Da solo il pubblico non ce la fa. Rivolgo un appello a tutti perché ciascuno sia protagonista di questo passaggio. Il nostro progetto si basa sulla collaborazione tra pubblico e privato, e senza questa collaborazione il sistema non riuscirà a colmare il ritardo”.

Sono le parole con cui il sottosegretario allo Sviluppo Economico, Antonello Giacomelli, nei giorni scorsi ha tentato di spegnere le polemiche nuovamente scoppiate tra gli operatori a proposito della newco che dovrebbe gestire la rete a banda ultralarga di nuova generazione.

In gioco infatti c’è il futuro della connettività veloce nel Paese, ma le società di Tlc, che il Governo intende coinvolgere nella nuova compagnia da cui dipenderà lo sviluppo di Ring, sembrano non avere nessuna intenzione di sedersi attorno a un tavolo comune.

A partire dal convitato di pietra più importante, Telecom Italia, che per bocca dell’amministratore delegato Marco Patuano ha chiuso la porta a ogni ipotesi di collaborazione: “Non ci sono ipotesi di percorsi societari con altri operatori. Sulla rete noi andiamo avanti da soli”. E puntuale è arrivata la pubblicizzazione da parte dell’azienda di un nuovo servizio di connessione a 50 Mbps basato sulla fibra ottica in architettura Fiber to the Cabinet, con il ponte del vectoring fino alle case: funziona bene, se non fosse che per garantire l’alto livello delle prestazioni non supporta più di un operatore collegato alla Rete.

D’altra parte nemmeno Vodafone Italia e Wind, su cui Infratel e Cassa Depositi e Prestiti nelle ultime ore avevano aumentato il pressing, hanno mostrato particolare entusiasmo per il progetto newco. Vi prenderebbero parte solo a condizione di una governance condivisa, in cui Telecom Italia rinunciasse alla maggioranza pretesa del 51%; una richiesta irricevibile per l’ex monopolista.

Problemi di gestione societaria a parte, tuttavia, la priorità per il Governo è ora lo sviluppo di una strategia di copertura capillare del territorio, che sia in grado di diffondere in maniera uniforme il segnale all’interno dei quattro cluster geografici identificati dal piano Ring.

Anche su questo fronte, infatti, le idee sono poco chiare, e diverse sono le possibilità di combinazione per garantire il passaggio della banda ultralarga.

 

Lte, satellite, fibra ottica

 

Lte: I servizi radiomobili svolgeranno un ruolo importante per il raggiungimento dei 30 Mbps nei territori a bassa densità abitativa, mentre avranno un ruolo limitato rispetto alla fornitura dei 100 Mbps: nelle aree urbane e suburbane, i servizi radiomobili metteranno a disposizione una soluzione a complemento della rete fissa, arricchita di accessi radio Wi-Fi con funzione di alleggerimento del carico di traffico indirizzato alla risorsa radiomobile.

 

Satellite: Svolgerà un ruolo di potenziale gap-filler per la copertura a 30 Mbps.

 

Fibra ottica : La modalità di trasmissione del segnale Fiber to the Cabinet risulta particolarmente indicata per il raggiungimento rapido dell’obiettivo minimo europeo dei 30 Mbps, mentre è tutta da verificare la possibilità di ottenere i 100 Mbps, essendo tale obiettivo attualmente subordinato alle potenzialità del vectoring, alla lunghezza dei sub loop e alla qualità delle coppie. La soluzione tecnologica Fiber to the Home fornisce maggiori garanzie circa il raggiungimento omogeneo dei 100 Mbps, ma il suo impiego richiede la posa sotterranea di una rete di cavi supplementare rispetto a quella esistente e un ingente investimento economico.