Telemedicina come alleata preziosa per mantenere alti i livelli di prevenzione. È uno dei risultati emersi dall’indagine dell’Osservatorio Sanità di UniSalute, realizzata in collaborazione con Nomisma che ha interrogato in particolare chi ha una patologia cronica o assiste un familiare che ne soffre.

Secondo l’indagine quasi un terzo dei malati cronici (29%) afferma di avere continuato le terapie proprio grazie a televisite e teleconsulti. Il 27% del campione che dichiara di averne fatto un uso maggiore rispetto al passato, e il 34% la ritiene utile per la gestione delle patologie croniche.

Molto apprezzati anche gli strumenti di telemonitoraggio, ossia quell’insieme di soluzioni tecnologiche che permettono di monitorare da remoto lo stato di salute dei pazienti e l’andamento delle cure: ben l’80% di chi utilizza questi strumenti li ritiene utili, con quasi tre su cinque (59%) che si spingono a definirli estremamente utili.

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La diffusione di queste soluzioni è ancora piuttosto limitata, anche se la maggioranza (51%) è interessata a utilizzarli o a saperne di più.

Digitalizzazione accelerata

Chi ha rinunciato ai controlli negli ultimi due anni lo ha fatto per gli effetti diretti della pandemia: la paura di aumentare le probabilità di contagio (53%) e le liste d’attesa che si allungavano (47%) sono stati infatti i motivi principali per rimandare una prestazione sanitaria.

A far crescere l’interesse per le soluzioni di telemedicina è stata soprattutto l’emergenza sanitaria degli ultimi due anni, che ha accelerato la digitalizzazione di tantissimi aspetti della nostra vita, compresi i servizi alla salute.

Con l’ulteriore spinta del PNRR la diffusione dei servizi sanitari a distanza dovrebbe aumentare notevolmente, a beneficio soprattutto di quel 40% di italiani che, sempre secondo la ricerca UniSalute, oggi soffre di una patologia cronica.

La crescita delle iniziative di telemedicina è certificata anche da Altems – Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari – che nell’Instant Report COVID-19 del 24 febbraio 2022 ha censito 247 iniziative di telemedicina a partire dall’inizio della pandemia fino alla fine di giugno dello scorso anno.

Di queste, 184 sono dedicate a pazienti non Covid, mentre 63 sono per i colpiti dal virus. La fornitura di questi servizi è passata anche attraverso le farmacie che nel 2021 hanno erogato 250.946 prestazioni: in aumento del 79% rispetto al 2020.

I dati di Federfarma dicono che nelle farmacie italiane sono stati effettuati 159.322 elettrocardiogrammi, 56.117 monitoraggi Holter cardiaci, 35.507 monitoraggi della pressione arteriosa nelle 24 ore. Controlli che hanno consentito di individuare migliaia di casi di pazienti che avevano bisogno urgente di essere curati da specialisti, di recarsi in pronto soccorso, di essere monitorati.

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“Finora sono oltre 6.500 le farmacie che hanno aderito all’accordo fornendo oltre 700.000 prestazioni sanitarie nell’arco di sette anni”, spiega Federfarma, sottolineando che il network nazionale di farmacie coinvolte garantisce prestazioni sanitarie di telemedicina in tempo reale con uniformità di raccolta dei dati sanitari, dotazione di apparecchiature elettromedicali di tipo ospedaliero, e consentendo anche l’alimentazione di un unico database condiviso.