Secondo una recente indiscrezione riportata da Mac Otakara, iPhone 12, che uscirà in autunno, includerà l’802.11ay. Si tratta di una tecnologia wireless superveloce a corto raggio che ha usi abbastanza limitati, ma che potrebbe essere un’aggiunta entusiasmante alla gamma mobile di Apple. Come la Ultra Wideband in iPhone 11, è una tecnologia che all’inizio potrebbe non essere sfruttata appieno, ma che potrebbe portare nuove funzionalità con il passare del tempo. Ecco cosa devi sapere sullo standard 802.11ay e su come potrebbe essere utilizzato nei futuri iPhone.

WiGig versione 2

Circa 10 anni fa la Wireless Gigabit Alliance (un gruppo di aziende tra cui Apple, Intel, AMD, Broadcomm, Qualcomm e altri) creò specifiche standard per la comunicazione wireless sulla banda di frequenza a 60 GHz. La chiamarono WiGig perché offriva velocità gigabit, ma la designazione IEEE ufficiale era 802.11ad. Giusto per fare un confronto, il Wi-Fi tradizionale funziona nelle gamme di frequenza a 2,4 GHz e 5 GHz (e presto, 6 GHz).

La maggiore frequenza di WiGig significa intervalli più brevi e l’incapacità di penetrare nei muri, ma velocità molto più elevate (fino a 7 gigabit al secondo). Se vi sembra simile alle onde millimetriche delle specifiche del 5G, avete ragione: è una frequenza simile, con carenze e vantaggi simili. La velocità davvero elevata e la bassa latenza rendono lo standard WiGig appropriato per alcune applicazioni, ma questo standard non ha mai preso piede se non in pochissimi prodotti come l’adattatore wireless per il visore VR Vive di HTC (non crediate insomma che milioni di persone utilizzino laptop o telefoni dotati di WiGig).

802.11ay è la seconda versione del WiGig. Finalmente ratificato nel 2019, è un grande miglioramento del protocollo WiGig che utilizza ancora la gamma di frequenza a 60 GHz, ma che dovrebbe fornire una larghezza di banda molto maggiore. Uno stream può contenere fino a 44 gigabit al secondo e potreste unire 4 stream per un totale di 176 gigabit al secondo. È veloce quanto l’HDMI 2.1! Ovviamente, le prestazioni nel mondo reale saranno molto inferiori, ma è ancora un notevole miglioramento rispetto al Wi-Fi a cui siete abituati.

Come quello di prima generazione, questo nuovo WiGig di seconda generazione ha una latenza estremamente bassa e non dovrebbe avere problemi a trasmettere all’interno di una stanza, ma non attraverserà molto bene muri o altri oggetti solidi. Immaginatelo insomma come un Wi-Fi superveloce e “super locale”.

WiGig su un iPhone?

È possibile che Apple inserirà l’802.11ay su iPhone 12? Certo. Qualcomm ha annunciato soluzioni mobili per l’802.11ay nel 2018 (questi annunci accadono sempre molto prima che vengano integrati nei prodotti). Se Apple sta costruendo l’iPhone 12 con un’antenna a onde millimetriche per 5G, ha comunque senso che possa funzionare anche per il WiGig. In altre parole, la tecnologia c’è se Apple vuole seguire questa strada. La domanda è: perché? Quali vantaggi potremmo trarre dall’802.11ay a bordo di un iPhone?

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Non dovremmo aspettarci di accedere presto a Internet con connessioni 802.11ay. I router Wi-Fi stanno evitando lo standard, optando invece per l’802.11ax (chiamato anche Wi-Fi 6); una tecnologia simile che funziona a frequenze Wi-Fi regolari e non è così veloce, ma può almeno coprire tutta la casa. L’802.11ax è già supportato da iPhone 11 ed è disponibile su router domestici di fascia alta.

Il punto di mettere l’802.11ay in un iPhone sarebbe quello di effettuare connessioni dirette, locali, punto-punto con altri dispositivi 802.11ay. In particolare, altri iPhone 12 (o successivi) o futuri prodotti Apple. La connessione a un altro iPhone tramite 802.11ay non sarebbe un grosso problema. Renderebbe AirDrop davvero veloce, anche la maggior parte delle persone invia foto e brevi video con AirDrop e il tutto è già sorprendentemente veloce.

Apple potrebbe anche integrare l’802.11ay nei futuri Mac, rendendo la sincronizzazione e il backup da iPhone a Mac via wireless più veloci di un cavo USB. Ancora una volta, è certamente qualcosa di utile, ma non è davvero un punto di svolta. Non farà vendere insomma più iPhone.

La parte interessante di 802.11ay è che fornisce una larghezza di banda abbastanza elevata e una latenza abbastanza bassa da poter essere utilizzato per inviare dati a display ad alta risoluzione e con elevate frequenza di aggiornamento come nel caso di visori VR e AR. Si dice da tempo che Apple stia lavorando su un visore o su occhiali AR. Tutta l’elaborazione per l’esperienza di realtà aumentata (ma anche di quella virtuale) potrebbe avvenire nel visore stesso rendendolo un prodotto completamente autonomo, ma ciò lo renderebbe più grande, più pesante, più costoso e ridurrebbe di molto l’autonomia.

L’alternativa è rendere il visore un set fatto solo di display e telecamere, con tutta l’elaborazione che avviene su una sorta di stazione base come un iPhone 12 e con la trasmissione dei dati affidata appunto a una connessione 802.11ay. Apple potrebbe sempre usare una connessione fisica tra telefono e visore, ma… non sarebbe da Apple.

802.11ay significa AR o VR su iPhone?

È sicuramente un salto azzardato pensare alla possibile esistenza, non ancora confermata, della connettività 802.11ay nell’iPhone 12 e supporre che i piani di Apple per AR o VR prevedano l’utilizzo del nuovo iPhone come unità di controllo ed elaborazione per un visore o egli occhiali. Anzi, non sappiamo nemmeno se i nuovi iPhone supporteranno davvero questo WiGig di seconda generazione.

Ma è un’idea intrigante perché questa tecnologia non ha altri usi ovvi. Migliorerebbe funzionalità come AirDrop o AirPlay se Apple portasse l’802.11ay su molti dei suoi altri dispositivi, ma nessuno di questi è realmente limitato dall’attuale tecnologia Wi-Fi. Apple ha sempre qualcosa di nuovo in sviluppo, e mentre quello relativo all’AR/VR sembra l’uso più probabile dell’802.11ay, saremmo sciocchi a pensare che Apple potrebbe non avere altre idee in proposito.