Le grandi sfide di solito non esplodono improvvisamente sulla scena. Ci sono dei piccoli sintomi, dei segnali d’allarme che indicano lo sviluppo di possibili problemi. Un posto ideale dove cercarli è una fiera tecnologica, dal momento che ci sono molti acquirenti e venditori riuniti in un unico luogo. Il Mobile World Congress (MWC) che si è appena concluso a Barcellona è un buon esempio di ciò, perché ha convalidato alcuni piccoli segnali che indicano come il networking potrebbe trovarsi di fronte a una grande sfida.

  • Nel 2007, l’Australia ha creato una Rete Nazionale a Banda Larga (NBN) come progetto di infrastruttura nazionale perché l’infrastruttura di accesso era troppo costosa per sostenere la concorrenza e prezzi ragionevoli per i consumatori. Al MWC, Telecom Italia ha dichiarato che la pressione sui prezzi al dettaglio e l’esplosione del consumo di dati la portano ad “affrontare una tempesta perfetta”. Ericsson ha affermato che i 200 operatori in Europa devono consolidarsi in modo significativo per essere finanziariamente efficienti e stabili.
  • L’anno scorso, poiché la disponibilità dei consumatori a pagare per la banda larga non è cresciuta e il loro appetito per la larghezza di banda è esploso, gli operatori dell’Unione Europea hanno chiesto all’Unione di approvare i sussidi a loro destinati dalle big tech. Al MWC si è diffusa la notizia che l’Unione Europea è favorevole ai sussidi, chiamati “fair share”. Un regolatore dell’UE ha suggerito che le politiche di fair share sono essenziali per garantire la connettività gigabit entro il 2030.
  • Gli operatori di telefonia mobile, da sempre protagonisti dei profitti dei servizi di trasporto, sono alla ricerca di un aumento delle entrate o di una riduzione dei costi. Al MWC, Telefonica ha annunciato una partnership con Microsoft per supportare un programma API chiamato Open Gateway che la GSMA ha annunciato come mezzo per aumentare le entrate e forse evitare i sussidi.
  • I guadagni dei fornitori hardware derivanti dalla fornitura di servizi sono in calo. Al MWC, l’annuncio del rebranding di Nokia ha suscitato un certo scalpore, perché prevede una minore enfasi sulle reti dei service provider e una maggiore attenzione alle reti aziendali. Ma negli ultimi 20 anni, la parte dei budget delle reti aziendali che rappresenta una nuova spesa per ottenere nuovi vantaggi è scesa da quasi la metà a circa il 10%.

Questi non sono certo i sintomi di un settore in salute e non è nemmeno facile individuare un argine che possa evitare problemi maggiori. La gestione dei costi, ad esempio, non è la risposta giusta. Tutte le opportunità più facili sono state colte e presto sarà impossibile ricorrere a questa arma, dato che tutti gli eccessi di costo saranno eliminati. Gli operatori dell’UE che vogliono i sussidi sanno che la gestione dei costi non li salverà. Le imprese hanno limitato la spesa per la rete per due decenni. Nuovi ricavi e benefici possono arrivare solo se i clienti vogliono pagare di più per i servizi di rete e se le aziende riescono a trovare nuovi vantaggi in termini di produttività che giustifichino la spesa per la rete.

Gli operatori di rete hanno bisogno di un nuovo piano di ricavi

Se non altro l’MWC 2023 ha dimostrato che gli operatori di rete stanno iniziando a capire di aver bisogno di una nuova strategia di business basata su qualcosa di superiore alla rete stessa. L’attenzione alle API di cui abbiamo parlato si riferisce al desiderio di coinvolgere gli sviluppatori di software nella creazione di un valore a lungo termine delle relazioni informative.

Vodafone Converge reti locali PA Consip

La cattiva notizia è che l’attenzione alle API al MWC era rivolta soprattutto all’esposizione delle funzionalità OSS/BSS dei provider agli sviluppatori o allo sfruttamento di elementi come la conoscenza della posizione del dispositivo; elementi che, considerando il GPS degli smartphone, potrebbero essere sfruttati con la stessa facilità da un fornitore cloud o persino da un produttore di smartphone. È in pratica una bicicletta per un mercato che vuole e ha bisogno di un’auto volante. Eppure, questo discorso relativo alle API emerso al MWV dimostra almeno che il futuro della rete, sia per i fornitori di servizi che per le aziende, risiede nella creazione di una partnership tra connettività e funzionalità e applicazioni ospitate. Ma perché la rete tragga vantaggio da questa unione, si devono ancora infrangere due barriere.

La prima è quella della dipendenza circolare. Non abbiamo applicazioni che creino queste nuove relazioni informative. Non abbiamo gli elementi architettonici per crearle, per fornire funzionalità di hosting, connettività e così via. In assenza di applicazioni, non c’è motivazione per creare le architetture della piattaforma e, in assenza di queste architetture, non c’è modo di creare le applicazioni.

La seconda barriera è quella del valore del ruolo della rete. Se la rete non fa altro che trasportare il traffico di queste nuove relazioni informative, le applicazioni non fanno altro che aumentare la pressione sui fornitori di rete. Ma affinché gli operatori e i fornitori di rete possano trarre vantaggio dalle nuove relazioni informative, dovranno partecipare alla creazione delle informazioni, non solo al loro trasporto.

Quello che è mancato al MWC è stata un’idea su come superare queste barriere. L’unico concetto di servizio innovativo che è stato preso in considerazione è stato il metaverso e l’attenzione si è concentrata sulla realtà virtuale. È difficile capire come questo possa aiutare gli operatori di rete, i servizi di rete o i fornitori hardware, perché la rete non farebbe altro che consegnare materiale… di nuovo.

Cosa, allora, e chi potrebbe abbattere le barriere? Pensate alla sfida insita nel costruire un grattacielo. Se si parte dal seminterrato, non si ha idea di cosa ci sia sulla terrazza panoramica, mentre partendo da questa non si ha un’idea di cosa ci sia sotto. Partendo invece dal centro, si può vedere un po’ della parte superiore e delle fondamenta. I fornitori cloud sono la fonte logica del middleware che dovrebbe essere alla base delle nuove relazioni tra informazioni e utenti. Se ciò accadesse, i fornitori non solo instraderebbero gli operatori verso ricavi più elevati, ma assorbirebbero anche una quantità sempre maggiore di funzioni di rete aziendali.

Se fossi un fornitore cloud, incaricherei una dozzina dei miei migliori architetti software di definire le caratteristiche della prossima grande relazione informativa sia per i consumatori, sia per le aziende e chiederei a un grande team di sviluppatori di costruire la piattaforma cloud-as-a-service che la supporterà. Troverei una stanza nel seminterrato del mio grattacielo per connettermi alle API GSMA degli operatori per tenerli felici e occupati, mentre io rubo le chiavi del regno. In questo modo mi approprierei di quello che potrebbe essere un portafoglio di quasi mille miliardi di dollari. Forse i fornitori di cloud lo stanno facendo e questa è la lezione dell’MWC.