Abbiamo già detto che con il Priv Blackberry si gioca una parte molto importante del suo futuro come produttore di smartphone e, per riuscire a rendere il suo primo device Android un successo, l’azienda canadese deve puntare soprattutto sulla sicurezza, uno dei settori che l’ha resa grande fino all’avvento degli smartphone touch.

Per questo il Priv offrirà diverse soluzioni mirate proprio alla sicurezza dei dati e alla privacy dell’utente, in modo anche da spingere la diffusione di Android for Work in ambito corporate. Dalle parole di Alex Manea, a capo proprio di BlackBerry Security, si capisce come la prima feature del Priv su questo versante sarà il rafforzamento del kernel del sistema operativo, con diverse patch e modifiche della configurazione standard che puntano a migliorare il livello di sicurezza.

Il Priv ha inoltre ereditato da BlackBerry OS 10 il login con Picture Password, una modalità di identificazione con password visiva per evitare qualcuno identifichi la classica password alfanumerica osservando i movimenti delle dita sul display. A fare però del Priv uno smartphone Android votato alla massima sicurezza sono le chiavi di crittografia, che come in tutti gli altri device Blackberry sono inserite a livello hardware durante la fase di assemblaggio (il cosiddetto Hardware Root of Trust).

Il sistema di Verified Boot permette di sfruttare le chiavi crittografiche hardware per controllare che ogni livello del sistema, dall’hardware, al sistema operativo alle app, non sia stato manomesso, mentre la crittografia della memoria interna è compatibile con gli standard FIPS 140-2 (gli stessi richiesti dal governo USA) e ciò significa che anche lo storage interno del telefono può essere completamente cifrato.

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Manea ha poi sottolineato la netta separazione che Android for Work permette tra i dati e le app di lavoro e quelli personali, come anche la possibilità di accedere a tutte le app di Google Play, cosa che sugli smartphone BlackBerry prima non era possibile. Infine merita attenzione l’app BlackBerry DTEK (foto sopra), il cui compito, oltre a indicare i passi da seguire per migliorare la robustezza del sistema, è mostrare all’utente quali app accedono a quali dati e dare un’indicazione complessiva del livello di sicurezza del dispositivo, a seconda della e delle app installate.

Ricordiamo infine che il Priv, disponibile inizialmente negli USA dal 16 novembre a circa 750 dollari, avrà un display da 5,4’’ con risoluzione pari a 2560×1440 pixel e una densità di ben 540 ppi, mentre il cuore hardware sarà affidato a un processore hexa core Qualcomm Snapdragon 808 (quattro core Cortex-A53 da 1,44 GHz e due core Cortex-A57 da 1,8 GHz) e a 3 GB di RAM; lo storage interno sarà da 32 GB, ma non mancherà uno slot per di schede microSD fino a 2 TB.

Si segnalano poi il modulo Wi-Fi ac, la connettività 4G-LTE, Bluetooth, GPS e fotocamera posteriore da 18 Megapixel con stabilizzatore ottico, Phase Detect Auto Focus e registrazione video 4K (il modulo frontale sarà invece da 2 Megapixel). La batteria da 3.410 mAh dovrebbe assicurare un’elevata autonomia, soprattutto per i professionisti che necessitano di energia sufficiente a coprire un’intera giornata di lavoro.

A rendere interessante il Priv è anche la presenza della tastiera fisica QWERTY nascosta sotto lo schermo e accessibile tramite una classica (e ormai desueta) apertura slide, mentre il sistema operativo equipaggiato al lancio sarà la versione Android 5.1.1 Lollipop.