quelli internazionali è pronto a dire sì a una vettura Google o Apple

Tra le opportunità offerte dalla connettività, la pubblicità contestualizzata è un’opportunità che interessa il 57% del campione mondiale con significative variazioni tra Paese e Paese. Mentre l’87% dei cinesi ambisce a ricevere offerte pubblicitarie personalizzate, il 39% degli italiani mostra delle riserve ad una intrusione commerciale mentre si guida. Per l’89% degli intervistati la connettività è strettamente correlata ad evitare furti ed a gestire al meglio i tagliandi dei veicoli, ma anche la sicurezza di poter rilevare ostacoli e pedoni è un vantaggio rilevante per l’86% degli automobilisti.

L’auto connessa piace ma per il 53% degli automobilisti a livello mondiale – 45% in Italia – non è uno stimolo sufficiente ad incrementarne l’utilizzo, anzi per il 13% degli Italiani sembra essere un incentivo ad usare meno frequentemente la vettura. Dalla vettura connessa alla vettura a guida autonoma il passo sembra essere breve per moltissimi guidatori visto che il 75% nel mondo, 79% in Italia, ritiene che sarà presto una realtà, con l’81% che confida arrivi entro 10 anni e il 52% entro 5 anni.

L’auto driverless seduce mediamente il 55% del campione con percentuali record nei Paesi emergenti: il 91% dei cinesi mostra entusiasmo per la vettura a guida autonoma, primeggiando davanti all’81% della Turchia ed al 73% del Brasile. L’Italia, con il suo 65%, è il primo tra i Paesi occidentali, mentre particolarmente affezionati a tenere il volante sono gli USA, dove solo il 32% risulta affascinato da questo genere di vetture.

La guida automatizzata apre spazi ad altre attività: il 48% ritiene che la vettura sarà uno spazio dedicato al divertimento – e questo vale anche per il 40% degli italiani – ma anche un luogo conviviale con cui parlare con gli altri passeggeri per il 40% (35% in Italia), oppure un posto in cui lavorare per il 25% del campione (23% degli italiani). Il 40% degli americani ed il 37% degli italiani ritiene però che un occhio alla strada sia meglio darlo, al contrario di giapponesi, cinesi e turchi che rispettivamente all’85%, 88% e 81% si affidano totalmente alla tecnologia. Infine il 66% degli automobilisti italiani ed il 55% di quelli internazionali è pronto a dire sì a una vettura Google o Apple; insomma i tradizionali car makers faranno bene a non sottovalutare questi nuovi attori della filiera automotive.