Dopo le prime voci circolate già nei giorni scorsi, che seguivano a loro volta alcune immagini postate sul web in cui si vedevano dei Galaxy Note 7 completamente bruciati (foto sotto), Samsung ha annunciato l’avvio di un programma di richiamo del dispositivo perché, in alcuni casi, la batteria sarebbe esplosa con danni e rischi che è facile immaginare.

Al momento non si conosce con esattezza l’entità dei phablet interessati da questo difetto di fabbricazione (imputabile forse al connettore USB-C non realizzato da Samsung), ma il fatto che il gigante sudcoreano ne abbia bloccata momentaneamente la vendita in patria e in Australia fa capire come la situazione sia piuttosto grave.

Anche perché, dopo il grande successo a inizio anno dei Galaxy S7 e S7 Edge, Samsung aveva ripreso a crescere in modo deciso e il Note 7, con prevendite record nonostante il prezzo elevato (879 euro in Italia), era destinato addirittura a superare le cifre dei due predecessori visto che le prenotazioni erano ammontate a 400.000 contro le circa 200.000 del S7.

Galaxy-Note-7-explodes

Non a caso negli ultimi giorni Samsung ha toccato in borsa i minimi da due settimane e questo senza ancora che si sappia se il ritardo delle consegne e il blocco delle vendite del Note 7 interesserà anche tutti gli altri Paesi dove il phablet sta per esordire (Italia compresa).

Un altro danno che potrebbe colpire duramente Samsung, e non solo a livello di immagine, è l’imminente presentazione di iPhone 7 da parte di Apple. Se il blocco delle vendite del Note 7 dovesse prolungarsi ulteriormente o se emergessero effettivamente gravi problemi di costruzione del device comuni a tutti i mercati, Samsung si ritroverebbe senza un nuovo top di gamma da contrapporre al nuovo melafonino.