In questo periodo si parla sempre più spesso di Wi-Fi 6, la nuova generazione della tecnologia di rete wireless usiamo tutti in casa, in ufficio e nei luoghi pubblici per connetterci a internet. Il nuovo standard di Wi-Fi, il cui nome tecnico è IEEE 802.11ax, è molto attuale perché la Wi-Fi Alliance – l’associazione degli 800 operatori del mercato Wi-Fi, che celebra proprio quest’anno i 20 anni della tecnologia – inizierà a certificare dispositivi e apparati di rete per Wi-Fi 6 nel terzo trimestre 2019.

In sintesi, spiega la Wi-Fi Alliance, i benefici di Wi-Fi 6 saranno:

  • maggior velocità di trasmissione dei dati (e quindi di navigazione);
  • più capacità a disposizione dei device connessi, e quindi abbattimento delle latenze;
  • migliori performance di rete quando sono connessi tanti device;
  • minor consumo di batteria nel singolo device connesso.

Benefici che avranno forti impatti, perché il Wi-Fi è tra le tecnologie più pervasive. Genera un mercato di circa duemila miliardi di dollari, e ben 13 miliardi di prodotti nel mondo – dalle automobili alle t-shirt – hanno connettività Wi-Fi: solo quest’anno ne saranno consegnati 4 miliardi.

Wi-Fi 6: più “umano” di IEEE 802.11ax

Ma proprio perché tutti usiamo il Wi-Fi, prima di Wi-Fi 6 avremmo dovuto sentir parlare di Wi-Fi 5 e delle generazioni precedenti. E invece no. La Wi-Fi Alliance ha adottato solo da poche settimane questa nuova denominazione “generazionale” analoga ai prodotti più popolari, come gli smartphone (iPhone, Galaxy S, ecc.) i software (Windows, iOS, ecc.), i videogame o le serie al cinema e in TV. O come lo stesso standard delle reti cellulari mobili, anch’esso in fase di passaggio da 4G a 5G. Come vedremo più avanti, 5G e Wi-Fi 6 non sono collegati: pur avendo elementi in comune, il loro sviluppo in parallelo è del tutto casuale.

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Lo standard IEEE 802.11ax quindi si chiama ora Wi-Fi 6, e la nuova nomenclatura è retroattiva:

  • 802.11ac – che è lo standard attuale e risale al 2014 – diventa Wi-Fi 5
  • 802.11n (2009) diventa Wi-Fi 4

L’obiettivo è superare il “tecnicismo” della denominazione IEEE, che non dà modo di capire quale sia la generazione più recente, per esempio tra 802.11ac o 802.11n. Con i nomi generazionali invece chiunque, quando dovrà scegliere sul suo device la rete Wi-Fi tra quelle disponibili, potrà capire subito quali sono le più recenti (e quindi più veloci).

Se vedete due reti disponibili, una Wi-Fi 4 e una Wi-Fi 6, connettersi a quella con il numero più alto equivarrà a un’esperienza migliore. Noterete che non ci sono reti Wi-Fi 1, 2 o 3. Si potrebbe supporre che questi corrispondano a 802.11a, 802.11b e 802.11g, ma Wi-Fi Alliance ha deciso che qualsiasi standard precedente a 802.11n non avrà alcun numero identificativo.

Quanto sarà veloce il Wi-Fi 6?

Come accennato il beneficio più immediato di Wi-Fi 6 è la maggior velocità di trasmissione dei dati tra device e access point, che in teoria quasi triplica: il maximum data rate di Wi-Fi 6 è 9,6 Gbps, contro i 3,5 dell’attuale Wi-Fi 5. Un salto dovuto a tecnologie che migliorano l’impacchettamento dei dati per ogni trasmissione, e che aumentano l’efficienza e velocità di trasmissione spaziale dei dati.

Qui però tecnici ed esperti fanno due precisazioni. La prima è che la velocità reale dipende da molti fattori, tra cui il numero di device collegati alla rete, per cui la velocità di punta si raggiunge raramente: l’incremento reale sarà mediamente tra 30 e 50%. La seconda è che Wi-Fi 6 farà davvero la differenza non sul singolo dispositivo, ma nell’efficienza della rete quando deve servire tanti oggetti connessi.

