Un nuovo studio di Gartner pubblicato alcuni giorni fa ha rivelato che il traffico dati mobile raggiungerà a fine 2015 i 52 milioni di terabyte, con un tasso di crescita del 59% rispetto allo scorso anno. Crescita che continuerà a livelli altrettanto sostenuti anche nel triennio 2015-2018, con l’ultimo anno che vedrà il traffico dati mobile arrivare alla cifra spaventosa di 173 milioni di terabyte.

Anche per questo nella sua ricerca Gartner spinge gli operatori che offrono piani di connettività mobile a incrementare le loro offerte con piani più generosi in termini di GB, proprio per venire incontro a questa crescente esigenza di dati in mobilità. D’altronde, se a fine anno le connessioni 3G e 4G a livello globale si attesteranno sui 3,8 miliardi, nel 2018 supereranno i 5 miliardi e anche per questo ci sarà sempre più fame di dati e piani di connettività adeguati.

Gartner aveva effettuato una ricerca su questo argomento anche nel terzo trimestre del 2014 intervistando 1000 possessori di smartphone tedeschi e 1000 statunitensi sulle rispettive abitudini nell’utilizzo di app, mobilità e navigazione web. I risultati di quell’indagine hanno messo in mostra un comportamento diverso tra le due fasce di utenti.

lo streaming di contenuti video passerà dall’attuale 50% al 60% nel 2018 come percentuale dell’uso totale dei dati in mobilità

I tedeschi ad esempio, con una percentuale del 54% rispetto al 36% degli americani, preferiscono connettersi a un hot-spot o a un router Wi-Fi prima di scaricare app o di effettuare streaming audio e video. In generale gli utenti USA sono più propensi a sfruttare le connessioni in mobilità rispetto ai tedeschi, tanto che a livello di streaming video su reti 3G e 4G Gartner ha calcolato una media di 10,6 minuti per i tedeschi e di 17,4 minuti per gli americani.

Proprio lo streaming di contenuti video, che passerà dall’attuale 50% al 60% nel 2018 come percentuale dell’uso totale dei dati in mobilità, è al centro di un nuovo atteggiamento che gli operatori dovrebbero assumere già a partire da quest’anno. Tecnologie di ottimizzazione della banda e della compressione, ma soprattutto piani dati che prevedano l’esclusione del traffico video dal limite contrattuale, come già succede ora anche in Italia per alcuni servizi di streaming audio legati all’offerta di un operatore.

Inoltre, a differenza di quanto si possa credere, lo streaming di video sulle reti cellulari non è una questione che tocca unicamente bambini o giovani adulti. Negli USA ad esempio il 47% degli utenti tra i 45 e i 54 anni effettuano lo streaming di 15 o più minuti di video su reti cellulari per sessione, contro il 40% degli utenti tra i 18 e i 24.