Extreme Networks è un’azienda di soluzioni informatiche che nasce dal networking ad alte prestazioni per poi ampliare il suo raggio d’azione a soluzioni informatiche gestite sia in cloud, sia on-premise, poggiate su infrastrutture sicure. Il motto aziendale è infinite networking, a indicare che il perimetro aziendale d’oggi è indefinito e si espande senza limiti.

I diversi  stakeholder di una grande azienda informatica devono avere una competenza molto aggiornata, da condividere sia in rete, sia in presenza. Con questo obiettivo si è tenuta dal 6 al 9 giugno a Nashville, Tennessee la conferenza degli utenti Extreme Connect, mentre l’evento Ignite 2022 che mette insieme vendite e canale si terrà a inizio agosto a Boston.

E’ questo il momento migliore per tratteggiare le reti dell’oggi rivolte al futuro: ne abbiamo parlato con Vincenzo Lalli, Country manager Italia di Extreme Networks.

Computerworld: Nel wifi è il momento di abbandonare la backward compatibility e aderire allo standard 6E?

Vincenzo Lalli: È il momento di fare un salto di qualità e nel caso iniziare ad usare il 6E, magari in isole specifiche. È un percorso che continuerà anche con il wifi 7, atteso per la ratifica nel 2023 e per gli apparati tra il 2024 e il 2025.

CWI: Quanto è rilevante per gli scenari attuali avere una rete definita dal software, SD-WAN?

VL: SD-Wan è la chiave di volta di una rete moderna con qualità del servizio uniforme e la gestione centralizzata sul cloud. SD-Wan cementa la connettività tra utente e applicazione, sia che la rete sia MPLS, internet a banda larga o LTE/5G e successive versioni. Che sia on-premise o su cloud, si adotta un unico modello centralizzato delle connessioni sull’intera rete – dalla periferia al core – per la configurazione, la gestione e il reporting.

CWI: Cosa pensate del PNRR e in particolare dell’azione sul Polo strategico nazionale?

VL: Il mercato italiano del cloud è frammentato ed è difficile farsi strada. Noi stiamo facendo passi in avanti, ma per ora è un matrimonio asimmetrico.

I fondi ci sono, ma non sono sicuro che verranno spesi nella giusta direzione. Mi spiego: oggi i piani presentati vengono accolti con favore se si mette in risalto la parola magica security. Una volta ottenuti, i fondi possono finire anche altrove, per tappare vecchi buchi. Intendiamoci, è un bene, perché zavorrano il Paese. Le competenze ci sono anche nella PA, ma sono diverse: in Banca d’Italia sono elevate, mentre non è ovunque lo stesso.

CWI: E con il Gdpr come vi trovate?

VL: Extreme Networks ha data center localizzati in Europa e una piattaforma cloud certificata da una terza parte come ISO 27001 che garantisce sul fronte della normativa europea. Non tutti i nostri competitor possono dire lo stesso. Ai nostri clienti, poi, forniamo una completa dashboard di controllo per la governance.

CWI: Come affrontate la sicurezza?

VL: La sicurezza è un percorso che va affrontato passo per passo. Come vendor di networking abbiamo un punto di vista privilegiato, perché vediamo i dati nei loro flussi. Extreme Networks fa telemetria diretta sulla sua piattaforma e tramite sonde su piattaforme altrui. Esistono molti casi nei quali bisogna fare attenzione specifica. Un caso particolare è il settore medicale, dove spesso gli apparati perdono la certificazione se il software viene aggiornato.

CWI: Comprate i chip da Broadcom: avrete problemi di approvvigionamento?

VL: Per Broadcom siamo in Priority 1, quindi tra i clienti più importanti. Questo ci mette al riparo per quanto riguarda i loro chipset, che sono gli stessi per tutti i Paesi anche se ciascuna normativa richiede una personalizzazione del firmware. Anche noi abbiamo visto allungarsi i tempi di consegna e abbiamo dovuto fare scelte particolari: nella glue logic abbiamo ampliato la produzione a chip di nuovi fornitori.

CWI: Il cloud è sopravvalutato?

VL: Il cloud è una componente rilevante nella costruzione di una soluzione, ma esistono anche necessità che non copre. Quello che serve alle organizzazioni è scalabilità ed automazione, senza creare problemi: il nostro licensing non crea problemi nelle scelte infrastrutturali.