È capitato a tutti di vedere la connessione del proprio smartphone paralizzarsi in un luogo pubblico affollato come uno stadio, un hotel o un centro congressi. Ma anche al lavoro, una videoconferenza può diventare un incubo se la rete aziendale non è ben dimensionata. E anche a casa sempre più spesso capita che tutto rallenti, se nello stesso momento qualcuno guarda un film in streaming, qualcuno chatta e qualcun altro gioca online.

Come appariranno le diverse reti Wi-Fi sui dispositivi.

Come appariranno le diverse reti Wi-Fi sui dispositivi.

Non sapremo davvero quanto il Wi-Fi 6 andrà veloce finché non ci saranno molti prodotti compatibili da testare, ma stime prudenti dicono che in una rete piena di dispositivi Wi-Fi 6 dovrebbe essere in grado di fornire quattro volte (e forse di più) la larghezza di banda rispetto a una rete Wi-Fi 5 con gli stessi dispositivi connessi.

Wi-Fi 6 e molti dispositivi connessi

La capacità di Wi-Fi 6 di distribuire in modo più efficiente la banda di rete tra tanti device insomma arriva proprio al momento giusto. Una serie di nuove tecnologie in Wi-Fi 6 interagiranno per ottenere questo risultato. Ecco le principali:

MU-MIMO (Multi User Multiple-Input, Multiple-Output), o meglio un suo upgrade, che permetterà ai router Wi-Fi 6 di interagire con 8 device nello stesso momento, contro i 4 dei router attuali.

MU-MIMO uplink: nel Wi-Fi 5 MIMO multi-user funziona solo sulla connessione downlink, ovvero dal router al dispositivo. Nel Wi-Fi 6 funziona in entrambe le direzioni, in modo che il router possa contemporaneamente ricevere dati da diversi dispositivi su diversi canali. E i canali MU-MIMO sono stati potenziati da un massimo di quattro nel Wi-Fi 5 a 8 nel Wi-Fi 6. Immaginate un supermercato: il vecchio Wi-Fi era un cassiere che serviva un sacco di clienti. MIMO multi-user consente invece a quattro cassieri di controllare quattro file di clienti.

OFDMA (Orthogonal frequency division multiple access) contribuirà ad abbattere la latenza: mentre prima ogni canale di comunicazione router-device era dedicato solo a quel device, ora con OFDMA ogni canale sarà partizionato in “sotto-canali”, e potrà essere utilizzato anche da decine di device contemporaneamente. Tornando all’esempio del supermercato, con OFDMA ciascuno dei quattro cassieri potrà servire quattro clienti contemporaneamente.

TWT (Target Wake Time) permette ai router di programmare i check-in dei vari dispositivi, riducendo il loro consumo di batteria, visto che non dovranno cercare il segnale per tutto il tempo. È un’evoluzione che gioverà soprattutto a sensori e oggetti IoT che devono trasmettere il loro stato solo di tanto in tanto, ma ma potrebbe essere un grande vantaggio per il Wi-Fi anche su altri device, ottimizzando gli stati sleep e wake.

Il Wi-Fi 6 includerà diverse altre tecnologie per migliorare l’efficienza e gestire le reti congestionate come la frammentazione dinamica e il riutilizzo della frequenza spaziale. Essenzialmente, si tratta di nuove tecnologie (molte delle quali sono attualmente utilizzate nelle reti LTE) per distribuire molti più dati su più dispositivi utilizzando la stessa quantità di larghezza di banda.

Casi d’uso: casa, spazi pubblici, aziende

Dopo aver capito i benefici di Wi-Fi 6, è naturale chiedersi quali casi d’uso ne godranno di più. Uno come abbiamo visto è l’ambiente domestico, con la possibilità finalmente di fruire in contemporanea e al massimo delle potenzialità di tutti i servizi che richiedono una connessione, compresi quelli ad alta domanda di banda come lo streaming video 4K.

Un altro è il Wi-Fi pubblico, con la possibilità di servire molti device simultaneamente con connessioni finalmente veloci e stabili. Questo vale anche nel campo del business, perché le reti Wi-Fi 6 potranno supportare in modo affidabile molte sessioni concorrenti di e-learning, videoconferenza e di sistemi mission critical che richiedono connessioni stabili e veloci.

Molte applicazioni basate su IoT poi potranno beneficiare della maggior durata della batteria di tutti quei sensori che trasmettono solo saltuariamente (per esempio dati di telemetria o variabili di stato), mentre un altro ambito che beneficierà sicuramente di Wi-Fi 6 è la realtà aumentata e virtuale: l’aumento di velocità e la riduzione delle latenze delle connessioni contribuirà alla diffusione di applicazioni nella sanità (diagnostica remota) e in altri settori verticali come retail o design industriale.

