Approvato dal MUR nell’agosto 2022, è partito il programma RESTART, acronimo di RESearch and innovation on future Telecommunications systems and network, to make Italy more smart. A sancire ufficialmente il via alle attività è stato il Kickoff Meeting che si è svolto presso la sede del Politecnico di Milano il 26 e 27 gennaio scorsi.

Ricordiamo che RESTART è il più importante progetto nazionale PNRR per le telecomunicazioni. Prevede infatti un investimento di 116 milioni di euro, con 25 partner tra università, enti di ricerca e aziende. Proponente l’Università di Roma Tor Vergata, coordinatore generale il prof. Nicola Blefari Melazzi e coordinatore scientifico il prof. Antonio Capone del Politecnico di Milano.

Un obiettivo molto ambizioso

Il progetto monstre dei Grandi Partenariati durerà 3 anni e ha l’ambizioso obiettivo di contribuire a delineare l’evoluzione delle telecomunicazioni in Italia, puntando a far ripartire un settore che dispone di professionalità ed esperienze a livello di eccellenza mondiale. Un obiettivo che si dovrebbe raggiungere dedicandosi alle principali tematiche di scienza e tecnologie delle telecomunicazioni, compresi tutti i tipi di sistemi e reti correlati, per utenti umani e non umani; reti fisse ad alta capacità; reti cellulari 5G/6G; reti in area locale; reti satellitari; Internet. Ciò che si vuole ottenere è lo sviluppo di applicazioni e servizi nei settori più diversi: agricoltura, commercio, energia, finanza, industria, media, salute, sicurezza, trasporti.

A tal fine, RESTART sfrutterà e contribuirà a tecnologie come cloud distribuiti; intelligenza artificiale; architetture hardware programmabili; ottica integrata e computazione ottica; optoelettronica e sensoristica.

Investimenti giustificati dall’impatto sociale ed economico

Per il Prof. Nicola Blefari Melazzi, presidente della Fondazione che contribuisce a sviluppare coordina e gestisce il progetto, “RESTART contribuisce a sviluppare fattori abilitanti che mettono in moto circoli virtuosi e un intero settore, lasciando risultati concreti e duraturi alla fine del piano”. Secondo il programma, tra gli obiettivi previsti ci sono: un miglioramento strutturale della ricerca nel settore; la capacità di utilizzare le TLC nei settori più diversi; iniziative specifiche rivolte ai distretti industriali e al Mezzogiorno; la trasformazione digitale di industrie/amministrazioni; la creazione di nuove aziende e un aumento della dimensione media delle aziende; un incremento del numero di studenti, ricercatori e professionisti delle TLC. In pratica, si dovrà arrivare ad avere un impatto sociale ed economico complessivo che giustifichi gli investimenti effettuati.

“RESTART intende anche evidenziare e testimoniare il ruolo delle TLC nella nostra società – ha aggiunto il prof. Nicola Blefari Melazzi. Le TLC devono essere percepite dal grande pubblico per quello che sono: una risorsa essenziale, strategica per gli interessi nazionali, che deve essere affrontata con politiche adeguate e una visione a lungo termine. Senza programmi come RESTART, non solo non avremo sovranità e indipendenza nel settore delle TLC in Italia, ma non avremo la capacità di contribuire allo sviluppo delle TLC di altri Paesi e metteremo addirittura a rischio la nostra comprensione della tecnologia, relegandoci al ruolo di acquirenti inconsapevoli di prodotti altrui. RESTART è quindi un’iniziativa critica e di valore strategico per l’Italia”.

Due direzioni promettenti

Alle parole del prof. Nicola Blefari Melazzi hanno fatto eco quelle del prof. Antonio Capone, che ha sottolineato l’importanza del momento storico nella ricerca delle telecomunicazioni: “I cambiamenti tecnologici degli ultimi anni – ha sostenuto il prof. Capone – hanno innescato una trasformazione delle infrastrutture di comunicazione che consentono di indirizzare la ricerca verso due direzioni promettenti in termini di impatto economico. Da un lato la rete di comunicazione diventa programmabile spostando l’innovazione sullo sviluppo software nel quale ci sono meno barriere all’ingresso e le buone idee dalla ricerca possono generare alto impatto anche nel tessuto economico di un Paese come l’Italia. Dall’altro lato, la disaggregazione della rete consente di sfruttare le competenze nelle tecnologie di base, anche di nicchia, per portare innovazione senza per questo dover competere con colossi internazionali del settore”.

I 25 protagonisti di RESTART

Come detto, i partner coinvolti nel programma RESTART sono 25: 12 università, 3 enti nazionali di ricerca e 10 enti privati. Più in dettaglio, si tratta di:

  • Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”
  • Consiglio Nazionale delle Ricerche
  • Politecnico di Bari
  • Politecnico di Milano
  • Politecnico di Torino
  • Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa
  • Alma Mater Studiorum – Università di Bologna
  • Università degli Studi di Catania
  • Università degli Studi di Firenze
  • Università degli Studi di Napoli “Federico II”
  • Università degli Studi di Padova
  • Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria
  • Università degli Studi di Roma “La Sapienza”
  • Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni (CNIT)
  • Fondazione Ugo Bordoni
  • Open Fiber
  • TIM
  • Vodafone Italia
  • Wind Tre
  • Ericsson Telecomunicazioni
  • Prysmian
  • Italtel
  • Leonardo
  • Athonet
  • Tiesse

I 25 partner si muoveranno congiuntamente all’insegna di un obiettivo comune: To make Italy more smart.