Sono due i fattori che secondo ABI Research contribuiranno da qui al 2021 a spingere in alto le vendite di videocamere a 360 gradi, prodotti ancora poco diffusi oggi ma che stanno uscendo poco a poco dalla loro nicchia grazie soprattutto ai modelli di Samsung (Gear 360) e LG (360 Cam). Da un lato sia YouTube, sia Facebook offrono già oggi la possibilità di caricare video e foto a 360 gradi e, con due simili piattaforme già “360 ready”, è logico aspettarsi un numero di contenuti a 360 gradi sempre più significativo nei prossimi anni.

L’altro aspetto è legato poi alla realtà virtuale. I visori VR, da quelli più semplici in stile Google Cardboard a quelli più evoluti come il Gear VR di Samsung per poi salire ancora di livello con l’Oculus Rift e l’HTC Vive, rappresentano il modo migliore per godere di un’esperienza visiva a 360 gradi e la loro diffusione, sempre secondo ABI Research, è stimata sempre per il 2021 in 70 milioni di pezzi venduti in tutto il mondo.

Grazie a questi due elementi si stima che le videocamere a 360 gradi per uso professionale e prosumer raggiungeranno tra cinque anni i due milioni di pezzi, mentre quelle di stampo consumer (quindi meno evolute e meno costose) arriveranno a quota quattro milioni. Numeri che potranno anche non sembrare sbalorditivi (e in effetti non lo sono in assoluto), ma se pensiamo che queste videocamere sono ancora piuttosto costose rispetto a quelle tradizionali e che riprendere video a 360 gradi non è un’operazione che possa interessare a un pubblico di massa, si tratta in realtà di cifre molto interessanti, soprattutto se viste in ottica professionale.

Come ulteriori indizi che qualcosa si stia muovendo in questo ambito ABI Researtch riporta il recente accordo che Motorola ha stretto con Walt Disney Pictures per la fornitura di camere OZO a 360 gradi, o il fatto che un gigante del settore come GoPro abbia in progetto l’uscita di una videocamera a 360 gradi di stampo consumer (GoPro fornisce già oggi un sistema professionale per riprendere video di questo tipo).