È stato presentato nei giorni scorsi Microsoft Manufacturing Experience, un’area tecnologica nel Technology Center della sede Microsoft di Milano, con un percorso esperienziale e immersivo dedicato alla digitalizzazione dei processi nei settori industriali.

Il percorso mostra attraverso demo e applicazioni concrete le soluzioni di digital manufacturing sviluppate da alcuni partner sulle piattaforme tecnologiche di Microsoft. Si può per esempio monitorare in tempo reale su dashboard il funzionamento di singole macchine e interi impianti, interagire con robot collaborativi, gestire blocchi della linea di produzione tramite Mixed Reality, e imparare le fasi della manutenzione di un macchinario attraverso il visore HoloLens.

Manufacturing Experience fa parte di Ambizione Italia, il programma con cui l’ecosistema Microsoft si propone di diffondere competenze digitali (190.000 persone formate e 20.000 certificate finora) e best practice di processo, e promuovere la digitalizzazione delle imprese italiane.

“Questa è la seconda iniziativa di industry experience qui al Microsoft Technology Center, dopo quella dedicata al Retail”, ha spiegato Andrea Cardillo, Direttore del Microsoft Technology Center. “L’importanza dei settori produttivi per l’economia italiana è nota: secondo il Rapporto sull’Industria Italiana 2019 di Confindustria, l’Italia è la settima potenza manifatturiera del mondo e la seconda in Europa, con quasi 4 milioni di addetti”.

Un mix di Cloud, IoT, Analytics e AI

Il percorso, continua Cardillo, è a disposizione di aziende utenti, partner e professionisti IT: “Ci proponiamo di aiutare il Made in Italy di qualsiasi dimensione a capire come sta evolvendo la digitalizzazione dei settori manifatturieri, e a muoversi verso modelli di Industria 4.0 sempre più completi grazie a un mix di tecnologie come Cloud, IoT, Analytics, AI, Machine Learning e Servizi Cognitivi.

La Manufacturing Experience copre con varie soluzioni verticali dei partner ciascuna delle principali aree d’attività dell’azienda manifatturiera: production planning, procurement, production management, warehouse management, sales, after-sales e training/onboarding degli addetti. I partner partecipanti all’iniziativa, che hanno sviluppato sulle piattaforme Microsoft Azure, Office 365, Dynamics 365, Windows Mixed Reality, sono per ora ABB, Accenture, Cluster Reply, Comau, Gruppo Filippetti, KUKA, NEC Display Solutions, OverIT, Rancilio, ROLD, Teorema e ToolsGroup.

Andrea Cardillo Direttore Microsoft Technology Center

Andrea Cardillo, Direttore del Microsoft Technology Center

“Il ruolo dei partner nella Manufacturing Experience è essenziale”, sottolinea Cardillo. “Abbiamo modellato l’esperienza di base insieme a loro, e inoltre grazie alle loro verticalizzazioni potremo offrire sessioni personalizzate e far evolvere il percorso, integrando di volta in volta nuove applicazioni in funzione dei trend tecnologici in continua evoluzione”.

Dal demand planning alla manutenzione predittiva

Al momento il percorso comprende applicazioni di previsione della domanda e generazione degli ordini di produzione, monitoraggio in tempo reale della disponibilità di materie prime e componenti e dello stato d’avanzamento degli ordini, monitoraggio in tempo reale della singola macchina e di interi impianti, sul posto e in remoto, robot collaborativi per l’assemblaggio e il controllo qualità, monitoraggio da remoto di prodotti e macchinari a scopo di manutenzione (anche predittiva), assistenza da remoto dei tecnici sul campo per riparazioni e manutenzione (su smartphone e su HoloLens), e training degli specialisti di manutenzione.

“Per ora è solo un punto di partenza, che evolverà in funzione di ciò che il mercato ci chiede”, spiega Cardillo. “Un punto molto interessante che stiamo cercando di approfondire nel “demo lab” per esempio è capire cosa delegare all’AI e cosa no. Ci sono decisioni che si possono basare solo sull’analisi di dati storici e altre no, ma spesso il problema è che i dati alla base della decisione sono “sporchi” e la componente istintiva umana incide molto: per questo sono sempre più critiche le competenze di “pulizia” dei dati, il saper capire se un dato è importante o meno, che richiedono anche una buona conoscenza del settore e del business”.