Wi-Fi 6, quando arriverà?

Ma quando arriverà concretamente il Wi-Fi 6? Non c’è una data unica. Il punto è che occorre una nuova generazione di dispositivi e apparati. Gli upgrade dello standard Wi-Fi richiedono infatti hardware ad hoc: non basta aggiornare o installare del software.

La prima cosa da comprare quindi sarà un router Wi-Fi 6, e qualcuno è già disponibile, per esempio da parte di Asus, Netgear, TP-Link. Ma per ora sono pochi, costano molto, e soprattutto non servono. Pur disponendo di un router Wi-Fi 6 infatti una rete Wi-Fi 6 è fruibile nel pieno delle sue potenzialità soltanto tramite device – smartphone, pc, console per il gaming, ecc. – conformi a Wi-Fi 6. Occorre quindi aspettare l’arrivo di questi prodotti sul mercato – i primi smartphone di fascia alta sono previsti a fine 2019 – e poi tutto dipende dal naturale ciclo di ricambio dei prodotti dei singoli consumatori e delle aziende. Probabilmente ci vorranno 4-5 anni prima che il vostro parco di dispositivi connessi di casa sia tutto Wi-Fi 6, mentre magari per un’azienda i tempi saranno più brevi.

Tempi simili serviranno anche per la piena esplosione del 5G, che come abbiamo visto è una tecnologia non direttamente collegata con Wi-Fi 6, anche se anch’essa è wireless e punta ad accelerare la navigazione, ridurre le latenze, e gestire molti device in modo più efficiente. Wi-Fi 6 e 5G si possono definire complementari.

Apple adotterà il Wi-Fi 6 su iPhone e Mac?

Apple non è mai rimasta indietro rispetto allo stato dell’arte nelle tecnologie Wi-Fi, ma non è altrettanto semplice saltare a bordo di standard non ancora “approvati” ufficialmente. L’azienda di Tim Cook non produce più i propri router AirPort, ma non è affatto irragionevole aspettarsi che i MacBook e persino i dispositivi iOS nel 2019 supporteranno il Wi-Fi 6.

Non sappiamo ancora se Apple utilizzerà il nuovo schema di numerazione in iOS, magari mostrando i numeri delle reti Wi-Fi nella barra di stato o nelle impostazioni di connessione Wi-Fi. Sarebbe in ogni caso una buona idea, in quanto renderebbe più facile per gli utenti sapere quali sono le reti più desiderabili a cui connettersi. Se Apple implementasse una cosa del genere, potremmo trovarla probabilmente in iOS 13 più che come aggiornamento di iOS 12.

Wi-Fi 6 e 5G: tecnologie diverse, stesso obiettivo

Prima di tutto Wi-Fi è una tecnologia WLAN pensata per aree comunque limitate, come uffici, case, centri congressi, hotel, scuole, ospedali. 5G invece è una tecnologia WAN (wide area network) pensata per la telefonia cellulare, l’edge computing, le applicazioni IoT e altre connessioni su aree non delimitate.

Inoltre le reti cellulari e mobili abilitate dal 5G si basano su bande di frequenze con licenze d’uso assegnate tramite aste. I carrier – come TIM, Vodafone, Iliad, Wind Tre in Italia – devono pagare per usare queste bande, e costruire infrastrutture di rete per servire milioni di persone. Il Wi-Fi invece utilizza frequenze non assegnate (2,4 Ghz e 5Ghz), su cui il segnale ha raggi d’azione limitati e le interferenze sono molto probabili, nelle aree più popolate.

Infine un’altra differenza sostanziale è che l’evoluzione da Wi-Fi 5 a Wi-Fi 6, è “additiva”: i device “non Wi-Fi 6” potranno usare comunque gli access point Wi-Fi 6, anche se a velocità inferiori al massimo ottenibile. Invece 5G è una tecnologia completamente nuova, e i device non 5G non potranno connettersi alle reti 5G.

Alla fine però quel che conta è che i nostri device continueranno a passare automaticamente da 5G a Wi-Fi 6 e viceversa in funzione di dove siamo, ma dovunque saremo navigheremo meglio e più velocemente di adesso, sia nel tempo libero che al lavoro.